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Il dispositivo di censura che imponga a tutti la neolingua del politicamente corretto

di Carlo Formenti - 01/11/2019

Il dispositivo di censura che imponga a tutti la neolingua del politicamente corretto

Fonte: Carlo Formenti

Ricordando il coraggioso intervento del frontman dei Pink Floyd sulla persecuzione internazionale contro Julian Assange, finalizzata a terrorizzare e chiudere la bocca a tutte le voci che osano gridare che il re è nudo, mi permetto di sottolineare che la vicenda Assange è solo la punta dell'iceberg di una campagna mondiale che si propone di "normalizzare" con ogni mezzo l'uso della Rete come media alternativo di indagine e controinformazione. Le campagne contro "fakenews", "odiatori" e quant'altro si fanno ogni giorno più martellanti. Vedi l'articolo di Gaggi sul Corriere di oggi che traccia scenari da incubo sull'uso dei Big Data per manipolare cittadini ed elettori, come se giornali e televisioni di regime (/e ormai non ce ne sono altri! ) non fossero una poderosa macchina di manipolazione in mano alle élite per controllare e orientare il senso comune delle classi subalterne. Vedi anche l'utilizzo strumentale del caso Segre e dell'astensione dei parlamentari di centro destra sull'istituzione della Comissione parlamentare sull'intolleranza, dove si cerca di concentrare il fuoco polemico esclusivamente sul facile bersaglio dell'antisemistismo, mentre ci vuole poco a capire che il vero obiettivo è costruire un dispositivo di censura che imponga a tutti la neolingua del politicamente corretto e penalizzi qualsiasi opinione eterodossa (come al solito, si mira a destra per colpire a sinistra, tanto ormai la tesi degli opposti estremismi è stata canonizzata dall'infame deliberazione del Parlamento europeo che equipara comunismo e nazismo).