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Consigli (non richiesti) a questa sinistra

di Antonio Catalano - 10/06/2025

Consigli (non richiesti) a questa sinistra

Fonte: Antonio Catalano

Come ampiamente previsto la soglia di partecipazione al referendum si è fermata al 30%, ma sarebbe sbagliato pensare che ai più non interessassero i temi relativi al lavoro dipendente, in particolare la sua maggior tutela.
È che la campagna referendaria ha assunto una valenza che va ben oltre i quesiti proposti, e a dirlo sono gli stessi promotori, che hanno vissuto l’appuntamento come verifica della forza del proprio schieramento al fine di giocarla e contro il governo e contro le stesse componenti interne (del Pd) per ridimensionarne sia peso che incidenza. 
Lo aveva detto chiaramente Boccia prima, lo hanno ribadito Landini e Schlein dopo. Una “politicizzazione” (meglio: “partitizzazione”) che ha dato all’operazione referendaria una forte caratterizzazione di strumentalità, per cui, giusto o sbagliato che possa dirsi, è innegabile che la stragrande maggioranza della popolazione non abbia digerito questa cosa, specialmente considerando che le leggi da abrogare erano state varate dalla stessa parte politica dei promotori del referendum, specialmente poi alla luce che questa parte ha avuto anni e anni a disposizione per “ravvedersi” sia nei suoi governi che in quelli “tecnici”. Strumentalità accresciuta dalla presenza del quesito riguardante il dimezzamento degli anni necessari per la concessine della cittadinanza. Quesito che, oltre al già limitato 30%, contiene una forte componente di voti contrari (34,7%). Delle serie: meditate gente meditate.
Ma detto questo, vorrei andare alla ragione della scelta del titolo di questo mio intervento. Consigli dati ai seguaci di questa sinistra (collocazione da tempo priva di qualsivoglia riferimento storico) perché riflettano sul motivo per cui spesso si nutra un senso di fastidio nei suoi confronti. Un fastidio che colpisce la maggioranza della popolazione, tranne quella ovviamente fidelizzata (lasciamo stare le ragioni di questa fidelizzazione: residuale, identitaria, utilitaria…). 
- Non siate aggressivi sempre e comunque, sappiate ascoltare le ragioni degli altri, specialmente quando non le condividete.
- Provate a non trattate chi non la pensa come voi come un minus abens, letteralmente colui che ha meno, in questo caso meno intelligenza, meno cultura, meno sensibilità sociale (e umana)…
- Evitate di considerarvi la parte migliore della società, la parte illuminata, quella che deve educare/redimere il popolo bue. Non è simpatico.
- Sforzatevi di non trattare gli “altri” come zotici, ruspanti, incivili, analfabeti… omofobi, transfobici, razzisti, fascisti solo perché non condividono il vostro modo, spesso bislacco, di considerare il modo di stare a questo mondo.
- Non strillate a ogni piè sospinto contro derive autoritarie, razziste, fasciste… quando si esprime un punto di vista diverso dalle vostre “narrazioni”.
- Date agli “altri” la possibilità di esprimersi, di organizzarsi, di manifestare senza esercitare ogni volta il “diritto” di negare punti di vista a voi non graditi. Tanto per fare qualche esempio: non potete impedire che vi sia chi voglia trattare la questione climatica su presupposti che che non sia quello del “riscaldamento globale su base antropica”, o che intenda parlare di natalità e sostegno alla stessa, di difesa della famiglia naturale (lo so, per voi non esiste, ma abbiate pazienza), o che metta in discussione i vostri dogmi gender, che voglia impedire che i propri bambini siano educati alla “diversità” che avete deciso voi, non giustificate chi dà fuoco a sedi di associazioni che pensano sia giusto difendere la vita sin dalla sua apparizione nel ventre materno.
