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Un'ombra sulla tribù perduta. Dall'India fino a Israele, seguendo un'ipotesi o un calcolo politico

di Yael Artom - 08/01/2007

 
 
Che fine abbiano fatto le bibliche dodici tribù ebraiche perdute è al centro di molti studi. Certo è che in regioni molto lontane dal Medio Oriente sono state trovate comunità che praticavano riti ebraici. Ad esempio, alcuni ritengono che i membri di una piccola comunità ebraica cinese siano i discendenti di una delle antiche tribù. 
 
un ebreo indianoVerso Israele. Durante la breve storia di Israele, sono state avanzate molte teorie, alcune delle quali hanno avuto anche applicazioni pratiche. L'esempio più famoso è quello della comunità etiope. Le origini di una comunità etiope dalle tradizioni ebraiche vennero ricondotte al remoto passato biblico di una delle tribù. Il risultato fu che, durante la guerra civile in Etiopia, a tutti i membri di questa comunità fu riconosciuta la cittadinanza israeliana. Questa comunità, trasferitasi in massa all'epoca, è ora parte della storia dell'ebraismo nella diaspora e della cultura israeliana. Un altro esempio di quella che viene considerata la discendenza remota di queste tribù sono le comunità ebraiche indiane. Infatti, una regione dell'India ospita comunità che celebrano riti di chiara origine ebraica. Le tradizioni delle comunità ebraiche in India sono ricchissime e interessanti dal punto di vista sociologico per il modo in cui sposano elementi ebraici dal punto di vista religioso e indiani dal punto di vista culturale. La maggior parte dei membri di questa comunità vivono oggigiorno in Israele.
 
raduno di ebrei indiani in preghieraUna lunga storia. L'organizzazione Shavei Israel, fondata nel 2004, che si occupa di rintracciare gli ‘ebrei perduti’, sostiene di aver ritrovato i membri della tribù di Menashe (una di quelle disperse secondo la Bibbia) in un'altra regione dell'India. La comunità ha tradizioni ebraiche, e l'organizzazione Shavei Israel ha invitato alcune autorità religiose sul posto. I membri della comunità hanno sostenuto un esame sulla loro conoscenza della religione ebraica e, coloro che hanno passato tali esami, sono stati formalmente accolti in seno alla religione attraverso un rito. Sara, una donna di 83 anni, ha passato l'esame assieme a sua figlia e, commossa, ha detto che il suo sogno è sempre stato quello di potersi trasferire in Israele. Irbi, 18 anni, ha invece detto che vuole per prima cosa recarsi al Muro del Pianto a portare le preghiere della sua famiglia rimasta in India. Dunque, per molte di queste persone, è una storia di tradizioni e origini ritrovate. Molti però sostengono che essa nasconda risvolti politici tristi e cinici. Infatti, coloro che si stanno adoperando per l'accoglienza dei nuovi entusiasti immigranti sono soprattutto membri di comunità di coloni. Secondo molti, le nuove comunità verrebbero a stanziarsi in Cisgiordania. Così, i coloni sfrutterebbero l'entusiasmo e l'ignoranza degli immigranti per rafforzare il proprio fronte qualora dovesse verificarsi un nuovo ritiro. I coloni, molti dei quali sono religiosi, sostengono che la situazione non sia il risultato di un calcolo politico, ma di un semplice dato di fatto: le loro comunità sarebbero felici e fiere di accogliere i nuovi immigranti, e sarebbero quindi le più adatte per dare un caldo benvenuto. Molti non sono però convinti da tali argomenti, e sono certi invece che i coloni stiano pensando in termini politici e cerchino di salvaguardare il loro futuro alle spese della 'tribù perduta'. Per ora, i nuovi immigrati verranno ospitati in centri di accoglienza nel nord del Paese, dove impareranno la lingua e l'essenziale per fare i loro primi passi, e forse proprio quello, essenziale, di capire la loro posizione in un contesto nuovo e complesso.