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Conte citava Jonas, ma ora il filosofo si rivolta nella tomba

di Flavia Corso - 18/09/2019

Conte citava Jonas, ma ora il filosofo si rivolta nella tomba

Fonte: Ereticamente

Molti ricorderanno quando Conte inaugurò l’ormai defunto governo giallo-verde citando il filosofo Hans Jonas. Ora, a distanza di poco più di un anno, il filosofo del principio responsabilità si starà rivoltando nella tomba. Col governo nascente, infatti, Conte strizza inevitabilmente l’occhio ad una bioetica sempre più lontana dal concetto di sacralità del limite, tema su cui Jonas aveva fondato la sua intera etica applicata alla medicina e allo sviluppo delle biotecnologie. Con grande raffinatezza di pensiero, il filosofo aveva motivato la sua contrarietà alla sperimentazione sugli esseri umani, all’eugenetica positiva, alla morte cerebrale come paradigma funzionale al traffico di organi e all’eutanasia attiva, prediligendo una concezione della medicina come scienza al servizio della vita.
Inutile precisare che questo governo farsa non si porrà nemmeno il problema di comprendere fino a che punto lo sviluppo biotecnologico non entri in contraddizione con principi di ordine morale, e non necessariamente di ordine teologico. Il governo Conte-bis non tenterà nemmeno di rispondere alla domanda “Se è possibile, è lecito?”, perché in sostanza è sempre lecito se c’è profitto; inoltre, l’ossessione del Movimento 5 Stelle per il progresso tecnologico fine a se stesso è ormai l’unico punto che il movimento non sembra essere intenzionato a negoziare. Di seguito, si riportano allora le due bioetiche a confronto: quella promossa dai sostenitori del governo Conte-bis e quella di Jonas. Ai lettori l’ardua sentenza.
 Sull’eugenetica positiva
 Cecilia Strada:
 “Non fate sesso coi fascisti, non fateli riprodurre”.
 Hans Jonas:
 “Così, a conclusione e in riferimento all’intero campo della manipolazione biologica, voglio ritornare alla più seria argomentazione morale: azioni su altri, di cui non si debba rendere loro conto, sono ingiuste. Il dilemma morale di ogni manipolazione biologica sull’uomo che vada al di là del fatto puramente negativo di preservare da difetti ereditari è proprio questo: che la possibile accusa del discendente contro colui che l’ha creato non trovi più nessuno che sia in grado di rispondere e pagare e nessun mezzo di risarcimento”.
 
Sul trapianto d’organi
 Massimo Cardillo (direttore del Centro nazionale trapianti):
 “A volte per i familiari è una decisione difficile da prendere e in circa il 30% dei casi c’è un rifiuto. Mentre con il silenzio-assenso, nel momento in cui non si dichiara nulla, nessuno si può opporre”.
 Hans Jonas:
 “Se mantenendo la respirazione artificiale si può ottenere soltanto il coma permanente, allora […] si stacchi il respiratore e tutto il resto e si lasci morire il paziente: ma lo si lasci morire completamente, fino all’arresto di ogni funzione organica. Non si porti invece […], mantenendo gli ausili artificiali per un nuovo scopo, il processo a un momentaneo arresto, in cui il corpo può servire da banca di organi”.
 
Sulla clonazione
 Blog di Beppe Grillo:
 “I mammut lanosi, si sono estinti circa 10.000 anni fa. Riportarli in vita sarebbe una specie di miracolo. E finora è stato qualcosa oltre la portata umana, ma dopo che diversi campioni sono stati estratti dalla gamba di un giovane mammut, chiamato “Yuka”, recuperato in Siberia otto anni fa, qualcosa è cambiato”.
 Hans Jonas:
 “Il fatto […] è che il rampollo clonato (ipotetico) sa (o crede di sapere) troppo su di lui. Entrambi i fatti – il supposto già-sapere proprio e quello degli altri – paralizzano la spontaneità del suo divenire «se stesso», e il secondo anche la sincerità del rapporto degli altri con lui”.
 
 Sulla fecondazione assistita
 Nichi Vendola:
 “Penso che la genitorialità sia un fatto culturale e ho un approccio molto critico verso le culture di tipo biologistico. Il vero padre non lo definisce il seme, ma lo desumi dalla qualità della relazione e dalla capacità di crescere un bambino”.
 Hans Jonas:
 “La mia formulazione della domanda riguardo al lato giuridico è: sino a che punto determinati diritti personali, come quello di avere dei figli, motivano un dovere pubblico di contribuire alla loro realizzazione, specificamente tramite la messa a disposizione di determinati procedimenti artificiali nel caso di impedimento naturale? La mia formulazione della domanda riguardo al lato etico è: quali di queste possibili vie dell’artificio per la realizzazione di quei desideri giustificati sono eticamente problematiche o meno, in un senso che condetermini la definizione di diritto pubblico e dovere pubblico in tale questione?”.