Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Dissoluzione

Dissoluzione

di Michele Fabbri - 26/11/2025

Dissoluzione

Fonte: Michele Fabbri

Martino Mora è una figura di spicco nel fronte dei ribelli che cercano di resistere all’oppressione mondialista. Nel 2021 ha anche avuto un quarto d’ora di celebrità per una brillante iniziativa di disobbedienza civile, essendosi rifiutato di fare lezione in un’aula di liceo nella quale andava in scena una pagliacciata “gender”. A partire da quell’assurda vicenda che ricorda la Rivoluzione Culturale della Cina maoista, il professor Mora ha cominciato un percorso di divulgazione culturale che lo ha reso un punto di riferimento significativo del pensiero anticonformista.
Nel 2025 è uscito il suo libro Dissoluzione. Perché la nostra civiltà sta morendo, un testo importante che analizza le tappe della Via crucis che ha portato il mondo occidentale all’attuale atteggiamento suicidario che probabilmente metterà fine alla civiltà costruita sulla filosofia greca e sulla religione cristiana. Questo saggio offre gli spunti per individuare e approfondire le cause che hanno portato alla decadenza della civiltà occidentale.
Dissoluzione è una diagnosi precisa e circostanziata sulle cause del declino inarrestabile e dell’atteggiamento di cupio dissolvi di cui si è ammalato il mondo euro-americano. La trattazione è imperniata sulla denuncia del carattere manipolatorio e truffaldino della democrazia liberale, nata da una lunga marcia della ragione calcolante e dell’economicismo che hanno ridotto il mondo a mercato e l’uomo a consumatore. Al punto di non ritorno si è arrivati col movimento del ‘68, autentica epifania anticristica che ha dato inizio all’incubo distopico del “mondo al contrario”. Alla base di questo approccio alla realtà c’è l’individualismo, le cui origini si possono rilevare nella disputa sugli Universali che animò il dibattito filosofico nel Medioevo e che si concluse col sostanziale primato del pensiero nominalista dal quale prende forma il soggettivismo moderno. Mora supporta il suo discorso con autori classici della critica alla modernità prevalentemente di matrice cattolica, come De Maistre e De Bonald. Ma si trovano anche spunti derivati da Nietzsche, Spengler, Evola, Guénon, nonché riferimenti all’antropologo Louis Dumont e a studiosi contemporanei che hanno indagato le cause del nichilismo, come Emmanuel Todd.
Inoltre un autore che Mora ritiene particolarmente indicato per esaminare lo spirito della civiltà del denaro è Georg Simmel, autore del saggio Filosofia del denaro. Quel testo, pubblicato nel 1900, può essere ancora molto utile per illustrare la capacità di desertificazione interiore che lo spirito mercantilistico esercita sugli animi. 
Mora divide il libro in capitoli che ci parlano dei fenomeni e delle tecniche mondialiste per l’appiattimento dell’umanità: la grande sostituzione, la Rivoluzione Omosessualista, l’eclissi della Chiesa Cattolica…
Quest’ultimo tema sta particolarmente a cuore a Mora, cattolico sempre più perplesso nel tempo dei ministeri allucinati di Bergoglio e del suo successore Prevost che Mora definisce un “Bergoglio dal volto umano”, ovvero appena più moderato nel linguaggio rispetto al papa argentino, ma ugualmente intento a sciogliere la Chiesa nell’acido dell’ecumenismo e del relativismo etico. In termini cristiani la globalizzazione ha tutti i caratteri di una teocrazia satanica!
Infine il libro tira le somme sull’attuale clima apocalittico chiedendosi quale postura debba assumere l’umanità differenziata che non accetta l’omologazione mondialista.
Sotto la bandiera dei “diritti umani” l’abominio globalista ha fatto mercato di tutto. Anche i figli possono essere comprati, a partire da ovuli e sperma, e c’è anche chi teorizza la possibilità di vendere organi del corpo, come sostiene il presidente argentino Milei.
