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Il meno peggio® o il piu' meglio®?

di Uriel - 05/03/2007

Fonte: wolfstep



Circola un modo di fare che e' quello del "meno peggio", cioe' del dire "si', noi facciamo schifo, ma siccome loro sono peggio allora vota per me".E' una cosa che non ho mai capito, del resto si tratta di qualcosa di completamente infondato sul piano logico.

Si parte da una rapina in banca: il rapinatore entra e dice "dammi i soldi o ti ammazzo".

Questo e' un classico esempio di "meno peggio": la cassiera sa che dando i soldi al rapinatore si presta ad un reato, ma l'alternativa "ti ammazzo" e' peggiore.

Questo esempio fa capire diverse cose:


La cassiera NON e' libera di scegliere. Fosse libera, non darebbe i soldi al rapinatore E continuerebbe a vivere. La logica del "meno peggio" viene IMPOSTA su coloro che vi si trovano impelagati.
La logica del meno peggio e' una logica che prescinde le due categorie a confronto: condannare la scelta "o ti ammazzo" non e' sufficente a legittimare la scelta "dammi i soldi", poiche' entrambe sono imposte entrambe sono parte dello stesso crimine.

Questo si dovrebbe portare alla situazione politica: chi si adegua ad una logica di "meno peggio" ha perso le proprie liberta' quanto una persona che viene rapinata: e' vero che puo' scegliere il male minore; la situazione in cui si trova pero' e'detta "rapina" ed e' la soppressione della liberta'.

La fatica nel notare l'analogia consiste nel fatto che il rapinatore e' una persona unica, mentre la classe politica si suppone divisa in fazioni; ma questo non toglie nulla alla logica del problema.

Immaginiamo dunque due rapinatori, i quali assaltano una banca,uno armato e uno no ,  e dicano:

"se non date i soldi a ME, LUI vi ammazza; io non lo farei mai perche' non sono un assassino, lui invece lo farebbe; vi conviene accontentare me piuttosto che scatenare lui. Se credete nella sacralita' della vita, date a me i soldi."


Questo somiglia piu' alla logica politica del meno peggio: un'unica banda , formata alla decisione di seguire la medesima regola, nella quale uno dei membri si autoproclama "buono" pur partecipando alla medesima rapina ,  e l'altro viene dipinto come "cattivo".

Dal punto di vista delle vittime, la situazione di privazione della liberta' e' la medesima: una banda di persone continua a minacciare terribili cose se non otterra' quanto vuole.

Per prima cosa, quindi, la logica del "meno peggio" e' una privazione delle liberta' del cittadino. In quanto tale, occorre ribellarsi, o perlomeno e' etico ribellarsi.

E' inutile pensare di ottenere qualcosa affidandosi alla bonta' del rapinatore "buono"; l'obiettivo di costui e' criminoso e partecipa al medesimo "meno peggio" di quell'altro. La cosa certa e' che il "meno peggio" stesso e' una situazione malata, e tutte le "scelte" partecipano allo stesso modo al medesimo meccanismo criminale, la rapina.

Assodato che la dialettica del meno peggio e la dialettica della rapina siano analoghe , possiamo andare alla consistenza logica del "meno peggio".

Proviamo cioe' ad immaginare una logica del "meglio o peggio" e una logica del "piu' meglio":


i rapinatori entrano in banca e dicono "adesso o accettate una Audi in regalo o vi ammazzo".(meglio o peggio)
i rapinatori entrano in una banca dicendo "adesso o accettate una Audi in regalo o vi verso un sacco di soldi sul conto corrente, da spendere come volete".(piu' meglio).

Vorrei introdurre la questione come un problema di un gioco ad informazione completa , e vedere alcune interessanti implicazioni.

Definiamo adesso i giochi. Prendiamo quattro punteggi: peggio, male, bene, ottimo. (P,M,B,O) dicendo che P < M < B < O .

Mettiamo nella nostra tabella il singolo giocatore e "tutti gli altri giocatori", e poi costruiamo un gioco nel quale il nostro parlamentare deve decidere cosa votare. Il giocatore e' il parlamentare di maggioranza, tutti gli altri giocatori sono gli altri parlamentari della maggioranza.

