Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Chi ferma chi

Chi ferma chi

di Marco Travaglio - 12/10/2025

Chi ferma chi

Fonte: Il Fatto Quotidiano

“Se hai fermato la guerra a Gaza, puoi fermare anche Mosca”. L’ha detto ieri, che Dio lo perdoni, Zelensky a Trump. Come se la guerra in Ucraina si potesse arrestare fermando chi la sta vincendo. E come se le due situazioni fossero paragonabili. A Gaza, in due anni di vani tentativi di annientare Hamas, Netanyahu ha sterminato 67 mila palestinesi. E Trump l’ha fermato (per il momento) per salvare la faccia agli Usa e gli affari con gli Stati del Golfo, oltreché per la sua benedetta ossessione di pacificare il mondo con la paura (la Teoria del Matto). In Ucraina, dal febbraio 2022, c’è una guerra tradizionale fra due eserciti armati fino ai denti e da tre anni esatti (dopo l’invasione russa e l’unica vera controffensiva di Kiev) Mosca non fa che avanzare e Kiev arretrare. Putin controlla quasi il 20% dell’Ucraina (115 mila kmq) e nei primi nove mesi del 2025 ha conquistato 4-5 mila kmq su tutto il fronte lungo 1.350 km, a un ritmo di circa 500 al mese (superiore a quello del 2024). Il che significa che non solo la Russia non si è indebolita per le sanzioni e le armi Nato all’Ucraina, ma si è rafforzata e continuerà ad avanzare. Chi rischia il tracollo sono gli ucraini, falcidiati da perdite impossibili da compensare. Mentre Putin recluta 30 mila volontari al mese e arruola altri 135 mila soldati di leva, la commissione Bilancio del Parlamento di Kiev comunica di aver finito i fondi per gli stipendi dei militari; 1,5 milioni di ucraini si nascondono dai reclutatori per non andare al fronte e almeno 150 mila sono sotto inchiesta per aver disertato; per la corruzione dilagante e i bombardamenti sulle fabbriche, il 60% dei droni prodotti in loco sono difettosi. Questo è l’unico punto di contatto fra Gaza e l’Ucraina: la presenza di due leader che hanno perso la guerra, ma continuano a raccontare e a raccontarsi di poterla vincere, condannando a morte decine di migliaia di persone e danneggiando il proprio Paese. Uno è Netanyahu. Ma l’altro non è Putin, come racconta e si racconta Zelensky: è lui. Non sappiamo cosa gli abbia risposto Trump quando gli ha chiesto di fermare Mosca (magari fornendo a Kiev i missili Tomahawk da sparare su Mosca e San Pietroburgo nell’illusione che Putin si arrenderà anziché rispondere con ancor più durezza). Ma la realtà è identica da tre anni: è l’Ucraina che deve accettare un compromesso sui territori che lo stesso Zelensky 10 mesi fa ammise di non poter recuperare e su quelli che perderà nei prossimi mesi se costringerà il suo esercito in rotta a combattere ancora. A Gaza la guerra è finita perché Trump ha fermato l’alleato dell’Occidente che la stava perdendo. In Ucraina serve un disegnino per spiegare a Zelensky chi è l’alleato dell’Occidente che sta perdendo?