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Ferdinand Tonnies: Comunità e Società

di Francesco Bevilacqua - 15/09/2008

 

 

 

 

Ferdinand Tonnies nacque Oldenswort, in Germania, nel 1855. Insegnò diversi anni all’università di Kiel e, nel 1909, fondò assieme ad altri colleghi la Società tedesca di sociologia, finalizzata alla ricerca ed alla divulgazione scientifica e sociologica.

Morì a Kiel nel 1936.

 

Tonnies viene considerato da molti come il primo grande divulgatore del pensiero comunitarista in virtù della sua opera più importante, Gemeinschaft und Gesellschaft, pubblicata per la prima volta nel 1887.

In questo testo il sociologo tedesco propone per la prima volta un’analisi approfondita della Comunità (Gemeinschaft) in contrapposizione con la Società (Gesellschaft).

Per definire la Comunità Tonnies usa parole specifiche ed estremamente significative: la descrive infatti come una convivenza durevole, intima ed esclusiva i cui protagonisti sono uniti da un rapporto realmente sentito basato sul consensus, sulla reciproca comprensione. Colui che appartiene alla comunità lo fa anzitutto per adesione volontaria e manifesta, anche se di adesione vera e  propria non si può parlare poiché l’appartenenza si basa su presupposti la cui natura non appartiene alla sfera razionale, presupposti individuati da Tonnies ne “la medesima origine, gli stessi sentimenti e la stessa aspirazione fondamentale”.

Da queste parole si può subito notare una prima distinzione con il concetto rivale di Società: vi è in Tonnies una profonda avversione per il razionalismo proprio del pensiero illuminismo ed il contrattualismo applicato alla vita di gruppo proposto dai pensatori figli della rivoluzione francese. Tale avversione è peraltro particolarmente caratterizzante per quello che riguarda l’intero filone comunitarista e gli autori che ad esso appartengono.

Riferendosi alla sfera temporale, il sociologo traccia altre distinzioni fra Comunità e Società: mentre la prima si basa su retaggi ancestrali, antichi, quasi archetipali, la seconda è più recente e frutto di una semplice esigenza e perciò dettata dall’utile, dalla necessità del momento. La Comunità è inoltre durevole, in virtù dei legami reali e condivisi e della comunità d’intento che ne costituiscono le fondamenta; al contrario la Società, che poggia su legami futili e di natura materialista, è destinata a morire nel momento in cui l’utilità della convivenza viene meno.

 

Ad un livello macroscopico, d’insieme, la Comunità ha una natura olistica, da l’impressione di essere un organismo vivo e pulsante e non la semplice sommatoria di individualità. La Società al contrario si presenta fredda, meccanicistica, distaccata.

Il senso di questa contrapposizione è reso ottimamente dalle parole dello stesso Tonnies, che individua l’origine della Comunità nei “caldi impulsi del cuore” mentre la Società “procede dal freddo intelletto”. Ancora una volta, salta immediatamente all’occhio la profonda avversione del pensiero comunitarista per i principi post-rivoluzionari ispiratori del contratto sociale, della volontà generale, dei diritti umani e di tutte le teorie socio-politiche alla base del regime democratico.

 

Tonnies individua forme primitive di Comunità da sempre presenti nella storia umana: il rapporto fra madre e bambino, il rapporto fra uomo e donna ed il rapporto fra fratelli. Tali legami hanno un carattere sia istintivo (prevalente nei primi due tipi di rapporto) sia umano (che caratterizza il rapporto fra fratelli).

Sulla traccia di questi modelli primitivi Tonnies propone di organizzare le comunità future. Egli in realtà parte dalla critica all’evoluzione della socialità umana cui si assiste oggi, improntata sui presupposti propri della Società: atomizzazione sociale, urbanizzazione incontrollata, contesti di vita quotidiana disgreganti ed alienanti; uno scenario che si sposa perfettamente con il carattere utilitaristico e meccanicistico della Gesellschaft.

In opposizione ad esso, viene proposto il ritorno ad una dimensione più umana della vita sociale, com’era una volta nei piccoli villaggi primitivi, fornendo non un indicazione di carattere tecnico-urbanistico che rifiuta a priori il contesto cittadino quanto piuttosto un paradigma valido per le modalità attraverso cui avvengono i rapporti sociali, che devono essere frutto di una reale volontà di comunicare, condividere esperienze, sentimenti e valori, far crescere lo spirito comunitario tanto dentro sé stessi quanto all’interno della Comunità tutta.

 

E’ evidente come le idee di Tonnies non solo siano attuali ma costituiscano addirittura un’indicazione di importanza  capitale per cercare di arrestare e stravolgere l’avanzata della società materialista,  globale e massificata che si sta palesando oggi.

Si tratta quindi di rifiutare una concezione che ai tempi in cui scriveva il sociologo tedesco costituiva poco più che una teoria politica, un’idea di progresso, un terreno ideologico su cui poggiava l’economia capitalista che si stava perfezionando; insomma, caratterizzava più che altro le prospettive future verso le quali si stava evolvendo la società del tempo. Oggi queste prospettive si sono non solo concretizzate ma addirittura evolute in senso deteriore, rafforzate da progresso tecnologico, liberismo economico, annichilimento culturale ed un ritorno a un modello genuino, basato sul consensus che caratterizzava le comunità tradizionali, sta diventando un obiettivo sempre più difficile da raggiungere.