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Qualcosa puzza in Wikileaks…

di William Engdahl - 30/11/2010



Qualcosa puzza in Wikileaks…

 

Dal rilascio drammatico di un video militare USA di un attacco aerea statunitense contro dei giornalisti inermi in Iraq, la notoriteà di Wikileak ha guadagnato credibilità a livello mondiale come sito web audace, che rilascia al pubblico materiale sensibile fornito da informatori all’interno dei vari governi. Il loro ultimo “colpo” coinvolge la presunta fuga di migliaia di pagine di documenti sensibili riguardanti, presumibilmente, informatori degli Stati Uniti tra i talebani in Afghanistan, e il loro legame con personale collegato all’intelligence militare pakistana. L’evidenza suggerisce però che, lungi dall’essere una fuga genuina, sia una disinformazione calcolata a vantaggio degli Stati Uniti e forse dell’intelligence indiana e di Israele, e un cover-up del ruolo degli Stati Uniti e dell’occidentali nel traffico di droga in Afghanistan.
Dal momento della pubblicazione dei documenti afgani, qualche giorno fa, la Casa Bianca di Obama ha fornito credibilità alle fughe, sostenendo che ulteriori fuoriuscite rappresenteranno una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Eppure, i dettagli dei documenti rivelano uno scarso valore sensibile.  La figura più preminente di cui si accenna, il generale (a riposo) Hamid Gul, ex capo dei servizi segreti militari pakistani, ISI, è l’uomo che durante gli anni ’80 ha coordinato la guerriglia finanziata dalla Cia dei mujaheddin in Afghanistan, contro il regime sovietico. Negli ultimi documenti di Wikileaks, Gul è accusato di aver regolarmente contattato Al Qaeda e i taliban, guidando personale e orchestrando attacchi suicidi contro le forze NATO in Afghanistan.
I documenti trapelati, sostengono anche che Usama bin Ladin, dato per morto tre anni fa dalla compianta candidata del Pakistan, Benazir Bhutto, alla BBC, sia ancora vivo, a tenere comodamente in vita il mito dell’amministrazione Obama della Guerra al Terrore, in un momento in cui la maggior parte degli statuntensi avevano dimenticato il motivo originale per cui l’amministrazione Bush aveva invaso l’Afghanistan, perseguire il saudita Bin Ladin per gli attacchi del 9/11.

Demonizzare il Pakistan?
Nominare oggi Gul quale  collegamento fondamentale con i taliban afghani, “fa parte” di uno schema più ampio dei recenti sforzi di Stati Uniti e Gran Bretagna per demonizzare il regime attuale del Pakistan, quale parte fondamentale dei problemi in Afghanistan. Tale demonizzazione aumenta notevolmente la posizione del recente alleato militare degli Stati Uniti, l’India. Inoltre, il Pakistan è l’unico paese musulmano in possesso di armi atomiche. Le Forze di Difesa Israeliane e l’agenzia di intelligence israeliana Mossad, avrebbero molto da guadagnare nel cambiare tale situazione. Una campagna di falsi contro il politicamente schietto Gul, via Wikileaks, potrebbe essere parte di questo sforzo geopolitico.
Il Financial Times di Londra ha detto che il nome di Gul compare in circa 10 dei 180 documenti USA classificatori, che sostengono che i servizi d’intelligence del Pakistan supportato i militanti afghani che combattono le forze Nato. Gul ha detto al giornale, che gli Stati Uniti hanno perso la guerra in Afghanistan, e che la fuga di documenti potrebbe aiutare l’amministrazione Obama a deviarne la colpa, suggerendo che il Pakistan ne sia responsabile. Gul ha detto “Sono un capro espiatorio molto desiderato dall’America. Non possono immaginare che gli afghani possano vincere le guerre per conto proprio. Sarebbe un peccato vergognoso persistere sul fatto che vecchio generale di 74 anni viva una vita ritirata manipolando i mujaheddin in Afghanistan, col risultato di sconfiggere gli USA”.
Notevole che, alla luce dei più recenti documenti afghani di Wikileaks, sia sotto i riflettori il 74enne Gul. Come ho scritto in un pezzo precedente sull’Afghanistan e il Kirghizistan, Gul è stato esplicito circa il ruolo dei militari USA nel contrabbando di eroina al di fuori dall’Afghanistan, attraverso la base aerea di massima sicurezza di Manas, in Kirghizistan.
Come pure, in una intervista all’UPI del 26 settembre 2001, due settimane dopo gli attacchi del 9/11, Gul abbia dichiarato, in risposta alla domanda chi ci fosse dietro l’11 settembre? ‘Il Mossad e dei suoi complici’. Gli Stati Uniti spendono 40 miliardi di dollari all’anno le loro 11 agenzie di intelligence. Questo fa 400 miliardi di dollari in 10 anni. Eppure l’amministrazione Bush (Obama) dice che è stata colta di sorpresa. Io non ci credo. A 10 minuti che la seconda torre gemella fosse colpita nel World Trade Center, la CNN aveva detto che Usama bin Ladin era il responsabile. Ciò era disinformazione pianificata dai veri colpevoli…”1 Gul chiaramente non è ben voluto a Washington. Sostiene che la sua richiesta di visto di viaggio per il Regno Unito e negli Stati Uniti sua stata ripetutamente negata. Fare di Gul un acerrimo nemico sarebbe molto comodo per Washington.

