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Montoneros: i peronisti contro la dittatura militare

di Manuel Zanarini - 03/06/2008

 

Per capire la storia dei "Montoneros", prima bisogna analizzare brevemente gli ultimi anni del Peronismo. Peron cercò negli anni '50 di avviare una linea politica "tercerista", cosa che come abbiamo visto coinvolge molti movimenti sudamericani, alternativa sia al capitalismo che al comunismo. In particolar modo durante il suo primo governo (1946-1955), attuò molte riforme "progressiste", mal accettate dalla parte conservatrice della società argentina, il che culmiò col golpe militare che sciolse il partito peronista e portò all'arresto di molti sindacalisti e militanti ad esso iscritti, così Peron esiliò nella Spagna franchista. Nel 1958, il governo tornò in mano ai "civili", in seguito ad elezioni in cui al partito peronista venne proibito di partecipare. Il neo presidente, il radicale Frondizi, iniziò una serie di privatizzazioni, che portarono in Argentina molti capitali stranieri, statunitensi in particolar modo. Nel 1962, in occasioni delle elezioni provinciali, venne consentito ai peronisti di candidarsi, e costoro vinsero le elezioni. Così l'Esercito decisero di annullarle e di fronte al rifiuto del governo, effettuarono un nuovo golpe. In seguito, fu un continuo alternarsi di governi civili e di militari.

Contemporaneamente, nacquero i primi gruppi che mani alla mano si opponevano ai militari. All'inizio degli anni Sessanta era nato l’Ejercito guerrillero del pueblo, composto da comunisti dissidenti, sostenitori del foquismo. In pochi mesi il gruppo fu sbaragliato. Nel 1964 nacque il Movimiento Revolucionario Peronista, cui aderirono vari gruppi minori, come braccio armato le Fuerzas Armadas Peronistas. Si formarono inoltre altri gruppi guerriglieri: il Frente argentino de liberación , marxista-leninista; le Fuerzas Armadas Revolucinarias in cui erano presenti cristiani, marxisti e peronisti; l'Ejercito revolucionario del pueblo, di ispirazione trozkista.

 

 In questo contesto, nel 1968, nasce il movimento dei Montoneros. Il nome deriva da un movimento contadino del XIX secolo, guidato da caudillos proprietari terrieri delle province interne che difendevano forme tradizionali di produzione agricola di fronte all'avanzare del capitalismo. Così come il peronismo, anche la loro composizione sociale e politica era molto variegata: cattolici dell'azione cattolica, marxisti, contadini, piccolo borghesi cittadini,ecc.

Fin dall'inizio si concentrarono più su azioni di "guerriglia", che non a una vera propria elaborazione di una piattaforma politica. Il movimento nacque per iniziativa di un gruppo di studenti dell'Azione Cattolica Argentina (Mario Firmenich, Fernando Abal Medina e Carlos Gustavo Ramus), i quali ritenevano legittimo impugnare le armi per opporsi ai militari sanguinari. Visti gli stretti legami tra chiesa cattolica e potere militare, ruppero i rapporti con l'Azione Cattolica, si diedero alla latitanza ed alla guerriglia urbana rivoluzionaria.

L'occasione si presentò quando il regime, nel 1969, spense nel sangue le proteste studentesche ed operaie nelle città di Rosario e di Cordoba. Infatti, costoro privati di rappresentanza parlamentare, avevano nell'insurrezione popolare l'unica forma di opposizione. Così l'anno successivo, i Montoneros entrarono in azione. 

Rapirono, processarono  attraverso un tribunale del popolo e infine giustiziarono il generale Pedro Alberto Aramburu, ex capo dello stato ed esponente dell'ala dura contro il peronismo, nonché presunto depositario del segreto dell'ubicazione del corpo di Eva Perón.

Inoltre, attuarono una fitta guerriglia urbana basata su assalti ai club esclusivi della capitale e alle sedi di compagnie commerciali straniere.

Nel 1973, si tennero delle elezioni presidenziali, stravinte dal partito peronista, così venne nominato Hector Campora, che però pochi gironi dopo si dimise per far rientrare, dopo un esilio quasi ventennale, Peron in Argentina.

