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Anche i papi sbagliano

di Franco Cardini - 15/05/2023

Anche i papi sbagliano

Fonte: Franco Cardini

Il dottor Minuto osserva molte cose serie e vere (vedi il testo in calce); e non è nel falso anche quando in qualche modo disegna il carattere tutt’altro che facile di papa Bergoglio, che al pari del fondatore della Compagnia nella quale milita (e mai verbo fu più esattamente usato) in quanto Servus Iesu è un soldato; e uno che ha passato buona parte della sua vita nelle villas miserias non può esser tenero con chi storna qualunque forza, anche modesta, dalla lotta nel nome dell’amore per l’essere umano.
Passo sopra qualche parola irrispettosa, che come tradizionalista non sono mai incline a perdonare se e quando rivolta al Sommo Pontefice, anche se mi rendo conto che ciò costituisce un tributo obiettivo, non so quanto volontario, al costume diffuso tra molti sedicenti cattolici di mancar di riguardo al papa oggi felicemente regnante, come io continuo reazionariamente ad esprimermi.
Il fatto è che un po’ in tutte le società tradizionali l’amore per gli animali è poco o nulla presente, a parte il caso delle “religioni cosmiche” alle quali, quanto meno alla lontana e superficialmente, la testimonianza di Francesco d’Assisi può essere avvicinata. Si tratta di somiglianze e di consonanze, non di fratellanza e nemmeno d’interdipendenza. Ma Francesco d’Assisi, nel suo amore per tutte le cerature di Dio – anche animali o cose – non è comunque per nulla un panteista; ed è lontano d’altronde alle posizioni delle religioni abramitiche, le quali vedono l’animale in funzione delle necessità dell’uomo per quanto sappiano che, dopo il Peccato Originale, questo tipo di gerarchia si sia interrotto a causa della ribellione dell’essere umano a Dio.
Mi fermo però qui, perché non sono nemmeno un teologo. Il mio mestiere, semmai, è quello del medievista, mestiere che esercito da cattolico. E in quanto medievista cattolico osservo che nel mondo medievale, come in qualunque altra società tradizionale, l’uomo sapeva di doversi difendere dalla natura e di doverla soggiogare oltre che poter servirsene. Il 
Cantico delle Creature introdusse in questa realtà concettuale un valore nuovo: la fraternità fra tutte le creature animate e inanimate dell’universo nella lode dovuta a Dio. Con l’insorgere, a partire dal XV-XVI secolo, della Modernità occidentale, si ebbe una rivoluzione profonda e radicale che sinteticamente possiamo qualificare come la sostituzione dell’Uomo (e del Singolo) al centro dell’universo.
Al posto di Dio. Con ciò, i “cristiani” occidentali cominciarono gradualmente ad amare sempre e solo se stessi
. La solitudine è stato uno dei prezzi della Rivoluzione rinascimentale e delle pene che Dio ha assegnato alla Cristianità moderna per la sua apostasia. In seguito a questa condanna noi occidentali moderni al fondo ci sentiamo tutti soli e condannati a non amare più nemmeno gli esseri umani e a non essere amati da loro: è naturale che ci rivolgiamo a dai surrogati. Anche i gatti di Benedetto XVI in qualche modo erano dei succedanei della carenza dell’amore dovuto a Dio e attraverso Dio ai nostri simili; perfino papa Ratzinger era carente in ciò, e lo saremo tutti finché non si saremo liberati del tutto dal peso malvagio della Rivoluzione occidentale moderna che fu apostasia. E tutti noi nascondiamo con cura qualche nostra più intima ferita. “Carenze affettive”, le chiamano gli specialisti: come se si trattasse di qualche cosa da curare mangiando un cioccolatino. A volte un affetto perduto, altre un figlio mai avuto, altre ancora un’amicizia interrotta: che cosa può nascondere l’amore magari eccessivo, magari morboso, per una bestiola? Anni fa persi il mio vecchio gatto ventenne, ch’era con me “da sempre”: ed, ebbene sì, non visto piansi a dirotto. E piangendo mi vergognai pensando alle tante notizie che avevo avuto di bambini morti per malattia o in guerra, e magari soppressi prima di nascere, e per i quali non avevo avuto nulla più di un distratto pensiero. Eppure questa è la nostra miserabile umanità; quella che invece, talora, ci rende eroici al punto da abbracciare i lebbrosi.
Per questo, Padre Santo, mi sento di pregarLa di tornare un istante (se già non l’ha fatto) a riconsiderare il suo gesto d’indignazione dinanzi alla povera donna che, presentandoLe il suo cagnolino, Le ha chiesto di “benedire suo figlio”. La Santità Vostra ha il peso di tutti i peccati e di tutti i mali del mondo: è comprensibile che anche Lei ceda, talvolta. Eppure, si sarà magari già chiesto che cosa quella bestiola potesse rappresentare per la donna che le era tanto affezionata da sentirlo come un figlio.
Io ho a mia volta una figlia ormai poco più che quarantenne: è la figlia minore di casa e sarà sempre “la piccola”. Ma ormai è madre di un figlio quattordicenne. Cinque anni fa raccolse un gattino quasi appena nato, che ora è un bestione di otto chili che sta con noi. E lei, al mattino, lo chiama ancora “Bambino mio”.
Santità, permetta a un povero peccatore di dare a Lei, successore del Principe degli Apostoli, un consiglio. Se non lo ha ancora fatto, parli al Penitenziare Pontificio del suo moto d’impazienza dinanzi a una sconosciuta che chiamava “figlio” un cagnolino e Le chiedeva una benedizione per lui. Gli parli del peso di dolore e di solitudine che forse quella donna deve sopportare, e che magari la Santità Vostra ha sottovalutato. Anche i papi sbagliano. Fa parte della loro gloria.

