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Democrazia export, Dittatura import

di Sherif El Sebaie - 10/11/2006

Fonte: salamelik.blogspot.com/

 
Per risollevare questo paese servono due anni di dittatura. Non lo afferma uno di quegli scalmanati imam che farebbero la gioia di un conduttore televisivo invoncando il regime teocratico in Italia sempre paventato da Magdi Allam, ma il Commendator Licio Gelli, Maestro Venerabile della Loggia massonica P2, l'uomo che secondo i 100 magistrati che ha incontrato sarebbe stato il vero dominus delle strategie parallele dello Stato. Anzi, non una dittatura: un "regime intransigente", parole testuali. Elencando una serie di modifiche necessarie all'attuale assetto politico del paese, in un'intervista esclusiva rilasciata all'inserto settimanale "Specchio" de La Stampa di questo weekend, il Maestro descrive la sua formula per la Rinascita del Bel Paese: "Controllo dell'informazione, obbligo del crocefisso a scuola, stop all'immigrazione facile e alla tolleranza: in Italia ci sono 350 moschee. Quante chiese ci sono in Arabia Saudita? E' assurdo. Per un po', per due anni...".

Al di là del riferimento, scontato e ormai passato di moda, all'Arabia Saudita - unico paese nel mondo arabo che non permette la costruzione di chiese ma ciononostante etichettato "paese moderato" dagli Stati Uniti - è assai indicativo che alcune delle richieste espresse da Gelli, che si definisce "ultimo gerarca fascista in servizio permanente effettivo in vita" e con un passato di ufficiale di collegamento fra la Repubblica di Salò e il regime Nazista siano, sostanzialmente, quelle invocate da alcuni dei politici e giornalisti islamofobi nostrani. La "reciprocità" invocata (e meno male che il Vaticano ha preteso l'abbassamento del minareto della moschea di Roma), la meraviglia per la presenza di 350 "moschee" in Italia (ovvero garage e sottoscala adibiti a tal uso perché qualche benpensante si scatena non appena si parla della costruzione di una vera e propria moschea, al di fuori di quella saudita dal minareto abbassato a Roma), l'obbligo del crocefisso a scuola (e pensate che la scuola araba non ci deve essere perché questo è un paese laico), lo stop all'immigrazione e la fine...pensate un po'... della tolleranza tout court, sono esattamente le richieste espresse da politici, giornalisti sedicenti esperti, parlamentari nullafacenti e casalinghe di Voghera.

Questo cosa significa? Significa che chiunque appoggi questa linea di pensiero (anti-immigrati, anti-islamici, anti-moschee, anti-tolleranza) altro non è che uno che caldeggia il ritorno della dittatura in Italia. Ma non vi preoccupate: solo per due anni, l'ha promesso il Maestro. Anche se non mi risulta che si sia mai vista una dittatura co.co.co. Solitamente chi agguanta il potere in modo dittatoriale lo conserva per qualche decennio: Mussolini docet. La cosa preoccupante è che Gelli non è uno che parla a vanvera. Tempo fa dichiarò, e a ragione, su Repubblica: "Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d'autore. La giustizia, la tv, l'ordine pubblico. Ho scritto tutto trent'anni fa". A quando la dittatura, allora? Si conferma quanto dissi alcuni giorni fa: quando l'attenzione mediatica viene concentrata su una minoranza, come nel caso del Reich tedesco e la minoranza ebraica, ciò significa che c'è qualcosa che non quadra nel sistema. E gli scandali che hanno scosso, ma neanche poi tanto, questo paese negli ultimi tempi dimostrano che, appunto, c'è qualcosa che non va.

Spesso mi, ci, si rinfaccia che nel mondo arabo ci sono le dittature. Ma costoro non hanno mai pensato di guardarsi allo specchio? Quanti anni è rimasto al potere Mussolini? Quanti sono i politici italiani, sempre gli stessi, che da cinquant'anni reggono le sorti di questo paese da dietro le quinte? Quanti erano gli iscritti alla P2 di cui non conosciamo nemmeno i nomi e che avevano in serbo un piano di "Rinascita" per questo paese? Ancora oggi ci sono i Servizi che confezionano dossier sui candidati alle politiche. I finanzieri che controllano abusivamente le loro dichiarazioni dei redditi. Gli investigatori privati assoldati da non si sa chi per forzare i sistemi informatici delle anagrafi. I dipendenti della Telecom che intercettano e registrano abusivamente le chiamate. E poi venite a parlarmi di dittatura nel mondo arabo? Vuoi vedere che a forza di esportare la democrazia, non ne rimane neanche un briciolo da queste parti?