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Società all’americana, regno della solitudine

di Federico Midgar - 07/03/2007

Seattle, capo dei Dwamish,

una piccola tribù

pellerossa della costa

nord-occidentale del Pacifico,

ebbe a dire un centinaio di anni

fa: «Anche quando l’ultimo

indiano sarà scomparso, e il

ricordo della mia gente sarà

divenuto un mito per l’uomo

bianco, queste spiagge ospiteranno

ancora le forme invisibili

dei nostri antenati, e quando

i figli dei vostri figli crederanno

di essere soli nei campi,

nelle case, nei negozi o nel

silenzio dei boschi ancora vergini,

essi non saranno soli. Di

notte, quando le strade delle

vostre città e dei villaggi sono

silenziose e voi credete che

siano deserte, esse sono al contrario

affollate dai fantasmi di

coloro che un tempo percorrevano

la terra e amano ancora

questo meraviglioso Paese.

L’uomo bianco non sarà mai

solo».

È vero: l’americano non sarà

mai solo e sarà seguito, scrutato,

spiato non soltanto dai fantasmi

dei pellerossa, ma anche

dai fantasmi di quei suoi connazionali

che sono vissuti

avviluppati nel silenzio e che

circondati dal silenzio sono

morti. Persone probabilmente

disperate che non chiedevano

altro che un “Buongiorno” dal

vicino di casa e che neppure

quello hanno ricevuto. Il vicino

di casa, appunto, che non si

accorge di niente, preso com’è

a pensare agli affari suoi, a

sopravvivere in un mondo

dove tutti lo vogliono scavalcare,

che ha visto quel volto

decine di volte, ma che non

riesce a dargli un nome per la

semplice ragione che quello è

un volto senza nome.

Botta e risposta tra il vicino e

sua moglie: «È morto quello

che abitava sopra di noi». «Ah

sì? E chi è?». «Non lo so -

replica la mogliettina distrattamente

-, chissà quante volte

l’avrò incrociato, ma non ricordo

la faccia, figurati se so

come si chiamava». «E come

si sono accorti che era morto?

». «Dalla puzza».

La conversazione tra due vivi

che parlano di un morto è finita.

Ognuno torna alle proprie

preoccupazioni e ai propri

sogni. E intanto la solitudine fa

le sue vittime portando loro via

i giorni e mangiandogli le

budella.

Sono i vecchi quelli che più di

tutti fanno le spese di ’sto

mondo chiuso a due mandate

sulla faccia di chiunque sia

arrivato ad una certa età senza

più nessuno su cui poter contare.

Non c’è neanche un cane

che si faccia carico di te? Fatti

tuoi, schiatta e amen, un peso

in meno per una società che ha

nel profitto la sua unica divinità.

Poveri vecchi, vien da pensare,

ma sono stati loro, o,

meglio, anche loro, a creare un

mondo che ora li fa annegare

nel silenzio. E se anche c’è chi

li vede annegare, questi gira la

testa dall’altra parte e tira dritto.

Meglio a te che a me...

America, casa di Vincenzo

Ricardo a Southampton, nello

Stato di New York. Ha settant’anni,

Vincenzo, e nessuno

con cui parlare o che si prenda

cura di lui: che continui a esistere

o che crepi da un minuto

all’altro, è esattamente la stessa

cosa per i suoi concittadini.

Beh, il Padreterno ha deciso

per tutti e lo ha improvvisamente

tolto di mezzo. Però più

che togliercelo di mezzo non

poteva mica fare, quindi ha

lasciato il corpo lì dove si trovava.

Passano i giorni e niente,

non un poverocristo che bussi

alla porta per verificare se l’italoamericano

è ancora dei

nostri. Dopo i giorni, passano i

mesi, e ancora nessuno che si

domandi come è possibile che

la televisione sia sempre accesa,

ventiquatt’ore su ventiquattro...

Sì, perché Vincenzo se ne

è andato davanti alla tivù: in

quegli attimi si hanno ben altri

pensieri che quello di spegnere

la tivù... È rimasta in funzione

pure l’aria condizionata, e così

il corpo si è mantenuto. Mummificato,

per essere più brutali,

ma anche più precisi.

Un anno di tele e aria condizionata

in funzione: avranno

fatto almeno un po’ di rumore,

vero? Eppure tutti a fregarsene

se dalla casa di quel signore,

che aveva perso la moglie

qualche anno prima, uscivano

dei rumori. E che importava

poi agli altri se non si faceva

più vedere in giro? Che crepasse

pure... E infatti era crepato.

Salta una conduttura bel suo

bagno: la polizia, allertata dai

vicini, sfonda la porta e si

ritrova il cadavere di Vincenzo

Ricardo su una sedia. Manco

era caduto per terra, quasi non

volesse disturbare, col tonfo,

chi abitava nell’appartamento

di sotto... Funerale senza corteo:

questione di coerenza...

Adieu, Vincenzo, e se ti può

consolare pensa che non è che

sia questa l’America: questo è

il mondo.