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Lieberman, deliri xenofobi

di Dagoberto H. Bellucci - 10/11/2006





Non devo stupire le allucinanti dichiarazioni dell’uomo nuovo della politica israeliana, Avigdor Lieberman, che rendono evidenti l’attitudine espansionistico-egemonica dell’internazione ebraica e i nessi di convergenza esistenti tra il sionismo politico e la modernità. D’altronde, Israele non ha mai nascosto le sue volontà espansionistiche né ha mai rinunciato al suo sogno di costruire un novello regno di Sion dal Nilo all’Eufrate e dunque non accetterà mai alcuna pace con i vicini Paesi arabi continuando nelle provocazioni e nelle aggressioni contro tutte quelle nazioni e quei popoli che identificherà come potenziali avversari.
Il capo dell’estrema destra nazionalista raccoltasi attorno al partito Israel Beitenou - che raccoglie il voto dei neo-israeliani provenienti soprattutto dalla Russia e dall’Europa orientale - che ha appena concluso un accordo per entrare nell’esecutivo presieduto da Ehud Olmert se n’è uscito tranquillamente, in meno di una settimana, con tre dichiarazioni che sono un’autentica conferma dell’odio e delle reali intenzioni che sono alla base dell’ipocrisia sionista e continuano a rappresentare le linee-guida della politica di Israele.
Avigdor Lieberman non ha detto, in fondo, niente di più e niente di meno di quanto - nel passato più o meno recente - hanno dichiarato tutti i dirigenti di Tel Aviv. Il merito delle sue dichiarazioni è senz’altro quello della chiarezza: almeno si spazza il campo dagli equivoci e si comincia a capire con chi avranno a che fare, nei prossimi mesi, le nazioni arabo-musulmane. Lieberman, dopo aver “scandalizzato” l’opinione pubblica israeliana affermando che Israele si sarebbe dovuta ispirare al modello rappresentato dalla vicina isola di Cipro per procedere a una “segregazione consensuale” tra ebrei e arabi, pare essere andato oltre dichiarando, nei giorni scorsi, che il modello ideale di “Stato etnico” doveva essere quello del Kosovo. Lieberman, che è anche il ministro israeliano degli Affari strategici, intervistato dal Jerusalem Post ha dichiarato infatti che “il Kosovo potrebbe rappresentare un vero test per il resto del mondo. Quanto succederà in questa regione – ha detto - ci permetterà di sapere se la comunità internazionale riuscirà a imporre una soluzione alle due parti in conflitto oppure lascerà che siano loro a trovare un accordo”, specificando che “esistono molte similitudini tra l’ex Iugoslavia e la situazione interna a Israele”, in quanto “mai state omogenee etnicamente”, con il risultato che a causa di questi “scontri tra civiltà, persiste la violenza tra le due parti”.
Lieberman dunque mostra chiaramente quali saranno le future linee d’azione del nuovo esecutivo sionista: razzismo di Stato, segregazione razziale, odio etnico. Una miscela esplosiva di odio che si andrà a sommare alle frustrate volontà di vendetta dell’esecutivo Olmert uscito malamente dal pantano libanese e dal confronto militare con Hizbollah.
Lieberman ha inoltre delineato quali saranno le future prospettive per il Vicino Oriente secondo quelle che dovrebbero essere le coordinate progettuali di un autentico piano di spartizione basato su criteri razziali e confessionali. Il neo vicepremier sionista ha rigettato qualsiasi ipotesi relativa alla nascita di uno Stato palestinese “etnicamente omogeneo” che possa coabitare pacificamente con Israele dove persiste una minoranza di arabi.
Secondo Lieberman questo scenario sarebbe contrario alla stessa sicurezza nazionale e agli interessi strategici dello Stato ebraico. Il fanatico esponente di Israel Beitenou ha invece preconizzato uno scambio di territori e di popolazioni al fine di realizzare due Stati, Israele e Palestina, che lui auspica “etnicamente omogenei”. Con buona pace di tutti i promotori delle società multiculturali e alla faccia di tutti i discorsi ipocritamente infarciti di pacifismo, buonismo e progressismo provenienti dalle centrali di disinformazioni mondialiste relativi a società multirazziali perfette.
Ci voleva proprio un fanatico ebreo per capire che l’utopia mondialista si fonda su un mare di menzogne?