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Dalla tortura allo spazio: un imperialismo senza frontiere

di redazionale - 29/10/2006

Fonte: iraqiresistance

 

 

A metà ottobre, tre fatti – tre autentiche enormità – si sono susseguite l’unica dietro l’altra a mostrarci la realtà dei nostri tempi.

Prima enormità: il 17 ottobre Bush ha firmato il Military Commissions Act con il quale si legalizza la tortura nei confronti dei “nemici degli Usa” e si conferiscono poteri senza precedenti al presidente per imprigionare chiunque egli dovesse ritenere un "combattente nemico illegale" e processarlo attraverso commissioni militari.

Se fino al 16 ottobre 2006 questa era la pratica ordinaria dell’imperialismo americano, basti ricordare Guantanamo, Bagram ed Abu Ghraib, ora questa pratica è legge, parte integrante del nuovo diritto imperiale.

Seconda enormità: il 18 ottobre è stata resa pubblica la “Revisione della politica spaziale americana”, un documento licenziato senza clamori a inizio mese che stabilisce il primato statunitense nello spazio e che diffida e minaccia chiunque osasse mettere in discussione l’attuale supremazia.

Citiamo testualmente da un articolo di Manlio Dinucci sul Manifesto del 19 ottobre: <<Poiché gli Stati uniti considerano le capacità spaziali vitali per i loro interessi nazionali, essi non solo “preserveranno la propria libertà di azione nello spazio”, ma “negheranno, se necessario, agli avversari l’uso di capacità spaziali ostili agli interessi nazionali statunitensi”. Di conseguenza “si opporranno allo sviluppo di nuovi regimi legali o altre restrizioni che cerchino di proibire o limitare l’accesso o l’uso statunitense dello spazio”, compresi i proposti accordi per il controllo degli armamenti che “non devono menomare il diritto degli Stati uniti di condurre per i propri interessi nazionali, ricerca, sviluppo, sperimentazione, operazioni e altre attività nello spazio”>>.

Insomma, lo spazio, come la terra, deve essere a stelle e strisce.

Terza enormità: il silenzio che ha fatto seguito alle due enormità precedenti, quasi si trattasse di normale amministrazione.

Un silenzio assoluto degli stati, compresi quelli potenzialmente interessati alle minacce spaziali, dell’Onu, delle associazioni dei diritti umani, del mondo della cultura. Le poche voci che si sono fatte sentire non hanno certo scalfito il quadro generale di due notizie enormi restate quasi senza commento.

In Italia questo silenzio è stato assordante. Zitto il governo, che pure a detta di molti avrebbe abbandonato il precedente servilismo berlusconiano; zitta la “sinistra alternativa”, che si è guardata bene dal chiedere una qualche presa di posizione al governo di cui fa parte; zitto anche il “pacifismo” dei <<Forza Onu>> e della <<spirale guerra-terrorismo>>.

Tutti zitti questi loquacissimi signori, intenti a parlar di tutto compreso l’uso dei bagni a Montecitorio, ma ben attenti a schivare le enormità che pure gli si parano davanti. Sempre pronti a parlare di guerra e di pace, del bene e del male; sempre attenti a non urtare i loro committenti politici e soprattutto a non uscire da quel “politicamente corretto” che impedisce di vedere e di parlare del progetto di dominio planetario americano che stabilisce la guerra e la pace, il bene e il male, il diritto, la vita e la morte degli esseri umani.

Vergogna.