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Ho combattuto, o alberi, tra le vostre schiere

di Cad Goddeu - 20/12/2006

Cad Goddeu

Le cime del faggio
hanno germogliato tardi,
si sono mutate e rinnovate
dal loro stato avvizzito.

Quando prospera il faggio
anche se incantesimi e litanie
aggrovigliano le cime delle querce,
c’è speranza per gli alberi.

Ho spogliato la felce,
spio attraverso tutti i segreti,
il vecchio Math ap Mathonwy
non ne sapeva più di me.

Giacchè di nove tipi di facoltà
Dio mi ha fatto dono:
io sono il frutto dei frutti raccolti
da nove specie di alberi:

prugna, mela cotogna, mirtillo, mora,
lampone, pera,
ciliegia selvatica e bianca
insieme alla sorba partecipano di me.

Dalla mia sede a Fefynedd,
forte città,
ho guardato gli alberi e le creature verdi
affrettarsi.

Rifuggendo dalla gioia
di buon grado si disponevano
sotto forma delle lettere principali
dell’alfabeto.

I viandanti si stupivano,
i guerrieri erano sgomenti,
al rinnovarsi di scontri
come quelli sostenuti da Gwydion;

sotto la radice della lingua
una lotta spaventosa,
e un’altra che infuria
dietro, nella testa.

Gli ontani in prima linea
principiarono lo scontro.
Il salice e il sorbo selvatico
furono tardi a schierarsi.

L’agrifoglio verde scuro
oppose risoluta resistenza;
è armato di molte punte di lancia
che feriscono le mani.

Dei passi dell’agile quercia
risuonarono cielo e terra.
“Robusto Guardaportone”
è il suo nome in tutte le lingue.

 

Grande fu la ginestra spinosa in battaglia
e l’edera in fiore;
il nocciolo fu arbitro
in questo momento incantato.

Rozzo e selvaggio fu l’abete,
il frassino crudele;
non si volge di lato per lo spazio di un piede,
punta diritto al cuore.

La betulla, seppur nobilissima,
non si armò che in ritardo,
segno non di codardia
ma di alto rango.

L’erica offriva consolazione
alla gente sfinita dalla fatica,
i pioppi durevoli
molto s’infransero.

Alcuni di essi furono scagliati via
sul campo di battaglia
a causa dei vuoti scavati tra loro
dalla potenza del nemico.

Valenti capi furono il prugnolo
con il suo frutto cattivo,
e il biancospino non amato
che indossa al stessa veste.

Il giunco che agile incalza,
la ginestra con la sua covata,
e il ginestrone che si comporta male
finchè è domato.

Il tasso che elargisce la dote
ristette imbronciato al margine della battaglia,
insieme al sambuco lento a bruciare
tra i fuochi che ardono,

Molto furente la vite
che ha gli olmi per accoliti;
con vigore la lodo
ai reggenti dei regni.

e il benedetto melo selvatico
che ride orgoglioso
dal “Gorchan” di Maelderw,
accanto alla roccia.

Indugiano al riparo
il ligustro e il caprifoglio
senza esperienza di guerra,
e il pino cortese.

Ma io, seppur ignorato
perchè non ero grande,
ho combattuto, o alberi, tra le vostre schiere,
sul campo di Goddeu Brig.

 

Tratto da "La Dea bianca" - Robert Graves - Ed. Adelphi