Al momento di pubblicare la notizia di Marco Cedolin sotto, apprendo dai TG che stanno effettuando gli espropri di terreni agricoli nelle periferie dei borghi terremotati di Abruzzo. Ogni qualvolta che sento la parola “esproprio”, trasecolo, un fremito mi percorre all’idea delle sofferenze di chi viene strappato dalla propria terra, dal suo orticello, dal suo pezzo di identità, come se gli strappassero un pezzo di sé, e non posso non pensare alla violenza inaudita inferta ai palestinesi, tutte le volte che si sradicano i loro ulivi, piante secolari essenziali per la loro identità culturale.
Quando sento quella infausta parola, non riesco ad allontare dalla mente quella mia persistente visione di un popolo, il nostro, spostato in campi profughi, container, camper o in squallide periferie di palazzoni tipo HLM, con strade larghe, private di verde, di negozi, di piazzetta, di fontana, di sagrato della chiesa, private del buio e delle stelle. Private del cielo blu. Cielo grigio di scie chimiche. Telecamere in ogni angolo. Privacy come gruviera. Nessun salotto cittadino. Nessun giardino. Nessuna fierezza. Solo una squallida prigione di cemento dove l’umano diventa alieno, si estranea, e il tessuto sociale si sfalda. Tutti debitori, tutti incasellati - persino le aiuole - in squallide statistiche attuariali.
NF
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Chi pagherà la ricostruzione in Abruzzo?
di Marco Cedolin
[fonte: http://ilcorrosivo.blogspot.com/2009/05/chi-paghera-la-ricostruzione-in-abruzzo.html]

In un emendamento al decreto legge per L’Abruzzo il governo ha scritto che “il contributo è determinato in ogni caso in modo tale da coprire integralmente le spese occorrenti per la riparazione, la ricostruzione nello stesso comune, o l’acquisto di un alloggio equivalente che rispetti le misure antisismiche”. Quanto basta per potere affermare trionfalmente in TV e sui giornali che lo Stato coprirà al 100% le spese di ricostruzione per i terremotati.
All’interno dello stesso emendamento si può però leggere che l’erogazione dei contributi funzionerà “anche con le modalità del credito di imposta e di finanziamenti agevolati”. Ed ecco l’inghippo, probabilmente destinato a concretarsi dopo la chiusura delle urne, in virtù del quale i cittadini abruzzesi scopriranno di essere costretti a “tirare fuori” in prima persona la maggior parte dei denari necessari per ricostruire le loro abitazioni.
di R.S.

Ciao Beppe,
sono una precaria aquilana, lavoravo come assegnista di ricerca nella facoltà di ingegneria, se vuoi vedere come è messa vai sul sito della facoltà e vedi che orrore!
Nella sfortuna però posso dire che la mia famiglia è salva, ma temo per il futuro di noi tutti.
A L’Aquila stanno per fare un macello tutto all’italiana. La nostra città ha un forte legame con la terra, in modo particolare nelle zone delle frazioni. Il comune dell’Aquila ha più di 40 piccole e piccolissime frazioni dove, meravigliosamente, ci sono ancora pecore e galline in libertà, uno spettacolo che ha del commovente.
Le case sono cadute, buttate giù da un terremoto che, ci fanno credere, è stato 5.8 (???).
Le speranze erano poche prima ed ora sono quasi nulle.
Il lavoro è sempre stato pochissimo da queste parti.
Adesso ci RUBANO anche la nostra terra per fare un abuso edilizio autorizzato!! Perchè non vanno in giro per il territorio e non abbattono i ruderi, le case che ormai sono a terra o quasi e non ricostruiscono lì lasciando fare al privato?? Ogni persona si rifà la casa NUOVA ED ANTISISMICA dove ERA la sua casa, senza andare a rubare la terra di una persona che magari ha sacrificato tutti i risparmi di una vita per comprare LEGALMENTE il suo fazzoletto di terra.
Mi chiedo se stanno requisendo anche i terreni che, dichiarati anche da prima edificabili, sono in mano ai costruttori!! La risposta non la sò…ma credo che quei terreni non saranno tolti ai costruttori.
Ci sono ettari ed ettari di terreni demaniali, perchè devono prendere terreni coltivati o coltivabili e toglierli a gente che, magari, di terra ci viveva?
Tutto questo è un orrore! Ci saranno terremotati di serie A e terremotati di serie B. Quelli di serie B oltre alla casa ci rimettono pure la terra!
Io voglio essere il tormento di tutti gli stronzi che sono venuti a L’Aquila senza sapere nulla della città, che ci hanno tolto il silenzio e la dignità del dolore, che hanno violato il nostro territorio dopo averci speculato e che adesso, non paghi, vogliono sfregiarlo ancora di più.
Che se ne vadano a casa loro a fare le prodezze edili e lascino a noi la nostra terra e la possibilità di ricostruire la nostra città ed i nostri borghi senza che vengano a mangiarci gli stessi che hanno costruito il nostro scandaloso ospedale.
Quale sarà il giro di mazzette attorno alla costruzione delle casette per gli sfollati? Chi ci mangerà? Chi ci guadagna con le emergenze e con le catastrofi? Perchè non lasciano fare a noi, agli aquilani? Perchè?
Grazie Beppe!

