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Strage dopo strage, violenza cieca in Palestina. Israele senza più limiti

di Naoki Tomasini - 08/11/2006

Ancora un bombardamento contro i civili a Gaza, 18 vittime tra cui donne e bambini
Ieri il ritiro delle truppe israeliane dal nord della striscia di Gaza. Questa notte altri 18 palestinesi sono morti. Tra loro, 7 bambini e 4 donne, oltre 40 persone sono rimaste ferite. Tutti civili.
 
L’attacco. Nel buio della notte, nell’arco di 15 minuti, 5 colpi di artiglieria sono caduti su Beit Hanoun, il sobborgo di Gaza dove si è svolta l’operazione militare nubi d’autunno, che in una settimana ha causato 57 vittime e oltre 200 feriti. 13 delle vittime di questa notte facevano parte della stessa famiglia, la televisione ha mostrato i corpi portati all’ospedale ancora in pigiama. “sono le immagini più tristi che abbia mai visto –ha commentato un testimone  - c’erano gambe, teste e mani sparse per la strada e gente che usciva da un’abitazione coperta di sangue”. La notizia è partita dall’ospedale di Gaza e come è giunta alle orecchie del Premier Ismail Haniyeh, questi ha indetto tre giorni di lutto e ha dichiarato che questo “terribile massacro” provocherà la sospensione dei colloqui per la formazione di un governo di unità nazionale. Ancora una volta, proprio quando la politica sembra produrre dei risultati –la formazione del governo era alla stretta finale – la situazione sul campo è stata fatta precipitare. Migliaia di palestinesi, civili e miliziani, si sono affollati davanti all’obitorio di Gaza, per protestare e annunciare vendetta. “Continueremo a sparare i nostri razzi –ha dichiarato il capo di Hamas per il nord di Gaza Nyzar Rayan - i nostri martiri si sacrificheranno nel cuore della terra occupata. Colpiranno Haifa, Jaffa e Ashdod, la vendetta sta per iniziare”.
 
Le reazioni. Il ministro della Difesa Peretz ha ordinato la sospensione dei bombardamenti mentre sono in corso gli accertamenti sull’incidente, per il quale non è stata ancora ammessa alcuna responsabilità. I colpi, secondo le fonti militari israeliane, sono stati sparati da lontano, per colpire le aree da cui di recente sono stati sparati razzi Qassam. Haniyeh e il presidente palestinese Abu Mazen hanno chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di discutere l’incidente, ma di fronte a una simile strage la rabbia e la sfiducia della gente nelle istituzioni occidentali hanno prevalso. Così anche la sede dell’Unione Europea a Gaza –che da gennaio ha posto l’embargo sugli aiuti al governo palestinese – è stata bersagliata da colpi di armi da fuoco, ma non solo. Dozzine di bambini hanno preso di mira l’edificio con lanci di sassi e bottiglie, finché sono stati respinti dalla sicurezza palestinese. Il premier israeliano Olmert si è detto rammaricato per la strage e ha offerto assistenza sanitaria ai feriti. Un dibattito straordinario è stato convocato alla Knesset, il parlamento israeliano, dove diversi deputati arabo-israeliani e di sinistra hanno chiesto le dimissioni del ministro della Difesa. Condanne per l’accaduto sono giunte anche dal ministro degli Esteri italiano D’Alema, che ha definito “inaccettabile” l’escalation della violenza e ha invitato la comunità internazionale ad agire per sbloccare la crisi in atto. Più esplicita la condanna del governo siriano, che in un comunicato definisce l’attacco israeliano “terrorismo di stato” e invita i palestinesi a unirsi per combattere i crimini israeliani. Sempre questa mattina a Jenin, in Cisgiordania, altri 5 palestinesi sono stati uccisi da soldati israeliani. Erano membri delleBrigate dei Martiri di Al Aqsa, il braccio armato del partito del presidente Mazen.