Non è civiltà europea ma quella che all'Europa è stata imposta
di Daniele Perra - 08/12/2025

Fonte: Daniele Perra
Curioso che ci sia ancora chi si sorprende di fronte al fatto che gli Stati Uniti considerino l'Unione Europea come un'entità ostile. Tra l'altro, la cosa non è di certo una prerogativa dell'amministrazione Trump (che già lo affermò a chiare lettere nel corso del suo primo mandato, utilizzando il termine "foe", traducibile come "avversario", soprattutto economico in questo specifico caso). Tale sentimento è comune pure tra neocon e democratici, con la sostanziale differenza che questi, al posto di dirlo apertamente, agiscono in modo ostile distribuendo pacche sulle spalle e sorrisi.
Inoltre, sarebbe utile ricordare che questa "Europa", questo Moloch normativo-mercantilista privo di anima realmente politica, è in larga parte una creazione nordamericana. Una costruzione iperallargata e realizzata in coordinazione con l'espansione della NATO (altra costruzione USA) al preciso scopo di favorire le divisioni interne ed impedire (come affermava Brzezinski) che questa potesse avanzare istanze di reale autonomia o interferire con i piani nordamericani nel Mediterraneo e Vicino Oriente. Non è un caso che i personaggi che volevano una UE forte ed autonoma rispetto agli USA siano stati eliminati fisicamente (penso ad Alfred Herrhausen, ad esempio).
Ancora, vorrei ricordare che le azioni ostili degli USA verso l'UE non sono di certo iniziate con l'elezione di Donald J. Trump. In concomitanza con la nascita dell'euro, moneta potenzialmente rivale del dollaro, gli Stati Uniti (e la NATO) hanno portato la guerra in Europa, bombardando la Serbia per oltre due mesi. Con il risultato di una immensa fuga di capitali dal Vecchio Continente. Quando si sono accorti che parte di questi stavano finendo in Cina, poi, è arrivato l'"accidentale" bombardamento dell'ambasciata cinese a Belgrado. Nel 2003, ancora, hanno attaccato l'Iraq che aveva optato per l'euro come valuta di riferimento per le transazioni petrolifere (senza considerare il ruolo che compagnie francesi e tedesche stavano acquisendo nel medesimo settore a Baghdad). Successivamente, fu il turno della crisi del debito greca, forse inevitabile ma indubbiamente spinta dalle agenzie di rating USA con conseguente macelleria sociale eseguita (anche con una discreta dose di sadismo) dalle élite atlantiste europee. Si possono fare innumerevoli altri esempi (l'uscita dall'accordo nucleare con l'Iran ha causato solo per l'Italia una perdita in commesse commerciali di quasi 30 miliardi, senza considerare il potenziale in termini di contratti energetici). Ma il caso più evidente, oltre alle crisi migratorie più o meno imposte, è quello del golpe ucraino, costruito e realizzato ad arte per sganciare il potenziale industriale europeo dalle risorse russe. Dunque, niente di particolarmente nuovo sotto il cielo. Tuttavia, fa quasi ridere che nella nuova strategia di sicurezza nazionale di Washington si parli del rischio di "cancellazione della civiltà europea", che non è civiltà europea ma quella che all'Europa è stata imposta. Il politologo russo Sergej Karaganov, a questo proposito, ha ricordato come la democrazia liberal-capitalista sia in realtà il modello più facilmente infiltrabile e, di conseguenza, controllabile dall'esterno (soprattutto da una potenza extra-continentale che di democratico, in realtà, ha ben poco). Quindi, da oltreoceano ci stanno dicendo: la vostra "americanizzazione" è ormai obsoleta. Dovete ri-americanizzarvi, seguendo il nuovo modello. La nuova strategia di sicurezza nazionale, inoltre, è un vero bagno di realismo geopolitico. Washington dice a chiare lettere che il suo primato globale sta svanendo (non sono più l'attore hollywoodiano che salva il mondo). E dice chiaramente all'Europa: non possiamo più difendervi però rimaniamo con i nostri uomini sul continente; dovete comprare le nostre armi e obbedirci.

