Leone, la tecnologia e la libertà
di Massimo Fini - 27/11/2025

Fonte: Massimo Fini
Joseph Ratzinger, quando era Cardinale, affermò: “il Progresso non ha partorito l’uomo migliore, una società migliore e comincia a essere una minaccia per il genere umano”. Quando fece questa affermazione impegnativa, a cavallo degli anni Ottanta, mi sembrò molto interessante, ma passò sotto silenzio perché evidentemente disturbava “i padroni del vapore”. Pregando sulla tomba di San Francesco, ad Assisi, Papa Prevost ha ripreso questo concetto affermando che: “La libertà è messa a rischio dall’onnipotenza tecnologica”. Ma mentre Ratzinger pensava “in grande stile”, cioè si riferiva al ‘progresso’ portato dalla Rivoluzione industriale, Prevost la circoscrive all’oggi. Scrive Mauro Magatti sul Corriere (9.11): “Aumentano i nuclei composti da una sola persona, soprattutto tra gli anziani, ma anche tra i giovani adulti… la famiglia, che per generazioni è stata la principale rete di protezione e di socialità, è oggi più piccola, fragile e instabile. Mentre i turni di lavoro 24h 7x7 rendono difficile persino incontrarsi coi proprio familiari”.
C’è da notare, innanzitutto, che non è solo la libertà a essere messa a rischio (chi cazzo se ne frega della libertà) ma l’intero essere umano nella sua umanità, è il fenomeno del transumanesimo, venuto prepotentemente alla ribalta con l’avvento della AI, vale a dire l’Intelligenza Artificiale.
Inoltre è interessante il riferimento a San Francesco che non è il Francesco ‘piacione’, vale a dire il penultimo Papa, ma è, appunto, il Santo di Assisi. Benché vissuto a cavallo fra il 1100 e il 1200, Francesco, quello vero, è un santo molto moderno. Un santo ecologista (Da il Cantico delle creature: “…Laudato si', mi' Signore, cum tutte le Tue creature, spezialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significazione. Laudato si', mi' Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l'ai formate clarite e preziose e belle. Laudato si', mi' Signore, per frate Vento e per aere e nubilo e sereno e onne tempo, per lo quale a le Tue creature dai sustentamento. Laudato si', mi' Signore, per sor'Acqua, la quale è multo utile et humile e preziosa e casta. Laudato si', mi' Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la notte: et ello è bello e iocundo e robustoso e forte. Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta e governa, e produce diversi frutti con coloriti fiori et herba…”).
San Francesco, quello vero, è importante anche perché è un santo ‘pauperista’. Figlio di un mercante, si rese conto, con un certo anticipo direi, di come il mercato avrebbe favorito i ricchi ai danni dei poveri. Che è, all’ennesima potenza, ciò che stiamo vivendo oggi. Il mercato ha sfondato e cancellato ogni senso del sacro anche nelle feste più tradizionali della Chiesa. Come il Natale. Che il Natale sia diventata una Festa consumistica, priva ormai di ogni significato spirituale, lo sappiamo da tempo. Ma che si arrivasse a cambiare, grazie alla solita AI, anche i connotati fisici di Babbo Natale significa che siamo arrivati all’Everest del consumo: il volto del Babbo, abbandonato il classico rubizzo, verrà sostituito da un QR code che grazie all’intervento dell’Intelligenza artificiale ne riprodurrà uno nuovo a richiesta, secondo la volontà del committente. Nemmeno le renne vengono lasciate in pace, verranno sostituite da un monopattino elettrico, con cui i ragazzini potranno far strage di anziani sui marciapiedi (è l’unico dato positivo). Alla slitta succederà un trolley di gigantesche, mai viste dimensioni, in fibra di carbonio.
Ma torniamo a Prevost. Mi pare, posso sbagliare, parlo ‘in partibus infidelium’, che Papa Leone XIV abbia capito una cosa, fondamentale: che più la Chiesa si mondanizza, cioè si adegua ai tempi, smarrendo la sua ‘ragione in ditta’, che è la cura dell’anima (sempre che un’anima esista, non sono fatti miei) più perde il consenso, che si indirizza verso religioni più spirituali come il Buddismo, l’Islamismo o, addirittura, l’astrologia. Siamo quindi lontanissimi dalla sapienza della Chiesa di Paolo che con alcuni istituti, come la confessione e il perdono, anticipa Freud e risolve, o almeno cerca di risolvere, alcuni conflitti interiori, traumatici, dell’essere umano.