- Insomma, siate più comprensivi, evitate di pensare che il mondo siate voi, una sorta di parodia del film “The Others”. Rendetevi conto che spesso avete un modo di vedere questo mondo che cozza contro i sentimenti comuni, che saranno pure sbagliati, ma vanno considerati, se non altro perché sono comuni.
- Non fissatevi sulle minoranze, che, ben inteso, vanno sempre rispettate e tutelate, ma non potete scordarvi che in fondo in una società si vive sue regole stabilite dalla maggioranza. Se no, altrimenti, è il caos totale. È questo che volete? 
- Non pensiate che sia libertà d’espressione quella di organizzare cortei pacchianamente gioiosi in cui volgarmente si sbeffeggiano Gesù, la Madonna e i santi. A voi non piacciono, lo abbiamo capito, ma non è un buon motivo per irridere e offendere gratuitamente chi ritiene inviolabile la sfera del Sacro. È come andare in una tribù Apache e pisciare sul Totem.
- Vannacci, va bene non vi piace, ne avete tutto il diritto, ma prima di sparargli contro e accusarlo di ogni nefandezza almeno abbiate la bontà, se volete criticarlo, e anche aspramente, di leggere il suo mondo al contrario, perché in fondo se ha venduto centinaia di migliaia di copie è solo perché molti si riconoscono in quelle pagine che, comunque la si pensi, non sono per niente razziste, omofobe eccetera, esprimono solo quel senso comune che a voi, proprio perché comune, spesso infastidisce.
- Va bene, il decreto sicurezza non vi piace, ma non dite che è la fine della democrazia (la democrazia!), foriero di uno stato autoritario, repressivo e poi non dite bah quando sono represse, anche coi manganelli (come è successo ai portuali di Trieste qualche anno fa), iniziative e manifestazioni di vario genere. Come non esclamate indignazione quando si censurano documentari e iniziative che l’Europa che a voi sta tanto a cuore decide che siamo in guerra contro la Russia, quindi o di qua o di là. Oppure quando sono bloccati i conti correnti di organi di informazione che a voi non piacciono. Non è uno stato autoritario e repressivo questo? Però in questi casi fate silenzio, e sotto sotto, a volte neanche sotto, ve ne compiacete”.
- Insomma, cercate di non trasmettere l’idea che la democrazia è quella cosa lì che funziona solo come e quando decidete voi. Anche se non vi piacciono, esprimete il vostro sdegno quando si prova ad ammazzare il premier slovacco Fico, quando si decide che Georgescu non va bene in Romania perché lo hanno deciso Nato e Ue. Solo per fare qualche esempio.
- È più che giusto manifestare contro il genocidio del popolo palestinese, ma non fatelo il sabato prima del referendum, e per giunta dopo più di un anno e mezzo da che questo è iniziato, sorge il dubbio che lo facciate solo ora perché c’è l’odiato Trump, mentre prima con il democratico Biden zitti e mosca
- Siete per la pace, bene, ma perché avete sostenuto i pacchetti contro la Russia e scendete in piazza con le bandiere arcobaleno per poi sostenere il piano di riarmo europeo?
Mi fermo, rischio di tirarla a lungo, più vado avanti più mi viene di ricordare qualcosa del vostro comportamento che non torna dal punto di vista non della coerenza astratta, ma del semplice buon senso, quello che a voi spesso risulta un po’ carente. 
Insomma, se volete far passare un’idea, un punto di vista, anche se bizzarro, fatelo pure, ma mettete nel conto che a qualcun altro possa pure non piacere e che abbia voglia di dire la sua senza rischiare di essere demonizzato, se non addirittura aggredito (in questo caso, parlo per esperienza personale).
Una volta, quando la sinistra era di classe, cioè dalla parte del popolo lavoratore, si lavorava per l’unità non per la divisione. 
In fondo, pensateci, quello che più irrita gli “altri”, è quella vostra arrogante supponenza che rovescia disprezzo su chi si arrischia a pensarla diversamente. E quella ipocrisia alla Capalbio, per cui si è per l’inclusione, ma non su quella spiaggia.