Diciamo che sia necessario scendere a compromessi, ovvero si debba anche osservare il comportamento degli altri senatori per decidere cosa votare, e che atteggiamenti estremi siano non il peggio ma almeno "il male", come si assume nella politica di oggi.

Queste condizioni si riassumono in una tabella simile, a seconda dei voti.E' un "modello" abbastanza fedele della politica italiana di uno schieramento litigioso in cui peggio, male, bene e meglio sono i giudizi che gli schieramenti danno uno dell'altro.(Rifondazione sui teo-dem, etc)

In rosso il voto del singolo, in verde quello di "tutti gli altri".

   Radicale  Moderato
Radicale  B,B  P,O
Moderato   O,P  M,M



La tabella non ha origini formali, quanto empiriche: osservo che, quando sia il senatore che il resto della maggioranza votano "moderato", il giudizio sulla legge e' che sia un "meno peggio", cioe' un male che ne evita uno peggiore.

Quando c'e' divergenza (cioe' uno vota moderato e l'altro radicale), in genere le opinioni sono all'opposto netto (O,P e P,O), e c'e' il massimo della critica gli uni verso gli altri.

Infine, osservo che quando si vota "radicale" tutti insieme, nessuno giudica "radicale" il provvedimento, perche' questo spaventa il centro, e dunque il giudizio di entrambe le parti e' "buono", (B,B).

Si tratta dunque di una tabella che riassume un'osservazione empirica.

Poiche' lo scopo del gioco e' di stare in un mondo migliore possibile, e durante una legislatura si vota un numero alto di volte, possiamo estendere la cosa:

Assumiamo le regole del gioco attuale:


La coalizione di maggioranza si supponga cooperativa, con un premio di cooperazione.

Tutti i parlamentari votino un numero alto (n) di volte.
Ci siano dichiarazioni di voto preventive, per le quali ognuno possa decidere se gli altri stanno cooperando o meno.
Un giocatore che non vota in maniera cooperativa una volta non venga piu' considerato affidabile per tutto il gioco.(1)

Consideriamo che ci sia un premio finale , disribuito nel tempo, e crescente, che permetta di premiare i parlamentari mano a mano che vanno avanti e raggiungono l'obiettivo (gradimento degli elettori perche' il governo dura, pensione maturata, soddisfazione, etc) , lo chiamiamo I

Allora, si possono avere diversi equilibri:


Equilibrio cooperativo: tutti i votanti mirano al meglio  nell'interesse collettivo:

            B + IB+I2B+ I3B+I4B+...+InB = B/(1 - I)



Equilibrio NON cooperativo: tutti i votanti pensano solo a se' stessi.
        O + IM+I2M+ I3M+I4M+...+InM = O + IM/(1-I)

Nel caso di equilibrio NON cooperativo, ovvero ognuno vota per il proprio interesse, il guadagno e' inizialmente alto, (il governo sta in piedi e sembra funzionare), poi si cade nel caso si cui si fa sempre piu' "male (M)".

Nel caso di equilibrio cooperativo, invece, il gioco e' inizialmente buono, e semmai si "annacqua" andando verso il futuro, rimanendo pero' un "B" diviso per nel tempo, cioe' un buon governo che verso la fine della legislatura appare "fiacco".

Ma, per come abbiamo definito la nostra bimatrice per modellizzare il gioco, questo e' un equilibrio che si raggiunge SOLO se TUTTI i giocatori sono RADICALI, cioe' estremisti, cioe' "puri e duri".

Di conseguenza, posso affermare con una certa ragionevolezza che I riformisti e i moderati in genere sono un danno per il sistema politico.
I governi riformisti e moderati siano peggiori.
Per migliorare le cose, il sistema politico si deve allontanare dal centro verso gli estremi.


Ma la cosa piu' importante e' che in questa ottica la condizione di premio (I) per ottenere una situazione cooperativa assumendo che il premio per un buon governo sia uguale per il singolo e per "tutti gli altri" (cioe' che i membri della maggioranza si "dividano la gloria" in parti uguali):

I ≥ (O-B)/(O-M)

Il che, tradotto in italiano, si potrebbe esprimere cosi': (O-M) e' la distanza fra l'ottimo (No missione in Afghanistan) e il male (Partecipare missione) , diciamo fra l'estrema sinistra e Rutelli, mentre (O-B) e' la distanza fra ottimo (no missione in afghanistan) e buono (Partecipare ma non combattere, per esempio): la maggioranza e' andata a puttane perche' il premio della tenuta del governo non e' abbastanza alto da giustificare il crescere di della distanza fra i suoi estremi.

