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La catastrofe del partito democratico

di James Petras - 19/12/2010

E LA SCONFITTA DELLA SINISTRA E DEL CENTROSINISTRA: UNA TENDENZA MONDIALE



La sconfitta elettorale riportata lo scorso 2 Novembre dal partito democratico americano non può essere attribuita solamente al fallimento delle politiche del presidente Obama, della leadership del Congresso o dei loro consiglieri economici di lunga data. E nemmeno la sconfitta di quello che passa per il ‘centro-sinistra’ americano è limitata agli Stati Uniti: è un percorso che si sta sviluppando a livello mondiale, in paesi così diversi tra loro come Grecia, Portogallo, Spagna, Inghilterra e Giappone.

La domanda centrale è: perché i partiti di sinistra e di centrosinistra che sono al governo si trovano in crisi dappertutto, e lo saranno anche nel prossimo futuro?

La Sinistra e il Centrosinistra: Vincitori nel Passato, Perdenti nel Presente

In passato i partiti di sinistra sono stati i beneficiari delle crisi capitalistiche: gli attuali regimi conservatori, che hanno presieduto alla recessione economica o che sono stati ritenuti responsabili per i disastri militari, sono stati esautorati da partiti di sinistra pronti a fare investimenti pubblici su larga scala e nel lungo periodo, sovvenzionati da tassazioni progressive su ricchezza e capitale, e a imporre programmi di austerity sui ricchi e benestanti.

Al contrario, nei giorni nostri i regimi di sinistra e di centrosinistra presiedono a economie di stampo capitalista che cavalcano la crisi e amministrano politiche socio-economiche regressive, strutturate in modo tale da promuovere il recupero delle maggiori imprese finanziarie a discapito dei salari, dei programmi sociali, delle pensioni e dei sussidi di disoccupazione.

Come conseguenza, la sinistra e il centrosinistra sono divenuti i principali perdenti politici nell’attuale crisi economica, collezionando ostilità e rifiuto da parte delle grandi masse dei loro ex sostenitori della classe dei lavoratori.

Negli ultimi anni, l’elezione di partiti di sinistra ha visto dovunque il sorgere di una profonda polarizzazione tra base elettorale e leadership del partito al governo. Da nessuna parte i partiti di sinistra hanno osato andare contro il potere o le prerogative della classe realmente capitalista dei banchieri e degli investitori, i quali stanno all’origine della crisi. Invece, con una logica perversa e reazionaria, i partiti di sinistra e di centrosinistra hanno esercitato il proprio potere attraverso il tesoro per rifinanziare il capitale, attraverso la polizia e gli organi giudiziari per reprimere il movimento dei lavoratori e attraverso i mass media per giustificare le politiche di tipo regressivo (specialmente attraverso la paura anti-‘caos’).

In Grecia, il regime socialista pan-ellenico (PASOK) ha licenziato decine di migliaia di impiegati pubblici e le sue politiche fiscali restrittive hanno determinato un incremento del tasso di disoccupazione dall’8% al 14%. E’ stata aumentata l’età pensionabile, sono state tagliate le pensioni e gli interventi di welfare nonché alzati i costi del servizio pubblico, mentre i banchieri stranieri e nazionali, i proprietari di navi e gli investitori d’oltremare sono stati messi nella situazione di poter acquisire proprietà e imprese in difficoltà a prezzi molto bassi.

Simili politiche sono state adottate anche in Spagna e in Portogallo, dove gli stipendi e i posti di lavoro dei pubblici impiegati sono stati drammaticamente ridotti, le pensioni e gli interventi di welfare diminuiti, la sicurezza sul lavoro deregolamentata ed è stata concessa ai datori di lavoro una libertà di assumere e licenziare come mai in precedenza.

Prima della sconfitta del partito laburista inglese, dopo più di un decennio passato a promuovere una selvaggia speculazione edilizia e finanziaria non regolamentata che ha portato al tracollo economico, la leadership dei laburisti stava pianificando licenziamenti massivi e tagli nei programmi di assistenza sociale.

