C'è un "partito della guerra" che sta sabotando l'accordo sull'Ucraina
di Matt Martini - 27/11/2025

Fonte: Matt Martini
C'è un "partito della guerra" che sta sabotando l'accordo sull'Ucraina. Questo partito è transoceanico: comprendendo le burocrazie di Bruxelles e i leader europei ma anche una parte dell'apparato americano, non propriamente trumpiano - ad esempio i Corporate Media, come Bloomberg, che ha pubblicato provvidenzialmente una improbabile, se non falsa, intercettazione fra Witkoff e Ushakov, operazione orientata a gettare una luce "filorussa" sui termini del piano originario.
(Intuitivamente, questa campagna di fake news serve a creare un clima popolare di discredito sul piano così da rafforzare la pressione europea per una revisione dell'accordo).
C'è anche in Russia, per converso, un partito delle colombe, soprattutto fra quel mondo "oligarchico" (se fosse riferito al nostro lo chiameremmo più diplomaticamente imprenditoriale) e fra le ex classi compradore che hanno discreti legami con l'Occidente e interessi di vario genere alle offerte economiche contenute nel piano. Ma questo aspetto è meno significativo, primo perché la dirigenza russa riesce ad avere un non trascurabile controllo sulle elite economiche (in Occidente sarebbe impensabile); secondo perché in Russia comincia ad esserci un sentire patriottico anche nel mondo economico, e le percezione della "esistenzialità" di questa guerra per la Russia è largamente diffusa nel Paese. Ad ogni buon conto, queste considerazioni valgono poco perché la palla è ora nella metà campo occidentale.
Date le premesse, la probabilità che gli apparati europei facciano deragliare il piano portando Kiev su richieste inaccettabili per la Russia è obiettivamente alta (sarà interessante cartina di tornasole appurare quale attore avrà maggiore capacità di influenzare il governo ucraino).
Ciò che merita attenzione è la totale irrazionalità degli Europei, che spingono l'Ucraina e loro stessi verso il disastro completo (che colpirà duramente anche le classi di governo europee, quando l'Ucraina verrà sconfitta in modo irreversibile e incontestabile). Tutto questo quando un piano di pace avrebbe costituito proprio per loro una accettabile exit strategy da una situazione ormai senza prospettive di vittoria. Sembra invece che gli europei si siano ubriacati di un vero e proprio fanatismo ideologico in questa linea politica.
Quos Deus perdere vult, prius dementat.