LETTERA DI UN VETERINARIO A PAPA BERGOGLIO
OVVERO PREDICARE L’AMORE E SEMINARE L’ODIO
Mi presento, ho 62 anni, sono un Veterinario ed ho 2 figli di cui uno autistico, sono padre e proprietario di animali, genitore coscienzioso ed a contatto quotidianamente col mondo dell’animalismo e col mondo della disabilità, padre e veterinario contemporaneamente.
Una frase che i miei clienti mi ripetono costantemente è “chi non ha mai avuto un cane/gatto non riesce minimamente ad immaginare il mondo di amore che queste creature sanno donare”.
Ecco, lei non ha mai avuto un cane o un gatto, lo si capisce dal modo in cui sottovaluta la questione, non è colpa sua, me ne rendo conto, se avesse provato quel tipo di affetto che il suo predecessore conosceva bene (Papa Ratzinger amava la compagnia dei gatti) non avrebbe detto cose tanto superficiali e fuorvianti.
La cosa grave che, mi permetta, non le fa onore è il creare la contrapposizione “chi ama gli animali non ama i bambini”, è un concetto errato e divisivo, chi ama la vita riconosce il dolore, negli occhi di un bambino o di un animale, amare vuol dire immedesimarsi, capire, ascoltare, quella dell’amore è una ginnastica quotidiana e non è mai divisiva, l’amore per la vita, sotto qualsiasi forma, arricchisce e non impoverisce.
Ma davvero lei crede che quello di Francesco di Assisi, il santo povero, l’uomo che camminava a piedi scalzi e coperto di umili panni, fosse tempo perso? Che non avrebbe dovuto parlare agli uccellini, scrivere il cantico delle creature, ammansire il lupo di Gubbio?
Ma lo sa che il santo d’Assisi diceva: “Se avete uomini che escluderanno una qualsiasi delle creature di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrete uomini che trattano nello stesso modo i simili”.
Ma ha mai visto la benedizione degli animali che si tiene in molte chiese il 17 gennaio nella tradizionale festa di Sant’Antonio Abate? È un tripudio di gioia, vecchietti e bambini ognuno col proprio animaletto domestico, tutti uniti dalla fede e dalla speranza, io stesso ci andai portando Tommasino un gatto reso diversamente abile dall’aggressione di un branco di cani nella speranza di un miracolo.
Ma davvero lei crede che la fame nel mondo sia dovuta allo spreco di risorse per acquistare le crocchette? Eh no, qui divento cattivo io! Ma non è che forse dovrebbe preoccuparsi delle ristrutturazioni degli immobili da 700 mq del cardinale Bertone finanziate coi soldi delle elemosine? Non dovrebbe preoccuparsi degli spot a pioggia per l’8 per mille? (nel 2004 sono costati 4.650.000,00 euro, non oso pensare adesso) per accaparrarsi la gestione di fondi che normalmente andrebbero comunque alla beneficenza ma che passando per voi vengono ridotti da spese folli? Ma lo sa quanti bambini avreste saziato coi quattro milioni dati a Mediaset e Rai?
Gesù diceva “quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. E allora tutti questi spot autocelebrativi per l’8 per mille? Il vangelo lo citate solo quando vi conviene?
Per giudicare bisogna conoscere la gente, non il lusso. Lei non ha la minima idea di quante vite hanno salvato gli animali, di quanto un gatto possa curare la depressione di un’anziana vedova e col nido svuotato, di quanto un cane possa essere di aiuto all’autostima di un ragazzo disabile, di quanto un cucciolo possa aiutare un bambino abbandonato dal padre fuggito con un’altra donna, di quanto un cagnolino possa attenuare il dolore di una coppia di anziani che hanno perso il loro unico figlio, tutte storie di vita che non potrebbero sfociare nell’adozione di un bambino, tutte storie di vita che lei dal suo trono dorato non vede.
Le persone, caro Papa, non fanno più figli perché non se lo possono permettere, perché in Italia un fitto costa quanto uno stipendio e quindi si deve lavorare full-time in due, perché a Milano un asilo nido costa più dello stipendio di un call center, perché ti offrono solo lavoro precario ed orari impossibili… con quale presupposto una persona coscienziosa e non ricca può fare un figlio?
Vuole più accudimento per i bambini? Faccia la guerra al precariato, al lavoro nero, allo sfruttamento e si troverà circondato da persone felici di fare figli ma, la prego, la smetta di far guerra agli animali, sono creature di Dio, sono un dono per l’anima, sono una palestra per imparare la tolleranza, il rispetto, sono una manna dal cielo nell’universo di solitudine ed alienazione che sempre di più attanagliano le nostre metropoli.
L’amore, quello vero, non divide ma aggrega, in ogni cuore ogni sentimento crea lo spazio per uno nuovo. L’amore per la vita, qualunque vita, è un valore totalizzante e mai riduttivo. Amare insegna ad amare.
La donna che lei ha pubblicamente scacciato e deriso è una credente ed ha 50 anni, non è propriamente l’età per fare o adottare figli, certamente avrà sbagliato dicendo “mi benedice mio figlio?”. Ma lei che ha benedetto finanche una lussuosa Lamborghini bianca forse avrebbe potuto perdonarla, in ogni caso quel cagnolino sarà importante per quella donna e lei era venuta fiduciosa ad incontrarla. Un’occasione persa.
Dottor Vincenzo Minuto, medico veterinario