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Francia malata europea: ma vi chiedete il perché?

di Elena Basile - 11/10/2025

Francia malata europea: ma vi chiedete il perché?

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Recidivi. Le classi dirigenti europee persistono nei loro sbagli, negano la realtà e non cambiano strategia. La Francia è divenuta il malato di Europa. Noti giornalisti con lunghe esperienze di corrispondenti da Bruxelles lo affermano spavaldi. Naturalmente non si chiedono come mai e si guardano bene dall’indagare le ragioni della caduta verticale della Francia. I falsi europeisti tornano sul luogo del delitto per chiedere più integrazione e più austerità. L’Europa di Maastricht ha portato gli Stati europei a un debito maggiore, alla mancanza di crescita e a disuguaglianze sociali che non esistevano negli anni precedenti l’ordoliberismo inaugurato dalla Thatcher e da Reagan. Politici e giornalisti, sempre i soliti che da vent’anni ci insegnano come rafforzare la crescita e la modernità, di fronte ai risultati catastrofici a cui la ricetta europea ha portato, si rifugiano nel loro mondo di pura fantasia e tornano a predicare l’adesione ai parametri di Maastricht, di cui nessuno ha mai compreso il fondamento scientifico. La negazione della realtà, ripetere sempre lo stesso esperimento come in una trappola per topi, è un disturbo mentale. Nessuno sembra rendersi conto che il modello tedesco, basato sulle esportazioni e sulla compressione della domanda interna, ha portato l’economia della seconda potenza europea, la Francia, alla stagnazione e a un debito insostenibile. L’imposizione di una moneta unica a economie divergenti, che non permette di utilizzare il cambio e necessita di costanti aggiustamenti interni, ha causato l’impoverimento delle classi lavoratrici. Il debito è calcolato in rapporto al Pil. Essendo un rapporto, diminuisce quando il Pil cresce. Concetto semplice. Eppure le classi dirigenti e i loro cani da guardia persistono negli stessi errori.

I nostri ex corrispondenti da Bruxelles ci spiegano sui giornali mainstream che Macron non è amato in Patria, ma resta il punto di riferimento geopolitico nella difesa dei valori europei. Intendono riferirsi all’appoggio dato dall’ondivago presidente francese alla guerra alla Russia. Vi ricordate quando durante le bibliche trasmissioni di La7 anche gli analisti più equilibrati affermavano che il regime change in Russia era probabile? Bene, tre anni di dolorosa guerra, di sangue e distruzione in Ucraina (e non in Russia) non hanno portato alla caduta di Putin anzi, questo ha aumentato i consensi, ha un’economia ancora forte e non è isolato, ma amico di due terzi del mondo. La guerra è persa, ma la maggioranza Ursula, sostenuta da un fronte che va dalla Meloni fino al Pd nega ancora una volta la realtà e raddoppia la retorica bellicista, procedendo a un programma di riarmo di 800 miliardi che smantella lo Stato sociale.

Emmanuel Todd afferma con sarcasmo che il regime change dei neoconservatori non sarà realizzato nelle autocrazie, ma in Europa. Il liberalismo muore insieme al diritto internazionale. Le destre vanno al potere. L’Europa perde il controllo della narrativa su Israele. Il centrosinistra che ha accompagnato la destra fino a 50.000 morti nella complicità del genocidio cavalca l’indignazione popolare esplosa nelle strade. Eppure non parla del genocidio e non chiede 19 pacchetti di sanzioni contro Tel Aviv come ha invece fanaticamente voluto contro Mosca. La forza vince sul diritto e con Trump e Netanyahu mostra il vero volto dell’Occidente. Per carità, per molti aspetti i Paesi arabi, la Russia e la Cina non sono da meno. La Realpolitik mette tutti in ginocchio. Anche noi, che ci turiamo il naso e speriamo che il genocidio cessi o si fermi anche per poco. Poi Israele, come afferma Chris Hedges, applicata la prima fase che la concerne la liberazione degli ostaggi, riprenderà probabilmente la distruzione. Robert Cooper, ambasciatore britannico a Bruxelles nel 2002 che ha coniato il termine “imperialismo liberale”, afferma: “La sfida per il mondo moderno è abituarsi all’idea di due pesi e due misure. Tra di noi operiamo sulla base di leggi e di una sicurezza cooperativa aperta. Ma quando abbiamo a che fare con gli Stati più reazionari al di fuori del continente postmoderno dell’Europa, dobbiamo tornare ai metodi più rudi di un’epoca precedente: forza, attacco preventivo, inganno, tutto quello che è necessario…”. L’emblematica citazione è nel mio libro Approdo per noi naufraghi che sta per uscire con PaperFirst. Le oligarchie in effetti cancellano il diritto non solo a livello internazionale. All’interno criminalizzano il dissenso, processano i veri critici di Israele e isolano chi contrasta la narrativa Nato. In Uk nel 2023 vi sono stati 12.000 arresti, in Russia 3.319 (dato diffuso da un giornalista statunitense). Ma il problema è Francesca Albanese, attaccata pubblicamente da un parlamentare Pd come “divisiva”. Dobbiamo separarci da queste élite, altrimenti ci divoreranno.