Un governo come quello attuale, con (O-M) cosi' alto (perche' la distanza fra  le idee degli schieramenti e' alta ) e (O-B) cosi' basso (perche' ogni schieramento pone spesso dei veti) sta in piedi solo se ogni parlamentare ha vantaggi politici ENORMI nel tenerla in piedi, altrimenti inevitabilmente cadra' in un gioco non cooperativo come quello che ha fatto cadere il governo.

Sta a voi decidere se non sia meglio un governo radicale che pero' rimane cooperativo, o un governo che ha bisogno di coprire d'oro i parlamentari per sopravvivere.

Vale davvero la pena,  spostarsi al centro?

Uriel

(1)Non sono d'accordo con questa regola perche' non e' costituzionale, ma l'espulsione di Turigliatto mi fa capire che tale regola esiste.
 



PRC vs Costituzione Italiana
(Acido Critico, Frattaglie, Antifascismo), Scritto da: Uriel , Wednesday , 28 Feb 2007
Potrei sparare sulla croce rossa facendo notare come, contemporaneamente, ci siano scroscianti applausi a Follini che tradisce il suo partito E una punizione contro Turigliatto , ma il mio problema non e' affatto un problema di coerenza, e' un problema di legalita'.

Leggo che il PRC ha deciso la massima forma di punizione per Turigliatto, con la motivazione che "per grave violazione all’obbligo della carica pubblica a conformarsi rigorosamente all’orientamento del partito e per grave pregiudizio ha recato all’organizzazione del partito"

So che molti sono sostentori del dovere degli eletti di  coltivare una certa "disciplina di partito"; mi auguro che tutte queste persone vivano in altri paesi, per la semplice ragione che:





Art. 67.

Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.





Immagino che l' "obbligo che la carica pubblica" avrebbe di marciare allineato e coperto, cioe' implotonato,(il numero di parlamentari di PRC non e' sufficiente per dire irreggimentato)  sia derivante dallo statuto del PRC, dal momento che non puo' essere una legge a dire una cosa simile; tale legge sarebbe evidentemente anticostituzionale.

Ora, la storia di questo articolo della Costituzione e' evidente: la Repubblica Italiana, dopo il fascismo, decise di fare in modo che l'operato dei parlamentari fosse libero, ovvero che potessero avere il massimo della liberta' di coscienza, in modo che nemmeno l'appartenere ad un partito in preda ad una deriva fascista li obbligasse a votare favorevolmente alla deriva fascista medesima.

In pratica quell'articolo e' a tutt'oggi un pilastro, una garanzia, un perno della costituzione antifascista; la nostra Costituzione e' antifascista proprio perche' paletti come quello sono stati eretti, quell'articolo e' praticamente un "anticorpo" costituzionale contro il fascismo.

Un partito che si doti di uno statuto che palesemente si propone di esercitare vingoli VIETATI DALLA COSTITUZIONE ha uno statuto a sua volta ANTICOSTITUZIONALE. Nell' applicare tale capitolo dello statuto, PrC ha compiuto un atto che collide evidentemente con il dettame costituzionale.

Spiace vedere un partito che a suo dire sarebbe erede della tradizione antifascista applicare uno dei comportamenti che permisero ad Hitler di trasformare la germania nel Terzo Reich, ovvero la coercizione del partito sui parlamentari.

Dotarsi e utilizzare uno strumento che in palese violazione dei dettami costituzionali si proponga di  produrre vincoli, vessazioni, ostracismi o punizioni per i senatori , in seguito al loro voto secondo coscienza e' un attentato alla costituzione in piena regola.

Piu' che marcio in Danimarca, sa di marcia su Roma.


P.S: la Danimarca ha ritirato il proprio appoggio alla missione internazionale. Non e' cascato il mondo, il regno scandinavo e' ancora li', viene considerato affidabile come prima e non ha perso una virgola della sua immagine internazionale. Il ministro degli esteri danese NON ha i baffi. Se e' per questo, non e' nemmeno un vanitoso imbecille.