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Scampoli di civiltà occidentale

di Salvatore Scaglione - 08/11/2006




Ricordateli bene Richard e Daniel Pipes, padre e figlio. Entrambi neocon, consulenti di Bush. Entrambi persuasi che la pena capitale per Saddam Hussein sia niente più che ciò che si merita: “un atto di giustizia che mostra che i dittatori vengono puniti”. E poi, perché solo l'impiccagione? C'è anche la tortura, aggiunge premuroso Daniel, il più raffinato dei due, “funzionerebbe da ricompensa psicologica per le vittime e da monito per gli altri dittatori”.

Ma ci sono anche i “pentiti di Vanity Fair”. In un articolo titolato argutamente “Neo culpa”, la rivista americana ci informa che i maggiori consulenti di Bush (effetto elezioni?) hanno cambiato idea. Richard Perle, teorico della guerra preventiva, si chiede dubbioso: “Dovevamo proprio andare in Iraq? No, c'erano altre strategie”; David Frum, coautore del famigerato discorso di Bush sullo stato dell'Unione del gennaio 2003, dice “Il presidente leggeva le parole senza capirle”. E Kenneth Adelman, del Defense Policy Board, la commissione che ha elaborato la politica del presidente, lo stesso che aveva predetto che la guerra in Iraq sarebbe stata “una passeggiata”, dice ora: “l'amministrazione Bush è stata la peggiore del dopoguerra, i suoi membri sono micidiali e disastrosi”

Sono questi dunque i cervelli che hanno prodotto la politica della maggior potenza mondiale degli ultimi cinque anni.

Ricordate bene dunque Richard e Daniel Pipes. Sono entrambi esponenti esemplari della superiorità della cultura occidentale e dei suoi valori da esportare. Fra qualche migliaio di morti ancora, li incontreremo sulle pagine dei giornali mentre dichiarano che forse si erano sbagliati.

di Salvatore Scaglione - Megachip