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Siamo servi fino alla fine

di etleboro - 14/03/2007

 
Il piano antimissilistico degli Stati Uniti che intende costruire in Repubblica Ceca e Polonia basi radar e di missili intercettatori, rischia di divenire un elemento discriminante nella creazione dei blocchi di influenza in Europa di una vera guerra fredda. Il collegamento del piano Usa con il sistema di difesa missilistica su cui la Nato da tempo sta lavorando, sarà una condizione necessaria per il mantenimento di certi equilibri, perché gli Stati europei dovranno decidere se sposare la politica di prevenzione statunitense, oppure se sostenere le critiche e il disappunto della Russia. Secondo la Nato, l'Iran sarebbe in grado di lanciare dei missili balistici intercontinentali a partire dal 2015 mentre lo scudo entrerebbe in funzione a partire dal 2011. Tuttavia, se la situazione finanziaria dell’Iran regge nonostante l’embargo bancario che impedisce la vendita del petrolio sui grandi mercati, fondi e trasferimenti Russi permettendo, potrebbe riuscire tra un po’ di anni ad essere energeticamente autosufficiente con un discreto livello industriale. Sembra assurdo che un’economia del genere possa arrischiarsi in una guerra mondiale distruttiva: la truffa mediatica , della guerra dell’Iran che gli USA stanno mettendo in piedi, serve solo a riaffermare un certo potere politico che andava inesorabilmente scemando.
Le dichiarazioni rilasciate dal segretario generale della Nato, Jaap de Hoop Scheffer, sulla probabilità che gran parte dell'Europa sarà protetta contro eventuali attacchi da Iran e Corea del Nord, eccetto il versante fronte sud-orientale, apre il dubbio sull’esclusione dell’Italia, di Grecia e Turchia da quest’alea di protezione. Le minacce non del tutto velate, vengono così lasciate tra le righe per colpire proprio degli Stati che attraversano da una parte, una profonda crisi politica, perché vi sono degli scontri all’interno che dividono l’opinione pubblica e i politici, e dall’altra che sono molto strategici per il passaggio degli oleodotti e come basi logistiche.
La Turchia per esempio deve decidere se entrare nell’Europa, divenendo poi il canale per il trasporto di energia e acqua per Israele e per alcuni stati Europei, la Grecia che stringe oggi una forte amicizia con Putin per il trasporto del Gas verso i Balcani viene colpita da tentativi innumerevoli di intimidazione. Quanto all’Italia, la sua posizione politica è ancora un qualcosa in divenire, perché delle forti lobbies stanno cercando di agganciarsi alla Russia per chiudere la questione energetica, mentre il Governo chiede la fiducia per affrontare le questioni di politica internazionale.

All’indomani del voto dell’allargamento della base di Vicenza i Senatori hanno deciso di azzardare il grande colpo e di fare gioco forza contro il governo, che tuttavia ha usato la crisi di governo per legare ancora di più a sé i parlamentari chiedendo di firmare un accordo ben preciso, se non si voleva andare a casa e abbandonare le care poltrone conquistate. Non è da escludere che questa crisi di governo è stata voluta per indebolire il Parlamento e non il Governo, che mantiene sempre la sua posizione intatta ed è riuscito a mettere in atto quel trasformismo politico che diversamente non poteva fare. Non sarebbe riuscito con le parole ad escludere certi personaggi della sinistra per stringere accordi con i centristi, che intanto si erano messi “nel mezzo”, ma invece con il ricatto del “tutti a casa” ha messo un po’ tutti d’accordo.
Berlusconi e Prodi stringono le loro mani, mentre Bertinotti e le Coop ottengono parte degli appalti per la costruzione della Base di Vicenza. Le manifestazioni di piazza sono state sempre isolate e dimenticate, spesso criminalizzate, ma stavolta invece la protesta di piazza è diventato un caso mediatico così grande da richiedere un voto di fiducia. Il risultato è stato che le proteste del popolo sono state strumentalizzate da quegli stessi politici che erano scesi a manifestare, perché i più alti rappresentanti del si erano già messi d’accordo per l’allargamento della base Nato.
Non esiste legge ordinaria che oggi riesce a infrangere quel patto che è stato stretto tra Italia e USA al termine della seconda guerra mondiale, per cui l’Italia subisce e subirà ancora per molto questa invasione e la prepotenza di una nazione che si considera padrone.

Piano di dislocamente della base Nato di Napoli JFC

Non dimentichiamo che il progetto per la base americana a Bagnoli, ex stabilimento Italsider di Napoli, è stato combattuto in silenzio da circa 2000 coltivatori diretti e imprese che non volevano perdere la loro attività, per veder costruire lungo la costa un vero e proprio Stato a se stante che non ha alcun legame o rapporto economico con la zona circostante. È un universo a parte al cui interno non arriva la legge italiana, ma costa ai cittadini un sacrificio che non può essere ripagato dal risarcimento dell’esproprio, come la perdita di opportunità future.
Il valore delle basi italiane è davvero incommensurabile, se si pensa che esistono molti canali di rifornimento dei mezzi dell’aeronautica che attraversano il Mediterraneo e arrivano sino all’Italia.
A dimostrazione di ciò si pensi alla denuncia del sindaco di Susegana (TV), per la scoperta di un oleodotto sotterraneo che collega le basi Usa di Aviano e Vicenza, collegato anche ad un deposito di carburante dell'Aeronautica militare italiana di Vezzano (La Spezia). Il petrolio, partendo dai porti della Turchia, arriva sino in Italia per poi raggiungere le basi per l’approvvigionamento di carburante: questa operazione non è attuabile in nessun altro paese con tanta facilità.

L’Italia dovrà rispondere ancora una volta a questa chiara minaccia della Nato, e quando lo farà probabilmente verrà liberato anche il nostro ostaggio, e magari sarà anche lui con “sana e robusta costituzione” come le Due Simone. I partiti radicali di sinistra, se così si possono definire, dove sono adesso mentre si insinua che l’Italia potrebbe rimanere indifesa dalla protezione dello scudo anti-missilistico, mentre si accenna alla possibilità che potrebbe essere in balìa degli attentati terroristici dell’Iran. Ma se chi fa le guerre ha potenza militare ed economica, oltre ad avere influenza politica, chi sono i terroristi che minacciano l’Italia?