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I popoli non occidentali guardano con ansia l'esito dello scontro tra NATO e Russia

di Antonio Catalano - 13/05/2023

I popoli non occidentali guardano con ansia l'esito dello scontro tra NATO e Russia

Fonte: Antonio Catalano

Non è indifferente l’esito di questa guerra Nato-Russia. Altrimenti non si capirebbe l’entità dello sforzo che il blocco occidentale sta rovesciando sul campo. Perché se Londra rifornisce il regime ucraino di missili a media gittata vuol dire che si cerca il pieno coinvolgimento militare della Russia, nella speranza che questa ne esca distrutta. Il vecchio sogno di ridurre la Russia a terra di conquista, a semplice protettorato. La storia si ripete, anche se mutano le condizioni. Dopo la rivoluzione del 1917 l’Occidente collettivo dell’epoca armò e sostenne le truppe “bianche” contro il nuovo potere bolscevico. Ma non era questione di colore, anche se lì ci fosse stato un governo sciamanico ma comunque deciso ad affermare la sovranità dei popoli della Russia, sarebbe andata più o meno così. Come è successo ancora una volta con l’occupazione del suolo russo da parte di truppe tedesche (5 milioni di soldati) e suoi alleati nel 1941. I cosiddetti alleati anglosassoni stettero a guardare, nella speranza che tedeschi e russi si sbranassero abbastanza da rendere più concrete le proprie ambizioni egemoniche. Il tributo dei russi fu elevatissimo: 27 milioni tra civili e soldati sacrificarono la propria vita per impedire che il suolo patrio fosse sbriciolato. Una sprezzante Unione Europea dedica il 9 maggio, giorno in Russia solennemente celebrato come Giornata della Vittoria, alla “sua” vittoria. Non è indifferente l’esito di questa guerra quindi, perché in essa si giocano i destini del futuro assetto mondiale. Con i popoli del mondo soggiogati dal tallone di ferro occidentale che guardano con speranza a un esito che segni l’inizio di una fase multilaterale in cui non vi sia più un avido e suprematista occidente a dettare le condizioni delle proprie sorti. Suonano quindi significative le parole dell’asciutto ma severo discorso di Putin lo scorso 9 maggio alla celebrazione del Giornata della Vittoria. «Riteniamo che qualsiasi ideologia di supremazia sia intrinsecamente riprovevole, criminale e mortale. Eppure le élite globaliste occidentali continuano a parlare della loro esclusività, a mettere i popoli gli uni contro gli altri e a dividere le società, a provocare violenti conflitti e colpi di stato, a seminare odio, russofobia e nazionalismo aggressivo, a distruggere la famiglia e i valori tradizionali che rendono l’uomo umano. E tutto per continuare a dettare, a imporre ai popoli la propria volontà, i propri diritti, le proprie regole, in sostanza, un sistema di ladrocinio, violenza e repressione.»