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Bertinotti: giorno infausto

di Tatiana Genovese - 28/03/2007

 


Ad appena ventiquattro ore dalla votazione sul rifinanziamento della missione in Afghanistan il presidente della Camera Fausto Bertinotti è stato accolto all’Università la Sapienza da una cordata di fischi e contestazioni. Giunto ieri mattina presso la facoltà di lettere e filosofia per partecipare a un dibattito sulla cooperazione internazionale e lo sviluppo, preludio dell’inaugurazione della mostra “La rinascita delle favelas”, l’inquilino di Montecitorio ha trovato più di cento studenti che inalberavano striscioni sarcastici, ma quanto mai veritieri, come: “Bertinotti? No thanks”, “Bertinotti: un impegno concreto contro la guerra, spillette della pace per tutti!”, “Arruolati la non violenza va in guerra” e “8 marzo, la Camera vota la guerra in Afghanistan: giorno inFausto”.
Il piccolo corteo, organizzato dal Coordinamento dei collettivi riuniti nella Rete per l’autoformazione, area Rekombinant, oltre a protestare per l’impegno italiano nel conflitto afgano, contestavano anche la scelta del successore di Casini alla Camera di prendere parte all’incontro che è predisposto dall'Asvi, una ong legata al Movimento ecclesiale di Comunione e liberazione. Ma prima che l’ex sindacalista, entrasse nella facoltà, accompagnato dal rettore, già visibilmente preoccupato, dalla folla agguerrita di pacifisti si è levato un urlo in cui i tre aggettivi assassino, guerrafondaio e buffone, scandivano bene il pensiero che i giovani del collettivo dell’università capitolina si sono fatti su Bertinotti. A questo punto, però, la terza carica dello Stato, che fino ad allora era stato la perfetta rappresentazione della diplomazia, ha replicato ad uno dei giovani coristi: “Buffone sei tu... chiedimi scusa”. Alla fine Bertinotti ha raggiunto, sempre seguito da alcuni contestatori, l’aula del convegno, mentre all’esterno nascevano dei piccoli disordini tra manifestanti e addetti alla sicurezza con spintoni e insulti reciproci.
Immediatamente gli esponenti della sinistra si sono raccolti attorno al presidente di Montecitorio, manifestandogli la loro solidarietà e sostenendo che la contestazione a Bertinotti dimostra quanto sia netta la distanza tra la sinistra dell’Unione e l’estremismo di chi “rifiuta il confronto non violento” e non comprende gli elementi di novità, fintopacifisti, presenti nella politica estera del centrosinistra. Sull’altro fronte, invece, seppur, almeno in precedenza, non amanti delle manifestazioni, i politici di centrodestra hanno invece appoggiato l’azione dei giovani dei collettivi, e il senatore azzurro Maurizio Sacconi, ha anche chiosato che “il presidente della Camera dopo avere seminato tanto vento ora raccoglie tempesta”.
Ciò che è accaduto a Bertinotti, prima acerrimo sindacalista e rifondarolo ed ora aderente alla corrente del politicamente corretto, dimostra che è proprio vero quindi ciò che paventava Pietro Nenni nell’infinita rincorsa a sinistra: “C’è sempre un puro più puro che ti epura”, anche se in realtà, il presidente della Camera, aderendo alle strategie di palazzo, si è epurato da sé. Soltanto adesso, forse, la base di Rifondazione comincia ad aprire gli occhi.