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La differenza tra i morti in Siria e in Afghanistan

di Massimo Fini - 05/06/2012

 

Non credo a una sola parola delle notizie che da un anno ci giungono dalla Siria. Non credo nemmeno alla strage dei bambini perpetrata a Hula dai mezzi pesanti di Bashar Assad. Non che quella carneficina non vi sia stata, dubbio è che la responsabilità sia delle truppe del regime. Il capo dei caschi blu Robert Mood ha dichiarato che "le circostanze che hanno portato a queste tragiche morti sono ancora poco chiare". Si potrebbe benissimo trattare di una provocazione degli insorti per indurre le Nazioni Unite a a intervenire nella guerra civile serpeggiante in Siria. Le guerre moderne sono innanzitutto guerre mediatiche, anche se poi le carneficine sono, purtroppo, vere. Non credo alle notizie e alle immagini che ci vengono dalla Siria filtrate dei media occidentali. Ho ancora troppo presente quanto accadde in Serbia per la questione del Kosovo. Fra la fine del 1998 e l’inizio del 1999 la CNN, seguita poi da tutte le tv occidentali, cominciò a trasmettere, quasi ogni giorno, immagini di eccidi compiuti dalla milizie paramilitari serbe ai danni di civili albanesi.

Le immagini erano sempre diverse per cui sembrava che effettivamente in Kosovo fosse in atto un genocidio, ma in realtà si riferivano a due soli episodi per un totale di 205 vittime. Una cosa grave certamente non tale però da giustificare un intervento militare straniero, e sempre che un simile intervento sia giustificabile in una guerra civile. Ho l’impressione che lo stesso copione si stia ripetendo in Siria. Dove peraltro, come in Libia, sono in azione "agenti provocatori" americani e inglesi per intorbidire le acque. Ma diamo pure per scontato che la strage di Hula  (105 vittime) sia opera delle truppe di Assad. Ilsegretario di Stato americano, la sensibile Hilary Clinton, si è detta "inorridita per l’atto vile di un regime illegittimo". Perchè il regime di Assad sia illegittimo non è dato di capire. A meno che non si voglia sostenere che tutti i regimi che non adottano la democrazia liberale sono illegittimi.

Ma uno Stato democratico che pretende che anche tutti gli altri lo siano non è, "malgrè soi", democratico, almeno verso l’esterno, totalitario. Un liberale che pretende che tutto lo siano non è un liberale: è un fascista. Peccato che proprio nello stesso giorno in cui la Clinton "inorridiva" un raid notturno dei bombardieri americani nel villaggio di Suri Khail, nel distretto afgano di Gurda Saria, abbia distrutto un’intera famiglia: padre, madre e i loro sei figli. Cos’era successo? Che un gruppo di guerriglieri talebani aveva ingaggiato una battaglia terrestre con un contingente Isaf, ma poichè i soldati occidentali non sanno più combattere, nemmeno ad armi impari, hanno subito chiamato in soccorso l’aviazione Usa. Che bombarda dove "cojo cojo" sui villaggi dove in genere ci sono solo vecchi, donne e bambini perchè gli uomini validi sono a combattere.

Questi episodi sono all’ordine del giorno in Afghanistan. Ma la notizia della strage di Suri Khail, come di tutte quelle perpetrate in Afghanistan e a differenza di quelle siriane, è finita, strisciata in fondo a qualche pagina interna. Che differenza c’è fra i bimbi siriani e quelli afghani? Che gli afghani gli ammazziamo noi. E allora nessuno si sogna di "inorridire".