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Che aspettano?

di Lorenzo Parolin - 10/11/2013

 

 

 

Di chi è la colpa della crisi?

La colpa è da addebitare per intero all’egoismo di ciascun essere umano. Dove ognuno pensa ad abbellire e ad arricchire la sua celletta privata si destruttura e si spoglia il resto dell’alveare, che entra in crisi.

Non si tratta di una carestia generale, ma di un travaso di ricchezza, perché il PIL mondiale continua a crescere. Solo che, quelli che si abbuffano lo fanno nella penombra e passano inosservati, mentre quelli che stringono la cinghia, gridando la loro disperazione, fanno notizia.

Di chi è dunque la colpa della crisi?

Sicuramente degli egoisti di grossa taglia, ma non meno colpevoli sono i piccoli egoisti che gridano rassegnati la loro impotenza anziché superare il loro egoismo ed ergersi potenti in forma associata contro i pochi soverchiatori. Sono o non sono numericamente la stragrande maggioranza? E allora, che aspettano a dominare il loro egoismo (sé stessi) e difendersi in gruppo?

Poniamo di partire da una situazione di equilibrio in cui tutti abbiano beni in misura uguale, ed introduciamo l’egoismo. Subito i più forti si appropriano dei beni dei loro vicini, e questi non riescono ad opporsi alla rapina a causa del loro individualismo egoistico che li rende incapaci di fare lega tra di loro. Così l’egoista forte si rafforza sempre di più e l’egoista debole si indebolisce sempre di più. L’egoista debole, benché stremato, dovrebbe smettere di cercare soluzioni da solo, pensando in primo luogo a salvare sé stesso; la soluzione passa obbligatoriamente attraverso la forza del gruppo. L’equilibrio fondato sull’egoismo è dunque instabile: ogni piccola perturbazione innesca oscillazioni divergenti che si amplificano fino a portare al collasso il Sistema. L’altruismo, invece, genera forze che favoriscono lo smorzamento delle perturbazioni e il mantenimento del controllo.    Il predominio e la schiavitù sono gli approdi naturali degli esseri egoisti, sono le due facce opposte dello stesso male.