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Questa storia del velo islamico sta assumendo aspetti e dimensioni grottesche

di Massimo Fini - 28/10/2006

 
 
Questa storia del velo islamico sta assumendo aspetti e dimensioni grottesche. Il velo è un'ossessione occidentale. Ho viaggiato abbastanza nei paesi musulmani e non ho mai sentito una donna, anche delle classi colte, porre seriamente la questione del velo, nemmeno come simbolo di una proterva volontà maschile. Le più giovani ne fanno semmai una questione di praticità, non però per il velo ma per il chador che copre tutto il corpo lasciando scoperto solo il viso che, a differenza del primo, non è obbligatorio ma è usato soprattutto nelle ricorrenze religiose. E a Teheran ho visto chador neri finemente ricamati e traforati, da cui uscivano delle calze nere altrettanto traforate, infinitamente più eccitanti delle nostre minigonne scosciate.
A Teheran, quando era ancora vivo Khomeini, visitai un settimanale, 'Donna del giorno', tutto al femminile, fatto da sole donne, sedici redattrici più le grafiche. Si occupava di attualità, di cronaca, di cultura e, sia pur timidamente, di moda. Vendeva più di centomila copie ed era uno dei più battaglieri nei confronti del regime degli ayatollah. Faceva un certo effetto entrare in una redazione e vederla popolata da tante suorine nere che si affacendavano alla macchina da scrivere, preparavano menabò, impostavano pagine e titoli. Perchè tutte portavano il chador.

Da buon occidentale chiesi subito alla giovane e graziosa direttrice, Talebeh Eskandari, fosse così importante in Islam che la donna si copra almeno i capelli. "Perchè" - rispose - "i capelli sono una parte rilevante della bellezza femminile e molto provocante. E fuori dal talamo non è bene usare la propria bellezza per provocare gli uomini. E' come se da voi una donna girasse a seno nudo per la strada non lo tollerereste. Per molti secoli in Giappone il tabù ha riguardato i piedi nudi. E' una questione di culture e di sensibilità diverse. La nostra è questa. Comunque le assicuro che il velo è proprio l'ultimo dei nostri problemi.". E quali sono allora? "Non stanno nel Corano. Ma piuttosto in un costume, in una mentalità maschile profondamente radicata. Per cui, soprattutto nelle campagne, ci sono dei padri e dei mariti che si comportano da piccoli despoti. Ma questo è un abuso che non ha niente a che fare con le leggi dell'Islam. Noi ci battiamo contro questi abusi, questo costume, questa mentalità".

Il velo quindi non c'entra nulla. E decisamente sopra le righe è stato il can can sollevato dal caso Santanchè-imam di Segrate. La parlamentare di An aveva affermato che "il velo non è prescritto dal Corano". L'imam aveva replicato: "Non è vero. Io sono un imam e non permetto a degli ignoranti di interpretare il Corano". Poi, dietro le quinte, ha aggiunto: "Lei è un'ignorante, è falsa, lei semina odio, è un'infedele". Un battibecco come se ne vedono tanti alla nostra Tv e ben più pesanti. Se un ateo avesse affermato che la verginità della Madonna non è un dogma della Chiesa, un esponente del clero cattolico non avrebbe reagito diversamente . Invece è sceso in campo Magdi Allam che sul Corriere ha trasformato dei blandi insulti o piuttosto dei giudizi ("ignorante, falsa") in minacce le minacce in una fatwa la fatwa in una condanna a morte. Alla Santanchè è stata assegnata una scorta. Il leghista Roberto Castelli ha preannunciato un disegno di legge che prevede la reclusione per chi minaccia (ennesima legge liberticida, se non si può più dare dell''ignorante' o del 'bugiardo' nessuno potrà più dire nulla). Maurizio Gasparri (An) ha tagliato corto: per l'imam di Segrate ci vuole la galera. Angelo Pollina (Fi) chiede una legge che vieti il velo. Il ministro Livia Turco sta preparando una 'lobby rosa', di sinistra e di destra, per difendere i diritti delle donne musulmane, mentre le giovani diessine hanno dichiarato che le donne di altre culture "devono adeguarsi all'autonomia e alla libertà delle donne occidentali". Più ragionevole mi è sembrata, una volta tanto, una femminista, Francesca Koch, che ha detto: "Non siamo noi, donne occidentali, a dover decidere cosa devono fare le altre". Perchè gli islamici sono indubbiamente degli intolleranti, ma noi lo stiamo diventando più di loro.

www.massimofini.it