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Sconfiggere il 'renzusconismo'?

di Monia Benini - 27/05/2014

Fonte: testelibere

Uno dei sospetti che si vanno aggirando in questo momento in rete è quello dei brogli elettorali: quando un risultato è così sconvolgente diventa difficile accettarlo.

Senza entrare nel dettaglio dei casi di effettiva contestazione, vorrei qui dimostrare che vi è stato sì un colossale broglio, ma mediatico. Una sorta di ipnosi collettiva alla quale sono potuti sfuggire solamente i più scafati. Il condizionamento della massa è avvenuto, a mio avviso, riesumando scheletri antichi, spesso a sproposito, per costruire artificialmente l'idea di un nemico da contrastare a ogni costo: da Hitler all'immagine sul lager-Europa, subito mistificata da stuoli di giornalisti conniventi con il mainstream (pur se condivisibilissima da quanti stanno vivendo il dramma della realtà); ogni occasione è stata utile per alimentare nel ventre molle degli italiani la paura della distruzione.

Quello che oggi viene spacciato dai media come risultato senza precedenti, mai visto nella storia italiana, in realtà è qualcosa di già visto e anzi...sorpassato. Aggiungo anche che si tratta del medesimo stile elettorale, della medesima comunicazione, del medesimo meccanismo di cattura dell'elettorato. Dagli oltre 13 milioni e mezzo di voti raccolti da Berlusconi alle politiche del 2008 agli 11 milioni e rotti di Renzi di oggi è solo cambiato l'attore, ma il messaggio è assolutamente fotocopiato. Dagli 80 euro mensili in busta, sorso d'acqua per un popolo assetato a morte, al milione di posti di lavoro o al 'meno tasse per tutti'...non cambia nulla. Berlusconi e Renzi sono due facce della medesima medaglia elettorale.

Tanto più un popolo è distratto, disinformato, disarmato (dal punto di vista della capacità critica), tanto più si aggrappa a facili, quanto vacue, speranze. E i fatti sono sempre lì, pronti a dimostrare l'inganno per quanti possono scorgerlo. Ma siamo al dunque: quanti sono realmente in grado di accorgersi della realtà? Solo quanti smettono di credere. E di odiare un nemico che viene creato, plasmato, additato. Quando potrà esserci un cambiamento? Solo quando a guidarci sarà la volontà di fare del bene per la nostra comunità, per il nostro paese.

Io forse sono stata fortunata: ho viaggiato in lungo e in largo in Italia e in Europa e ho visto comunità che hanno cominciato a difendersi e a resistere (al sistema); mi sono aperta a persone e gruppi che come me rifiutano la vecchia politica (anche quando è fatta da volti 'nuovi'), rifiutano i vecchi partiti o quelli 'riciclati' (o che hanno cercato di rifarsi una verginità, salvo tradirsi a distanza di poche ore dopo il voto) e hanno cominciato consapevolmente a tessere nuovi modelli, a costruire un nuovo ambiente, a impegnarsi in prima persona, responsabilmente. E nonostante quanti premano ogni giorno perchè dedichi il mio tempo a trovare motivo di odio per Tizio o Caio, ho preferito dedicarmi a informare, a documentare, a relazionarmi con gli altri e a dialogare con chi si sta dando da fare, percorrendo un solco condivisibile. Ho pensato ad ascoltare e studiare il più possibile, ammirando ciò che ho ritenuto buono e scartando ciò che ho reputato dannoso, senza mai innamorarmi sino a perdere la testa di una persona o di una parte. Ho scelto di tagliare completamente il cordone ombelicale che riconduce a una qualsivoglia ideologia o collocazione geografica destra-sinistra, perchè ho deciso di voler essere libera.

Certo, probabilmente qualche volta sbaglierò. Qualche volta dovrò mettere in discussione le mie idee o proposte, ma il renzusconismo lo lascio a chi cerca la paglia nell'occhio del vicino e non si cura del proprio trave. Lo lascio ai talebani che sanno tutto, ai castigatori-moralisti da tastiera, a chi ha deciso di rincorrere negli altri gli spettri che si porta dentro. E spero di continuare così, passo dopo passo, fra la gente, senza fretta.

Non esistono scorciatoie, mentre serve tanto coraggio. Coraggio per creare una rete di persone. Facile? Difficile? Dipende da noi, da quando ci accorgeremo che una rete è fatta sì di nodi, ma anche e soprattutto da legami. Legami fra nodi, fili che si allacciano e si intrecciano, fili che devono essere sani, forti, robusti. Non può che essere così, nonostante qualche volta si inciampi nel desiderio di 'fare numero' più che qualità: quanto può durare un nodo imbastito con un materiale logorato o marcio? E allora per 'sbrogliare' la matassa e sconfiggere il renzusconismo non abbiamo alibi: tutto sta in noi e in quello che faremo (meglio prima che poi).