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Elogio dell'elogio funebre delle sardine

di Giovanni Di Martino - 16/12/2019

Elogio dell'elogio funebre delle sardine

Fonte: Italicum

   L’articolo “Elogio…funebre delle Sardine”, comparso un paio di settimane fa sul blog di Italicum e poi spammato qua e là per la rete, ha due grossi pregi, che lo rendono a sua volta meritevole di un elogio.

   Il primo merito consiste nel non aver fatto ironia sul nome scelto dal nuovo movimento spontaneo di piazza. Sarebbe stato troppo facile e infierire è sempre brutto, ma se ci buttiamo sui nomi di animali, non se ne esce. Chi scende in piazza deve graffiare, ferire la psicologia di chi lo ascolta, anche con il nome e il simbolo. E questo non vuol dire che ci debbano essere sempre leoni ed aquile… ma le sardine.

   È come se un capo indiano si fosse fatto chiamare “fiorellino di campo” o un guerrigliero “campanellino”. Se è vero che si nasce rivoluzionari e si muore borghesi, proviamo ad immaginare come saranno le sardine tra vent’anni. Anche il riferimento marinaro non funziona: Salvini infatti non assomiglia ad uno squalo come lo dipingono, ma al massimo ad un tonno, di quelli che si tagliano con il grissino.

   Il secondo pregio dell’elogio è quello di avere fotografato con precisione le Sardine stesse e di averle collocate nell’ambito politico che sta nascendo, formalmente prima che esse stesse abbiano gettato la maschera sulla propria collocazione. Che è nel centro sinistra, nel caro vecchio centro sinistra italiano, che nasce con Occhetto e finisce con Renzi. Non c’è nessuna ventata di innovazione. Nessun nuovo che avanza.

   Terminato finalmente il tormentone dell’antipolitica (intesa come: i politici si sono mangiati tutto quindi diamo fiducia ai non politici che ci ha indicato Beppe Grillo, che non essendo politici saranno onestissimi e non attraverseranno con il rosso nemmeno quando non passano macchine), in Italia si va delineando un nuovo assetto politico che è la fotocopia di quello della Seconda Repubblica, ossia centro destra / centro sinistra. Le Sardine andranno mani e piedi (e pinne) dentro quest’ultimo, come già hanno scritto nel loro manifesto, scarno e senza contenuti (e anche questa è una cosa di centro sinistra): noi ci rivolgiamo  ai politici, quindi non con gli antipolitici di Grillo, e siamo contro Salvini, quindi non con il nuovo centro destra a guida leghista che sta nascendo. Più chiaro di così.

   A suggellare l’assoluta mancanza di innovazione politica sta proprio il fatto che questo bipolarismo si va strutturando esattamente come quello precedente. Da un lato un leader forte, comunicatore, presenzialista e chiacchierone, che le spara grossissime (pur avendo lui e il suo partito avallato tutta la peggio spazzatura che poi contesta dal trattato di Maastricht al Mes), dall’altra una opposizione formata dalle persone più differenti tra loro, senza una proposta e senza un contenuto, tranne appunto l’essere tutti contro il leader forte comunicatore presenzialista e chiacchierone.

   Tutto già visto. Cos’avevano in comune Montanelli, D’Alema, Travaglio, Di Pietro, Occhetto, Prodi e Bertinotti? L’antiberlusconismo. E infatti, come viene ormai riconosciuto, da quando Berlusconi si è defilato il centro sinistra è entrato in crisi da assenza di un’amalgama.

   Per fortuna il nuovo leader del centro destra è ancora giovane e pieno di buona volontà, in modo che l’opposizione possa anch’essa rianimarsi e riprendere i propri spazi. Ovvio che nell’attuale contesto i vari rappresentanti politici (Zingaretti, Calenda, Renzi…), troppo occupati a litigare e a dividersi, abbiano con buon senso dell’opportunità preferito mandare avanti una piazza anonima, ma pur sempre meglio presentabile di loro.

   La cartina di tornasole di quanto spiegato sull’effettiva essenza delle Sardine la dà poi l’unica cosa simil politica che fino ad ora abbiano detto, ossia il richiamo all’antifascismo. Il mese scorso la giornalista austroungarica Lilli Gruber ha invitato Salvini a vergognarsi per avere equiparato le minacce di morte ricevute a quanto sofferto e patito dalla Senatrice a vita Liliana Segre nei campi di concentramento. Ma la Gruber ignora, o finge di ignorare, che questa assenza di tutti dalla realtà è il risultato dell’avere coltivato l’antifascismo per settant’anni in assenza assoluta del fascismo, indicando come fascismo tutto ciò che era il nemico: Almirante, passato dalla Repubblica di Salò ai servizi segreti americani, era fascista, Fanfani, che non voleva il divorzio, era fascista, Craxi, che era prepotente, era fascista, Berlusconi, che non usa il viagra nemmeno ad ottant’anni, è fascista. Salvini ha solo sapientemente applicato questa fattispecie a quanto gli è successo, additando come fascista chi lo ha minacciato. E lo stesso fanno le Sardine, ignorando, o fingendo di ignorare, che proprio il fumo negli occhi impedirà a chi, come loro, scende in campo di avere una indispensabile mappatura del presente.