Chi è Julian Assange?
Il fondatore Wikileaks e auto-definitosi “redattore capo”, Julian Assange, è un misterioso 29enne australiano del quale poco si sa. È improvvisamente diventato una figura pubblica di spicco, offrendosi di mediare con la Casa Bianca nel corso delle fughe di notizie. …
Ma un esame più approfondito della posizione pubblica di Assange su una delle questioni più controverse degli ultimi decenni, le forze che stanno dietro gli attacchi dell’11 settembre 2001 al Pentagono e al World Trade Center, mostra di essere curiosamente convenzionale. Quando il Belfast Telegraph lo ha intervistato il 19 luglio, ha affermato, “C’è sempre gente che alimenta il segreto, che conducono una cospirazione. Quindi ci sono cospirazioni ovunque. Ci sono anche le teorie cospirative pazzsche. E’ importante non confondersi su queste due”.
E quelle sul 9/11?
“Sono costantemente infastidito dal fatto che le persone siano distratta da cospirazioni false come quelle sul 9/11, quando tutto intorno a noi ci dimostra congiure reali per la guerra o pra la frode finanziaria di massa.”
E il Bilderberg?:
“Questo è vagamente cospirativo, nel senso di una rete. Abbiamo pubblicato i resoconti delle loro riunioni.” (2)
Questa affermazione da una persona che si è costruito la reputazione di essere contro l’establishment è più che notevole. In primo luogo, come migliaia di fisici, ingegneri, militari e piloti di linee aeree hanno testimoniato, l’idea che 19 arabi addestrati a malapena e armati di taglierini, potessero dirottare quattro aerei di linea degli Stati Uniti ed eseguire il quasi impossibile attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono, su un arco di tempo di 93 minuti, senza nessuna intercettazione del NORAD dell’aviazione militare, è incredibile.  Proprio chi ha eseguito l’attacco da professionisti, è un problema per una vera inchiesta internazionale imparziale.
Degno di nota per la blanda negazione che Assange avanza su un qualsiasi sinistro complotto sul 9/11, è la dichiarazione in un’intervista alla BBC dell’ex senatore statunitense Bob Graham, che ha presieduto la United States Senate Select Committee on Intelligence, quando ha effettuato l’inchiesta congiunta sul 9/11.
Graham aveva detto alla BBC: “Posso solo affermare che sul 9/11 ci sono anche molti segreti, informazioni che non sono state messe a disposizione del pubblico secondo cui esistono specifiche e credibili risposte concrete, e che il mantenimento di quei segreti avrebbe eroso la fiducia del pubblico sul suo governo, per quanto riguarda la propria sicurezza.”
BBC: “Il senatore Graham ha rilevato che un cover-up è stato attuato nel cuore dell’amministrazione.”
Bob Graham: “Avevo chiamato la Casa Bianca e parlato con la Rice, che aveva detto: ‘Guarda, ci è stato detto che otterremo una cooperazione in questa indagine, e lei disse che doveva considerare la cosa più attentamente, e non è successo niente’”.
Naturalmente, l’amministrazione Bush è stata in grado di utilizzare gli attacchi del 9/11 per lanciare la sua guerra al terrorismo in Afghanistan e poi in Iraq, un punto che Assange convenientemente omette.
Da parte sua, il generale Gul sostiene che l’intelligence statunitense ha orchestrato Wikileaks sull’Afghanistan, per trovare un capro espiatorio, Gul, da incolpare. Convenientemente, come a un segnale, il primo ministro conservatore britannico David Cameron, in visita di stato in India, si è scagliato contro il presunto ruolo del Pakistan nel sostegno dei taliban in Afghanistan, conferendo adeguata credibilità alla storia di Wikileaks. La vera storia di Wikileaks, chiaramente non è stata ancora raccontata.

1 Generale Hamid Gul, intervista del 2001 di Arnaud de Borchgrave a Hamid Gul, ex capo dell’ISI, UPI, ristampato nel luglio 2010
2 Julian Assange, Intervista al Belfast Telegraph, 19 luglio 2010.

Fonte: http://www.engdahl.oilgeopolitics.net/Geopolitics___Eurasia/WikiLeaks/wikileaks.html 3 agosto 2010

Traduzione di Alessandro Lattanzio