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Il dossieraggio illegale di Telecom Italia

di Elio Lannutti - 18/06/2010

Le tre scimmiette di Telecom



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"Una gravissima intromissione nella vita privata delle persone mossa da logiche partigiane nella contrapposizione tra blocchi di potere economici e finanziari, logiche che tendono a beneficiare non gia' l'azienda come tale ma chi in un dato momento storico ne e' il proprietario di controllo". Mariolina Panasiti, Giudice dell'Udienza Preliminare, Milano.

Intervista al sen. Elio Lannutti, presidente di ADUSBEF.

Blog: "Elio Lannutti Presidente di ADUSBEF, parliamo di una vicenda molto importante che riguarda l’economia del Paese ma anche aspetti ancora più complicati. C’è una storia: un giornoin un’assemblea di azionisti di un importante società per azioni, c’è un pensionato che ha un gruzzoletto di azioni. Alza il dito perché dice che l’impresa di cui lui è un azionista non riesce a installargli di uno dei servizi di base. Questa impresa è Telecom Italia, questo pensionato è un uomo che ha bisogno dell’Adsl in casa e non riesce a farsela installare. Protesta con i vertici aziendali e l’azienda gli fa arrivare l’Adsl a casa - in questo caso si trattava di Adsl - però fa un bel dossier, viene spiato completamente. Da cosa? Dall’azienda stessa! Di cosa stiamo parlando? "

Le responsabilità di Marco Tronchetti Provera

Elio Lannutti: "Stiamo parlando di un dossieraggio illegale ordinato da Tronchetti Provera. Questo Marco Tronchetti Provera che ha gestito questa azienda trasferendo alcuni pezzi importanti, il patrimonio immobiliare alla Pirelli, al fido Carlo Buora, insieme anche a Riccardo Ruggiero e stiamo parlando proprio di fatti attualissimi. Proprio in queste ore il Gup di Milano ha affermato testualmente che i dossier illegali ordinati da Marco Tronchetti Provera e gli spioni come Ghioni e Tavaroli facevano parte di una ben studiata strategia per Marco Tronchetti Provera. Testualmente: "I dossier illegali, Gup, attività per interessi esclusivi di Marco Tronchetti Provera". Il Gup di Milano è Mariolina Panasiti e ormai è verità processuale depositata nell’ambito del patteggiamento degli altri attori di questa vicenda.
Parliamo dell’Italia degli spiati e dell’Italia degli spioni, parliamo dei ricattatori, parliamo di un potere economico marcio dove ci sono le cupole finanziarie che si legano: Tronchetti, Mediobanca e banchieri, pezzi dei servizi segreti deviati, probabilmente Opus Dei, massoneria e tutti quegli oligarchi che hanno messo in piedi una rete parallela di spionaggio per favorire i loro esclusivi interessi economici a danno dei cittadini, della collettività, degli utenti della Telecom che pagano il canone. Da questo emergono anche altri fatti inquietanti che riguardano alcuni omicidi strani, quello di Niki Gatti che si è suicidato nel carcere di Sollicciano nel 2008 il 24 giugno 2008 la mamma chiede giustizia e quella giustizia gli viene negata. Com'è morto Niki Gatti? Nessuno lo sa e ci sono state archiviazioni che lasciano dubbi e sulle quali ho presentato un’interrogazione, un’interpellanza parlamentare e da lì c’è un altro filo sottile che arriva ai nostri giorni e a Telecom Sparkle, la vicenda ultima di Fastweb dell’ex Sen. Di Girolamo e di tutte le altre tangenti, riciclaggio. Però da lì ci sono altri fili che vanno a un commissario di polizia, uno molto bravo, uno molto importante, si chiamava Adamo Bove e venne - secondo me - suicidato nel 2006 in un cavalcavia a Napoli.
Era un ex poliziotto, responsabile della security governance di Telecom Italia, parcheggiava l’auto al lato della strada e si gettava dal cavalcavia di Via Cilea nel quartiere Vomero a Napoli morendo sul colpo.
Questa Italia dei misteri che lega, salda gli interessi economici con il potere politico, con quello dei servizi segreti deviati e non, con pezzi probabilmente anche del governo che non hanno interesse a far venire a galla la verità. Noi cercheremo di batterci e chiediamo anche che l’attuale dirigenza della Telecom, l’abbiamo chiesto con Beppe Grillo all’ultima assemblea degli azionisti, l’abbiamo chiesta per la seconda, per la terza volta a Rozzano, solo noi ci eravamo a difendere i diritti dei lavoratori e degli azionisti - noi e un comico: Beppe Grillo. Gli altri non si sa dove erano. C’erano anche le rappresentanze sindacali che difendevano il posto di lavoro. Noi chiediamo che la verità emerga e che questo filo rosso che conduce tre episodi inquietanti della storia di questo Paese, la verità deve emergere, deve venire a galla, ci batteremo per farla venire a galla. L’attuale dirigenza della Telecom deve fare un’azione di responsabilità verso Tronchetti Provera, verso Buora che è un signore che se ne è andato con buonauscita milionaria e stava anche alla Pirelli e con Riccardo Ruggiero. Noi non gli daremo tregua.

Blog: "C’è poi un altro aspetto, mettendo le mani su Telecom Tronchetti Provera, l’attività di dossieraggio ne è la dimostrazione, ha potenzialmente potuto controllare fatti privati di chiunque avesse la disponibilità. Questo secondo alcuni lo ha reso intoccabile Tronchetti Provera non è imputato dei reati ascritti alla security e lui ha dichiarato che questa fosse una struttura addirittura autoreferenziale, che Tavaroli, Ghioni e tutta la compagnia si fossero bevuti il cervello e avessero lavorato 'motu proprio'."

E. Lannutti: "Nella disposizione del Gup Mariolina Panasiti oltre a trasmettere gli atti alla Procura perché valuta se aprire nuove indagini su Tronchetti Provera, parla di “un’intromissione gravissima nella vita privata delle persone mossa da logiche partigiane nella contrapposizione tra blocchi di potere economici e finanziari, logiche che tendono a beneficiare colui che in quel momento storico era il proprietario di Telecom Italia” quindi non sono solo illazioni, è verità processuale!"