Negli Stati Uniti, Obama e i democratici sono stati eletti sulla base delle loro promessa di rimediare alle preoccupazioni dei lavoratori, che sono messi sul lastrico dal crollo di Wall Street. Al contrario, la Casa Bianca ha sborsato miliardi di dollari attingendo ai proventi delle tasse per salvare le principali istituzioni bancarie, finanziare e speculative responsabili del collasso, mentre la disoccupazione è salita al picco del 20% e 10 milioni di proprietari d’immobili hanno perso le loro case per colpa dei pignoramenti legati ai mutui.

Perché la Sinistra e il Centro-Sinistra Intensificano la Crisi

Negli ultimi 30 anni i partiti di sinistra e di centrosinistra, che un tempo si identificavano negli interessi della classe operaia e nelle riforme dello stato sociale, sono stati sempre più coinvolti nella gestione del sistema capitalistico – spingendosi fino a promuovere le forme più parassitiche e instabili di speculazione finanziaria. Fintantoché i profitti capitalistici e gli investimenti speculativi crescevano, i regimi di sinistra e di centrosinistra credevano che, tramite le tasse, sarebbero riusciti ad accantonare un sufficiente provento fiscale tale da consentire degli investimenti nell’ambito sociale in grado di placare il voto popolare su cui essi stessi si fondavano. I partiti di sinistra e di centrosinistra hanno eliminato in modo sistematico anche le ultime tracce di socialismo, sicurezza sociale e di redistribuzione alternativa.

Mentre ci conduceva verso la crisi finanziaria, la leadership politica di questi partiti non ha voluto prendere in considerazione nessuna soluzione diversa da quella che hanno attuato, di promozione delle politiche delle grosse aziende e degli interessi delle banche. Quando il tracollo del 2007-2010 si è verificato, l’intera dirigenza dei partiti di sinistra e di centrosinistra era così profondamente integrata nelle istituzioni, nelle politiche e nelle azioni delle principali strutture finanziarie private, che l’unica soluzione che ha potuto proporre è stata di sacrificare il tesoro pubblico per riportare alla profittabilità i leader capitalisti e le istituzioni speculative. In altre parole, i partiti di sinistra e di centrosinistra americani ed europei erano preparati a far fuori più di 50 anni di conquiste sociali. I vecchi legami con i loro elettori della classe operaia, gli alleati dei sindacati, i dipendenti pubblici e i pensionati hanno ricevuto il benservito, nessuno escluso. Il solo interesse che tali partiti volevano tenere in considerazione era ripristinare le condizioni di profittabilità per favorire i grandi investitori internazionali e nazionali.

Questa recessione economica ha forzato i partiti di sinistra e di centrosinistra ad abbandonare ogni pretesto per cui essi avrebbero potuto soddisfare banchieri e dipendenti pubblici, società e lavoratori, investitori e pensionati. La crisi ha rivelato la profonda distanza che si frappone tra i lavoratori e i leader politici della sinistra e del centrosinistra.

Le selvagge misure di austerità di classe, imposte ripetutamente sulla classe dei lavoratori ogni 3/6 mesi, in contrasto con gli ingenti e ripetuti sussidi al capitale, rivelano la vera vocazione degli attuali regimi di sinistra e di centrosinistra. Non c’è mai stato un problema di scelta: dal loro ingresso al governo e dai loro maggiori impegni economici, ai successivi accordi con le maggiori banche mondiali, è diventato ovvio che i regimi dei Papandreou (Grecia), di Socrates (Portogallo), di Zapatero (Spagna) e di Obama (USA) si sono organizzati per utilizzare il pieno potere dello stato al fine di sacrificare il lavoro per salvare il capitale.

