Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Hai 2 prodotti nel carrello Carrello
Home / Articoli / Vicenza: la libertà non si vende

Vicenza: la libertà non si vende

di Paolo Emiliani - 21/02/2007



La manifestazione di Vicenza è stato un grande successo popolare ed una sconfitta politica per coloro che hanno cercato di specularci sopra con basse finalità elettorali.
Persino gli americani si sono resi conto di quanto impopolari sono sempre più in Italia ed hanno lanciato segnali, seppur flebili, di apertura per una trattativa su una nuova localizzazione del sito ove dovrebbe sorgere la nuova base.
In pratica tutto potrebbe essere spostato qualche chilometro più in là e la cosa grave è che questo in qualche modo soddisferebbe gran parte della cosiddetta sinistra radicale “di lotta e di governo”. A cominciare da Rifondazione comunista. Il segretario Giordano ha detto di confidare nello spostamento della base Usa fuori da Vicenza.
I Verdi, del resto, già ne facevano solamente una questione di metri cubi, confondendo ambientalismo e sovranità nazionale.
Se la protesta di Vicenza si placasse soltanto per una riduzione della quantità di cemento utilizzata o per una dislocazione appena un po’ più lontana dal centro del capoluogo veneto sarebbe una sconfitta enorme per tutti coloro che in buona fede sabato scorso hanno marciato contro la base yankee.
La nuova “Ederle 2” non va fatta né più piccola né più lontana da Vicenza: non va fatta e basta. E non deve essere realizzata non soltanto perché sarebbe un nuovo punto di appoggio per le guerre atlantiche nel mondo ma perché sarebbe una nuova mutilazione del nostro territorio sottratto alla sovranità italiana.
Vicenza deve rappresentare non l’occasione per una mercificazione della nostra sovranità, ma un punto di partenza per riconsiderare tutta la presenza americana in Italia.
I cosiddetti “liberatori”, nella realtà invasori, devono lasciare l’Italia, tutte le loro basi devono essere smantellate e tutto il territorio occupato oggi dalle loro installazioni deve tornare sotto il pieno controllo della repubblica italiana.
Washington vuole invece magari barattare qualche piccola rinuncia a Vicenza in cambio di nuove concessioni a Sigonella. Il governo italiano non deve cedere ma purtroppo è formato da camerieri degli americani e da contestatori di basso spessore e soltanto per questioni di bottega. Quanto all’opposizione non ci sono parole per commentare le dichiarazioni di Berlusconi e dei suoi sodali, tutti affranti per la manifestazione contro i loro protettori yankee.