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La fine della carta stampata?

di Tommaso Lombardi - 08/11/2006


 

Gia da qualche tempo tempo, Murdoch il re degli editori è convinto che i quotidiani tradizionali avranno sempre più difficoltà a competere con Internet e paventa la fine della stampa.


L'australiano Rupert Murdoch, fondatore del gigantesco gruppo editoriale News Corp., è sempre più convinto che Internet abbia dato il via ad una moderna rivoluzione mediatica: "L'avvento della Rete ha cambiato totalmente il mondo dei mass media ed il futuro per i mezzi di comunicazione tradizionali si fa sempre più difficile".
La carta stampata è destinata a perdere posizioni, lasciando sempre più spazio a portali, siti e blog. "Stampa ed Internet continueranno a vivere fianco a fianco ancora per molti anni", continua Murdoch, "ma ormai tutto quanto dipende dalla pubblicità ed i quotidiani di carta costano solo di più": specie se raffrontati a quanto pubblicato gratuitamente dalle loro controparti digitali, conclude il tycoon.
Ipse dixit: le dure critiche rivolte al sistema mediale contemporaneo non provengono da qualche blogger visionario, tanto meno da un guru tecnologico - Rupert Murdoch è semplicemente il pesce più grosso della complessa scena dell'informazione internazionale. Tuttavia i tempi di estinzione della carta stampata, stando alle esternazioni del padrone di Sky, non sono troppo brevi e "resterà sempre spazio per il buon giornalismo d'inchiesta" anche nel futuro post-cartaceo.
Inizialmente scettico riguardo alle potenzialità di Internet, Murdoch ha recentemente investito milioni di dollari per l'acquisto di servizi telematici del calibro di Myspace e GameSpy, capaci di portare la presenza online di News Corp al "terzo posto nello scenario degli Stati Uniti", come dichiara soddisfatto lui stesso.
Nel frattempo l'amministratore delegato del gruppo RCS, Vittorio Colao, in alcune dichiarazioni è sembrato replicare alla visione di Murdoch: l'informazione online, specie quella dal basso che coinvolge gli stessi utenti, non ucciderà i giornali tradizionali molto presto. Secondo Colao, "agli editori classici servirà un misto di grande intelligenza editoriale e grande intelligenza giornalistica" per andare incontro alla convergenza digitale ed al cosiddetto fenomeno del diluvio mediatico, utilizzando "piattaforme digitali sempre più potenti".
Insomma, il messaggio è chiaro: tutti su Internet. E se scoppiasse di nuovo la bolla? L'esplosione della connettività a banda larga, fenomeno di importanza cruciale nell'ultimo biennio, sembra aver fatto dimenticare a molti imprenditori quanto rischioso e quanto delicato sia giocare con bit e byte. Specialmente se si tratta di amalgamare informazione, contenuti gratuiti e molta, molta pubblicità.


 
Punto Informatico - Tommaso Lombardi