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Le balle che ci beviamo (a rimorchio della potenza imperialista più violenta e odiata del mondo...)

di Paolo De Gregorio - 10/03/2007

 
"I nostri soldati in Afghanistan non si devono sentire abbandonati, la destra voterà il rifinanziamento alla guerra; non possiamo ritirarci dall'Afghanistan, ne va del nostro prestigio internazionale" (D'Alema)
La vuota retorica regna ancora sovrana nelle dichiarazioni dei politicanti, e la scomparsa dei fatti aggiunge confusione e inattendibilità a tutta la materia che attiene al nostro servile accodarci alle decisioni politiche e militari degli Usa.

Visto che vengo criticato per la lunghezza dei miei interventi, mi limito al commento di queste due frasi lette sulla stampa in questi giorni.
Dunque la destra afferma che ciò che la spinge a votare il provvedimento di rifinanziamento alla guerra afgana è il desiderio di non abbandonare i nostri che, sicuramente, non vedono l'ora di battersi all'ultimo sangue per proteggere l'Italia dall'invasione islamica, e cadrebbero in profonda crisi esistenziale se venissero vilmente ritirati e riportati a casa.
Deve assolutamente essere emulata la eroica impresa berlusconiana dell'Iraq, con 40 morti e 200 miliardi di Euro buttati, intrapresa proprio per il prestigio internazionale, ma in realtà con la cinica speranza di spartirsi gli appalti della ricostruzione.
A dimostrazione della attendibilità della affermazione di Berlusconi che in Italia vi è un regime, D'Alema sostiene la stessa cosa dei suoi predecessori di destra e parla di prestigio internazionale che ci impedisce di ritirare la nostra partecipazione alla guerra all'Afghanistan.

Considerare prestigioso un intervento militare a rimorchio della potenza imperialista più violenta e odiata del mondo non mi sembra molto appropriato, ma soprattutto è poco lungimirante e dannoso per i paesi europei che vengono enormemente danneggiati dal seguire gli USA in guerra e minacce che ci omologano alla politica americana.
Mi sembrerebbe prestigioso e doveroso, per un ministro che si spaccia di sinistra, mettere all'ordine del giorno del Consiglio europeo l';urgentissima esigenza di avere una Europa che prenda le decisioni di politica estera a maggioranza, che parli con una voce sola, allontani dal suo territorio servitù militari straniere, provveda alla difesa del suo territorio senza bisogno di protettori e affidi soprattutto ad una politica estera saggia e di PACE la sua maggiore sicurezza.