Conseguenze delle Politiche e delle Azioni della Sinistra e del Centrosinistra

Fin dall’inizio, i partiti di sinistra e di centrosinistra hanno deciso che era tutto da contrattare (e da concedere) con i banchieri e che non c’era nulla da negoziare o su cui trovare un compromesso con le rappresentanze dei lavoratori. La recessione era troppo profonda, gli interessi capitalistici e le istituzioni erano ‘troppo grandi per fallire’ e il lavoro era, agli occhi di quei partiti, troppo sostituibile: “Lasciamoli marciare e urlare nelle strade”. La disoccupazione ha raggiunto numeri a doppia cifra dappertutto. I vecchi accordi che erano stati raggiunti tra i sindacati e i partiti sono stati sottoposti a forti pressioni dovunque (tranne che in America e nel Regno Unito) dai lavoratori delle fabbriche, dai dipendenti pubblici, e dai pensionati nei centri per gli anziani.

Scioperi generalizzati si sono ripetuti in Francia, Spagna, Portogallo e Italia. I regimi di sinistra e centrosinistra si sono rifiutati in modo risoluto di fare qualsiasi concessione ai lavoratori. La crisi e le politiche restrittive si sono trasformate nella base per una vera lotta di classe: i partiti erano determinati a tornare indietro di più di 50 anni nelle conquiste dei lavoratori. Gli scioperi generali erano battaglie difensive per proteggere tutto quello che era stato conquistato in termini di miglioramento degli standard di vita. I lavoratori di tutta Europa si sono resi conto delle abominevoli condizioni di lavoro e di welfare esistenti negli Stati Uniti, dove i sindacati sono diventati degli zerbini e i cui dirigenti milionari continuano a utilizzare i fondi per finanziare i Democratici e per proteggere i privilegi e la ricchezza della burocrazia.

Conclusioni

Il prezzo che partiti di sinistra e di centrosinistra stanno pagando in termini elettorali a fronte della loro decisione di sacrificare i lavoratori per salvare le banche: la recente sconfitta elettorale di Obama è solo un preavviso delle future perdite per Spagna, Grecia, socialisti portoghesi e altri regimi di sinistra e centrosinistra. Le politiche restrittive hanno li hanno portati a ‘cadere tra due sedie’: essi allontanano i lavoratori e rafforzano la classe capitalista, che già possiede i propri ‘naturali’ partiti capitalisti conservatori. L’estrema destra sta dovunque avanzando, facendo capire che la sconfitta del centrosinistra è un’opportunità di andare a fondo e di allargare l’assalto sui diritti dei lavoratori, sul welfare sociale e su ogni apparenza di protezione legale.

Di fronte a un simile attacco, la difesa principale dei lavoratori militanti dell’Europa meridionale è lo sciopero (totalmente assente per più di un secolo in America). Ma anche in questo caso, visto il feroce supporto delle classi che governano in tutta Europa (e negli Stati Uniti) per le politiche di restrizioni regressive, sta diventando chiaro che l’esperienza positiva della diffusa solidarietà di classe non è abbastanza. In Grecia ci sono stati sei scioperi generali. La Francia è stata bloccata da uno sciopero nazionale. La Spagna ne ha altri in programma. Ma i loro partiti di sinistra e centrosinistra continuano a tagliare e a bruciare i diritti dei lavoratori e gli standard di vita.

Cosa servirà per fermare e ribaltare questa inarrestabile forza capistalista? E’ chiaro che i partiti di sinistra e di centrosinistra, così come li conosciamo, sono parte del problema e non la soluzione. Riusciranno i nuovi partiti e movimenti dei lavoratori a uscire allo scoperto e a combinare scioperi generali di massa con sfide per il nuovo potere? Questo crescente potere della destra elettorale porterà a una crescita parallela della sinistra?

Ad oggi poco o niente della polarizzazione politica tra sinistra e destra appare all’orizzonte in America, dove la maggior parte dei leader sindacali sono legati al partito democratico. Viceversa, in Europa, e soprattutto in Francia, Grecia, Portogallo e Spagna, le battaglie delle masse extraparlamentari continueranno e forse si intensificheranno, aumentando il fantasma di possibili sommosse popolari se le condizioni continueranno a peggiorare.

Titolo originale: "The Democratic Party Debacle and the Demise of the Left-Center Left: A Worldwide Trend"

Fonte: http://petras.lahaine.org/


Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di RACHELE MATERASSI