 Nel giugno del 1973 Perón fece ritorno in Argentina, e in settembre fu eletto per la terza volta presidente della repubblica con il 60% dei voti.  Ma si stava già consumando la separazione tra Peron e Montoneros. Infatti, il giorno del suo rientro in patria, all'aeroporto di Baires, avvennero feroci scontri tra guerriglieri, che volevano scortare il caudillo fino al palazzo presidenziale al grido "Si Evita viviera seria montonera" e le squadre paramiltari, in particolar modo la "Tripla A" (Alianza Anticomunista Argentina9, che volevano assicurare una svolta a destra del nuovo governo peronista. I guerriglieri vennero sonoramente sconfitti. Ma la definitiva scissione avvenne il 1 Maggio 1974, quando durante il discorso ai lavoratori, Peron irrise i Montoneros che abbandonarono la piazza, tornando nella latitanza. La situazione precipita dopo che il 1 Luglio 1974, Peron muore lasciando il potere alla sua terza moglie, Isabelita, al secolo María Estela Martínez, eletta vicepresidente un anno prima, che si dimostrerà incapace di tenere testa agli scontri all’interno del peronismo, così in Agosto i Montoneros riaprono le ostilità.

Ma stavolta, il regime passa alla repressione sanguinosa, grazie soprattutto agli squadroni della morte della Tripla A, i quali rapiscono ed uccidono migliaia di dissidenti. Questo, inizialmente, favorì l'azione dei guerriglieri, i quali ottennero l'appoggio di molti studenti e operai,creando una rete di infrastrutture e coperure molto vasta,e        riuscirono ad uccidere molti ufficiali dell'esercito.

La situazione di particolare tensione sociale, portò nel Marzo 1976, al colpo di stato militare guidato dal Generale Videla, che mise in piedi il più spietato apparato di

repressione mai visto nella storia (in questo periodo ci saranno i deseparecidos). In risposta, i Montoneros lanciarono una grande campagna di attentati, ma nel 1977, i militari ottennero larghi successi sul piano della contro-guerriglia, anche a causa dell'isolamento sociale che colpì i Montoneros dovuto alla stanchezza che la popolazione "civile" maturò nei confronti del clima irrespirabile che colpiva il paese: furono uccisi oltre 2.000 guerriglieri. Alla fine del 1978, a seguito della repressione militare, che prevedeva rapimenti, torture ed uccisioni anche di semplici sospettati, tutti i leaders dei Montoneros erano o morti o in carcere o latitanti all'estero.

Nel 1979, i guerriglieri cercarono una controffensiva, che spingesse la popolazione a ribellarsi, ma il tentativo naufragò, ponendo fine all'esperienza "militare" dei Montoneros.

La sconfitta argentina nella guerra delle Falkland-Malvinas con l'Inghilterra. segnerà la fine della dittatura militare in Argentina, e consentirà il rientro in patria dei leaders dei Montoneros, tra cui il loro capo Firmenich.

 

Politicamente i Montoneros si rifanno al primo peronismo, soprattutto quello influenzato dalla figura di Evita, cioè quello più socilae. Spesso si accosteranno al movimento dei "descamisados", i contadini che furono la vera base sociale del primo peronismo. Non furono un gruppo propriamente marxista, anche se dopo il golpe Videla vi fu una forte "infiltrazione" di elementi marxisti e trotzkisty, ma fu più un movimento "tercerista", in stile di quello di Pastora in Nicaragua. Infatti, nel 1979, seppur in latitanza, Firmenich lancerà un appello a tutti i guerriglieri affinchè si arruolasssero per difendere la patria, durante il rischio di guerra col Cile.

Va inoltre ricordato, che durante la dittatura di Videla, l'Argentina ebbe molti contatti sia politici che commerciali con l'URSS, e che il Partito Comunista Argentino non venne mai messo fuori legge, destino ben diverso rispetto al Partito Peronista e ai Montoneros, i quali ricevettero l'appoggio di Cuba, per esempio.

Con la "normalizzazione" della vita politica argentina, il peronismo si divise in varie correnti partitiche, perdendo la spinta rivoluzionaria delle origini.