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La deforestazione in Cambogia tra villaggi turistici cinesi e piantagioni di gomma

di Fabio Polese - 30/04/2012

Fonte: agenziastampaitalia


La foresta incontaminata del Botum Sakor National Park, nella Cambogia sud occidentale, che una volta era abitata da splendide tigri ed elefanti, sta rapidamente scomparendo per lasciare spazio a villaggi turistici per ricchi e piantagioni di gomma. La Tianjin Union Development Group, un’impresa immobiliare cinese, sta trasformando 340 chilometri quadrati di Sakor Botum in una vera e propria città turistica per il gioco d’azzardo dove poter fare “feste e baldoria”.

 
Il 26 aprile, Chut Wutty, direttore di Natural Resource Protection, un’associazione ambientalista con sede nella capitale Phnom Penh, particolarmente impegnato contro la deforestazione, è stato ucciso durante uno scontro a fuoco con la polizia militare mentre accompagnava dei giornalisti del quotidiano Cambodia Daily vicino al confine con la Thailandia, per investigare su un disboscamento nell’area. Secondo la ricostruzione del portavoce della polizia, Chut Wutty era armato e avrebbe aperto il fuoco per primo al posto di blocco nelle vicinanze di una centrale idroelettrica cinese uccidendo un agente. Il Phonom Phen Post, invece, citando un attivista, ha riportato che l’agente sarebbe stato ucciso da proiettili sparati dalla stessa polizia.

Chut Wutty aveva recentemente affermato che queste zone erano “tutta foresta, ma poi il governo ha venduto la terra ai ricchi – e ha continuato - le riserve naturali in Cambogia potrebbero presto sparire del tutto, vendute a investitori cinesi. Il disboscamento e la deportazione degli abitanti dei villaggi dalle loro terre accadono sempre più spesso nel nostro Paese”.

Secondo un rapporto stilato dalla Cambodia Human Rights and Development Organization, nel solo anno 2011, il governo cambogiano ha concesso terreni, molti dei quali riserve e parchi naturali, per oltre 7000 chilometri quadrati a decine di aziende private.

Insomma, anche in Cambogia, affaristi senza scrupoli hanno messo i loro artigli sulle risorse naturali e, in poco tempo, le incontaminate foreste potrebbero scomparire per fare spazio al business del mondo moderno.

Una riflessione è d’obbligo: “Quando avrete abbattuto l’ultimo albero, quando avrete pescato l’ultimo pesce, quando avrete inquinato l’ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro”, Ta-Tanka I-Yotank (Toro Seduto). Meditiamo.