A integrazione delle osservazioni di Mora occorre notare che il capolavoro della civiltà mercantilista è stato quello di riuscire a  monetizzare i sentimenti. Le ideologie progressiste, fondate sull’odio contro il maschio bianco eterosessuale, sono riuscite a instaurare una legislazione che punisce quello che loro ritengono “odio” quando tale sentimento è indirizzato alle categorie che la sinistra vuole insediare al vertice della piramide sociale (principalmente immigrati e omosessuali). Il senso di questa legislazione non è solo quello di tappare la bocca ai dissidenti, ma soprattutto di ricavare denaro sotto forma di risarcimento di “danni morali”.  Analogo discorso vale per l’apparato giuridico che regola i rapporti fra uomini e donne, ormai divenuto uno strumento per esercitare estorsioni legalizzate ai danni dei maschi.
Possiamo aspettarci, a questo punto, che qualsiasi relazione umana, anche solo di carattere amicale, sia sottoposta a regolamentazione giuridica e a quantificazione economica!
Mora dedica le parti finali del libro allo scenario politico e mediatico italiano, che è a dir poco desolante. I partiti “sovranisti” che avrebbero dovuto essere avversari del globalismo sono letteralmente portati al guinzaglio dal sistema: la sinistra detta l’agenda politica anche quando perde le elezioni. In un paese condannato da impietose statistiche demografiche, la “destra” non ha saputo far di meglio che assecondare immigrazionismo e femminismo. Se in alcuni paesi si manifestano movimenti politici identitari che contrastano efficacemente l’Impero del Male globalista, in Italia il personale politico di “destra” appare di infimo livello sul piano umano e del resto riflette anche l’atteggiamento di una popolazione passiva, demotivata e ormai sprofondata in uno stato catatonico.
La disgregazione sociale è il carburante del libero mercato, per cui la sinistra è inondata di denaro dalla maggior parte dei grandi capitalisti, e questo dà ai progressisti un vantaggio decisivo nella realizzazione di un consenso costruito a tavolino. Tuttavia un motivo di speranza è proprio questo totale scollamento fra classi dirigenti e popolazione. Anche le oligarchie sanno che c’è una parte ampiamente maggioritaria di popolazione che avverte il peso della tirannia mondialista: le vittime del globalismo aspettano solo di prendere coscienza della loro condizione subalterna e non hanno nulla da perdere, se non… le loro catene!
Come si diceva all’inizio, il libro di Mora costituisce un’attenta diagnosi, ma resta piuttosto vago riguardo le possibili soluzioni. Sul piano umano tutto sembra perduto, tuttavia Mora, in quanto cattolico, ha fiducia in un intervento divino in soccorso della Chiesa intesa come Corpo Mistico di Cristo (mentre non ripone alcuna speranza in un clero venduto al potere mondialista).
Su questo punto osserviamo che si può aprire un dibattito che porterebbe lontano: il Cristianesimo è la soluzione o è il problema?
Lo stesso Mora cita la famosa massima di Chesterton: «il mondo moderno è pieno di idee cristiane impazzite».
Del resto, anche senza arrivare a Nietzsche, già Machiavelli notava che la religione cristiana rende gli animi effeminati…
Il messaggio di Cristo può essere la cura per il male dell’individualismo?
Può significare qualcosa il fatto che la Chiesa Cattolica nell’ultimo mezzo secolo sia divenuta la scuola di formazione politica della sinistra?
Ai posteri l’ardua sentenza…
Il saggio di Mora è comunque un testo che offre molte indicazioni utili per decostruire le mitologie progressiste, indipendentemente dai percorsi culturali da cui provengono i lettori.
Per ora facciamo tesoro delle indicazioni che ci offre il coraggioso professore milanese, tenendo presenti le parole di Giovanna d’Arco che lui stesso cita nel suo libro:
«Bisogna dare battaglia, perché Dio conceda la vittoria!»

***
Martino Mora, Dissoluzione. Perché la nostra civiltà sta morendo, Edizioni Radio Spada, 2025, p.190
Edizioni Radio Spada - Home