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Metodo Renzi e squadrismo Cgil: ma che sta succedendo alla sinistra?

di Aldo Giannuli - 16/02/2014

Fonte: aldogiannuli


Scriveremo dell’”Operazione Renzi”, fra qualche giorno, quando, con la formazione del governo i giochi saranno un po’ più chiari. Per ora non è inutile qualche riflessione sul come questa strana crisi si sta sviluppando. In primo luogo l’opacità che avvolge ormai regolarmente la politica di questo paese: come mai Napolitano ha ritirato il suo patronage a Letta? C’entra qualcosa il siluro Friedman? E, a proposito, come mai Forza Italia si è astenuta sulla messa in stato d’accusa?

Sino all’ultimo, i forzitalioti hanno sbraitato al colpo di stato del quale, peraltro, sarebbe stato vittima proprio il governo del Pdl, poi si arriva a votare, si badi, non nel merito delle accuse, ma semplicemente l’apertura del procedimento e loro si astengono salvando Napolitano. Perché?

C’è qualcuno che ha “consigliato” al Cavaliere di fermarsi prima che fosse troppo tardi o qualche altro gli ha promesso qualcosa in cambio? Perché, ne siamo sicuri, il Cavaliere non è uomo che faccia niente per niente. Poi: come mai questa improvvisa accelerazione, dopo che Renzi aveva accennato a qualche esitazione (“Ma chi me lo fa fare?”): solo teatro o c’è stato qualche passaggio che ignoriamo?

Insomma: notte di buio pesto e personaggi in maschera!

La seconda riflessione è l’inconsistenza politica di questa crisi: non un accenno, per quanto minimo, ai contenuti politici della svolta. Solo un genericissimo richiamo ad “al cambio di passo per uscire dalla palude“. Peraltro, la palude era determinata da una inefficienza di Letta o dai veti dei partitini (leggi Ncd)? Perché, se il problema era l’eterogeneità della coalizione, il problema resta. Poi, Renzi ha concluso un patto con Berlusconi, passando sulla testa di Alfano, e prospettando una legge elettorale che, obiettivamente, è la morte del partitino di Alfano che, però, deve restare disponibile a dargli i voti per fare il governo. E perché? Glielo ha ordinato il medico? Inoltre, ormai è chiaro che questo non è più un governo di emergenza, ma tenta di essere un governo di legislatura del Pd con una appendice caudataria di ex Pdl. Alfano ci sta?

Nel frattempo la legge elettorale sembra rinviata sine die, non che la cosa ci rattristi, ma sembrava che fosse la cosa più urgente del mondo. Ora non è più così. Sono curioso di vedere come farà Renzi a mettersi d’accordo con Alfano, per fare maggioranza ed, insieme, far passare una legge fortemente penalizzante per i piccoli partiti e senza preferenze. Insomma: non si dice nulla sul tipo di maggioranza, sul programma di governo, sul perché della svolta, l’unica cosa che si capisce è che Renzi deve comandare e gli altri devono obbedire.

E qui un terzo ordine di riflessioni sullo “stile Renzi” che sembra quello di Sturmtruppen: ordini secchi e concitati, tutto di fretta, “Rauss!!!” in un contesto fumettistico. Non sai se ridere o incazzarti.

Ed, infine, la degenerazione di costume della sinistra. Una volta la sinistra si faceva un punto di onore della sua diversità sul piano dello stile, sempre corretto, composto (persino un po’ ingessato), mai personalistico, ora persino la Annunziata (che non è proprio la persona più critica verso il Pd) è costretta a prendere desolatamente atto del modo sbracato (testuale) con cui si sono condotte le cose. Renzi è un tanghero arrogante, volgare, presuntuoso e vacuo. E quelli che gli stanno appresso sono peggio di lui.

E questa degenerazione del modo di essere della sinistra non è solo di Renzi e del Pd.

Penso allo sgradevolissimo episodio avvenuto alla Camera del Lavoro Cgil di Milano venerdì scorso, con il servizio d’ordine che pesta il gruppetto dissidente di Cremaschi. A proposito dove sono tutte le anime belle che hanno accusato di fascismo e squadrismo il M5s per la sua protesta dopo il voto su Bankitalia? E questa bravata del servizio d’ordine della Cgil non è squadrismo della più bell’acqua? Non sento nessuna voce levarsi in proposito. Peraltro, a Montecitorio, i M5s non hanno menato nessuno e semmai le hanno prese.

Cremaschi se l’è andata un po’ a cercare, ma possibile che non ci fosse un modo più decente e –qui ci vuole- meno sbracato di gestire la situazione, piuttosto che offrire quello spettacolo vomitevole? E chi fa la figura peggiore è la Camusso: un segretario generale degno di questo nome non permette che una manifestazione in cui è presente vada su quella piega, ma prende in mano la situazione e gestisce direttamente il confronto con i dissidenti. Il guaio è che in questo paese nessuno fa quello per cui è più portato e capace, ad esempio la Camusso, piuttosto che fare il segretario generale della Cgil, potrebbe con molto profitto gestire la portineria di un importante condominio nel centro di Roma. Non trovate?

Ma, tornando, all’asse centrale della nostra riflessione, questa degenerazione del costume suggerisce brutte immagini sullo stato della sinistra: un disfacimento non solo organizzativo, ma anche politico e morale, qualcosa che ormai è in avanzato stato di decomposizione. E non è che le cose vadano meglio fuori dal Pd, ad esempio in Rifondazione.

Milito da 46 anni e sempre nella sinistra che è la mia patria di appartenenza, scrivere queste righe mi duole più di quanto non possa trasparire. Vedo andare in pezzi quello che è stato il mio mondo. Ma far finta di nulla sarebbe molto peggio. Anche quando la realtà è la più spiacevole che si possa immaginare, occorre saperla guardare in faccia e chiamarla con il nome che merita: anche se le resto attaccato, perché le mie convinzioni con cambiano, questa sinistra fa veramente schifo.

Aldo Giannuli