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Nuove dittature: in Francia rischi 2 anni di carcere se ti esprimi contro l’aborto

di Marcello Foa - 18/12/2016

Nuove dittature: in Francia rischi 2 anni di carcere se ti esprimi contro l’aborto

Fonte: Marcello Foa

In Francia diventa reato far propaganda contro l’aborto. Sì, co cosa state pensando, è uno scherzo; un’opinione non può essere reato e non nella République, che difende i valori della Rivoluzione e che si mobilitava contro l’intransigenza e per libertà di espressione, all’indomani dell’orribile strage nella redazione di Charlie Hebdo, urlando: “Oui, je suis Charlie”.

Ebbene, proprio quella Francia ha approvato una legge così totalitaria nelle finalità e nello spirito da evocare – per una volta non in modo retorico – i peggiori incubi orwelliani.

L’agenza di stampa Ansa, qualche giorno fa, ci informava che

L’Assemblea Nazionale ha approvato la proposta del governo di punire chi fa propaganda contro l’aborto sul web. La proposta era stata presentata da una parte
dei deputati della maggioranza socialista. Il testo prevede l’estensione del “tentativo di intralcio all’interruzione volontaria della gravidanza” anche ai siti internet che, spacciandosi per siti di informazione, danno in realtà informazioni di parte sulle conseguenze dell’aborto.
La legge del 1993 punisce chiunque tenti di ostacolare una donna che vuole abortire, bloccando l’accesso agli ospedali o esercitando minacce o intimidazioni al personale medico o alle donne coinvolte. La pena può  arrivare fino a 2 anni di prigione
e 30.000 euro di multa.
Il testo è  stato votato dopo 5 ore e mezzo di dibattito, sostenuto dalla sinistra e da una maggioranza di centristi, nonostante l’opposizione della destra che denuncia una violazione della libertà d’espressione. Contrarie anche numerose
associazioni cattoliche. Il testo passa al Senato, il voto definitivo
del Parlamento previsto entro la fine di febbraio.

 

Dunque, traduciamo: in Francia esiste una legge che punisce severamente chi tenta di impedire fisicamente a una donna di abortire. Io sono contrario all’aborto, però il provvedimento è lecito, non essendo ammessa la costrizione fisica in democrazia

La sinistra però – sempre lei, vien da dire – cosa fa? Estende questo divieto a chi esprime sul web la propria ostilità all’interruzione di gravidanza “fornendo informazioni di parte”.

Questa è la sublimazione del psicopensiero orwelliano: l’informazione pro aborto, che per sua natura è di parte, è lecita, mentre l’informazione anti aborto, che è altrettanto di parte, diventa un reato punibile con 2 anni di prigione!

BigBrotherDenmarkLogoLe logiche sono molto pericolose. Si passa da operazioni di ingegneria sociale sulla manipolazione delle coscienze, che sfociano, ad esempio, nell’imposizione delle teorie gender nelle scuole pubbliche francese, all’imposizione per legge del divieto di esprimere un’opinione. Non è un caso che un tribunale, nell’Alta Savoia, abbia ordinato a un sindaco di rimuovere una statua della Vergine collocata in un parco pubblico perché “va contro la laicità”, come ha scritto Giovanni Masini.

Certi esperimenti in Francia sono stati spinti e hanno avuto successo più che che altrove, come sempre celando alle masse le vere intenzioni. Ma non non erano isolati, rientravano tra gli obiettivi condivisi di una certa élite transnazionale, impegnata da anni nello sradicamento dei valori tradizionali, della sovranità, delle identità nazionali e religiose. Un’élite che fortunatamente ora perde colpi. Hollande non si ricandida, Obama se ne va, Hillary non è stata eletta, Cameron è fuori, Renzi, che conta poco ma lavorava in scia e anelava l’ammissione in certi ambienti, ha le ossa rotte, l’Unione europea è rappresentata da personaggi di secondo piano come Juncker.

Il mondo sta davvero cambiando. Evviva.