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Deputati di guerra

di Paolo Emiliani - 10/03/2007

 


La Camera ha votato, come prevedibile, il rifinanziamento della missione militare in Afghanistan (ed in Libano e Sudan). Il provvedimento, oltre ogni altra considerazione politica e morale, peserà sulle tasche degli italiani qualcosa come 75,5 milioni di euro (circa 150 miliardi delle vecchie lire). Per continuare la guerra in Afghanistan a fianco dell’invasore americano sono stati destinati 40 milioni (il testo originario del governo ne prevedeva 30), 30 per la missione in Libano e 5,5 milioni per il Sudan. Gli ampi margini che il centrosinistra ha a Montecitorio non ammettevano dubbi sul risultato del voto di ieri mattina, visto anche l’atteggiamento “collaborazionista” di gran parte dell’opposizione (solo la Lega si è astenuta, ma perché voleva “più guerra”), questo non ha però impedito che si manifestassero inquietanti segnali per la coalizione di Prodi.
Alcuni esponenti dell’ala più oltranzista di Rifondazione e dei Verdi hanno votato contro il provvedimento, si sono astenuti o non hanno partecipato al voto. Ora, però il rifinanziamento dovrà passare all'esame del Senato, dove dovrà essere approvato entro la fine di marzo. Proprio a Palazzo Madama lo scorso 21 febbraio il governo è andato in minoranza su una mozione di politica estera innescando una crisi risolta ipocritamente con una fiducia striminzita e molto “forzata”. Tra coloro che votarono il nuovo via libera a Prodi in senato c’erano infatti anche i due senatori “ribelli”, quelli che avevano innescato la crisi e che sembrano nuovamente pronti a votare contro il governo. Franco Turigliatto del Prc ha già confermato il suo granitico “no”. «Ci sono tutte le condizioni per votare contro - ha spiegato invece Rossi del Pdci- ma se ricomincia la danza e va in scena un'altra commediola come l'altra volta, "se non ci sono i voti c'è la crisi e siamo tutti rovinati", allora esco dall'Aula».
A questo punto i conti sarebbero presto fatti. Visto che Prodi ha ottenuto la fiducia con un solo voto di scarto (quello del transfuga Follini), a parte ovviamente il voto anomalo dei senatori a vita e visto che ne sembrano già mancare due, di cui uno addirittura contrario sembra evidente che il governo non ha la maggioranza. L’opposizione dovrebbe non far altro che votare contro il provvedimento per far cadere, questa volta definitvamente, il governo Prodi. Ma non sarà così. Intanto perché la Cdl non voterà mai qualcosa in qualche modo contro Washington e poi, soprattutto, perché non vuole veramente la crisi. Ormai è chiarissimo. Fini del resto ha già detto che si aprirebbe per il governo un enorme problema politico, aggiungendo però: “anche se non ci sarà la crisi e loro faranno finta di niente”. Tutti stanno facendo finta di niente: la sinistra cosiddetta radicale che piega la testa per le poltrone, il governo e l’opposizione che non vuole dare la spallata aspettando una riforma elettorale che garantisca a tutti il futuro. Che schifo.