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Il fantino impazzito e il suo cavallo

di Norman Solomon - 21/01/2007

 

Bush non mostra segni di cedimento. Può continuare a cavalcare al galoppo la sua pazzia militarista senza che nessuno a Capitol Hill cessi di sostenere questa follia. Non lo faranno fino a quando non li convinceremo a tagliare una volte per tutte i fondi a questa guerra

George Bush è ormai un fantino impazzito. Il problema, tuttavia, è cosa il Presidente Usa sta cavalcando.

Martin Luther King ne ha dato una buona definizione quarant’anni fa: “La pazzia militarista”.

Possiamo criticare Bush quanto vogliamo – e lui continuerà ad avere ben saldo in mano il potere – ma non dovremmo dimenticarci dei suoi principali attuali subalterni, i pubblici servitori del Congresso. Quelli che preparano il fieno, che rinfrescano l’acqua, che ungono le selle, persino negli stessi momenti in cui rimproverano il goffo cavallerizzo. Loro, quei ragazzi e quelle ragazze che, quando la banda suona “Evviva il fantino!”, non possono accorrere e far festa perché troppo impegnati nelle stalle.

Le persone che attualmente vivono in Iraq non hanno nascosto la propria opinione, ovviamente. United Press International alla fine di dicembre ha riportato che un nuovo sondaggio, condotto dall’Iraq Center for Research and Strategic Studies, ha rilevato che “circa il 90% degli iracheni crede che prima dell’invasione guidata dagli Usa la situazione fosse migliore”.

Nel frattempo, secondo uno studio della CNN del mese scorso, solo l’11% degli americani è a favore dell’invio di nuove truppe in Iraq.

Un articolo di cronaca seminascosto pubblicato sul New York Times martedì 9 gennaio riportava questo dato di fatto: “In via legislativa il Congresso può decidere sulla natura dello spiegamento dei soldati, porne un limite numerico, e tagliare i finanziamenti per gli attuali o futuri contingenti”.

Alcuni democratici del Congresso sostengono Bush, altri no. In realtà, la distinzione è controversa. Il Presidente, intanto, si trova sempre più ostaggio di quella che potrebbe essere chiamata compulsione reiterata – un disturbo che regolarmente George W. manifesta puntando i piedi.

Ovviamente a Bush piace il vento sulle orecchie. Non mostra segni di cedimento. Può continuare a cavalcare al galoppo la sua pazzia militarista senza che nessuno a Capitol Hill cessi di sostenere questa follia. Non lo faranno fino a quando non li convinceremo a tagliare una volte per tutte i fondi a questa guerra.

Il problema ora non è più il fantino impazzito. Il problema è quello delle salde mani che continuano a nutrire il suo cavallo.

 

L’ultimo libro di Norman Solomon è “War Made Easy: How Presidents and Pundits Keep Spinning Us to Death”, pubblicato da Wiley nel 2005 ed edito in Italia da Nuovi Mondi Media con il titolo MediaWar. Dal Vietnam all’Iraq, le macchinazioni della politica e dei media per promuovere la guerra. Solomon è fondatore e direttore esecutivo dell’Institute for Public Accuracy.
È inoltre autore dell'introduzione a Censura 2006 – Le 25 notizie più censurate.
Sull'Iraq vedi Iraq Confidential – Intrighi e raggiri: la testimonianza del più famoso ispettore ONU (Prefazione del premio Pulitzer Seymour Hersh – Prefazione all'edizione italiana di Gino Strada), di Scott Ritter.

 

Fonte: Atlantic Free Press
Traduzione a cura di Nuovi Mondi Media