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Il piano per smembrare la Russia

di Mike Whitney - 08/01/2023

Il piano per smembrare la Russia

Fonte: Come Don Chisciotte

Per decenni, l’idea di smantellare l’Unione Sovietica e la Russia è stata costantemente coltivata nei Paesi occidentali. Purtroppo, ad un certo punto è stata concepita l’idea di utilizzare l’Ucraina per raggiungere questo obiettivo. Infatti, è proprio per prevenire un simile sviluppo che abbiamo lanciato l’operazione militare speciale (OMS). È proprio questo l’obiettivo di alcuni Paesi occidentali, guidati dagli Stati Uniti, creare un’enclave anti-russa e poi minacciarci da questa direzione. Impedire che ciò accada è il nostro obiettivo primario. Vladimir Putin

Ecco il quiz geopolitico del giorno: Cosa intendeva Angela Merkel quando aveva detto che “la Guerra Fredda non è mai veramente finita, perché in definitiva la Russia non è mai stata pacificata”?

1. La Merkel si riferiva al fatto che la Russia non ha mai accettato il suo ruolo subordinato nell'”Ordine basato sulle regole.”

2. La Merkel si riferiva al fatto che il crollo economico della Russia non ha prodotto lo “Stato compiacente” che le élite occidentali avevano sperato.

3. La Merkel stava suggerendo che la Guerra Fredda non è mai stata una vera lotta tra democrazia e comunismo, ma uno sforzo della durata di 45 anni per “pacificare” la Russia.

4. Quello che la Merkel intendeva dire è che gli Stati occidentali – in particolare gli Stati Uniti – non vogliono una Russia forte, prospera e indipendente, ma un lacchè servile che faccia quello che gli viene detto.

5. Tutte queste cose.

Se avete scelto il punto (5), datevi una pacca sulla spalla. È la risposta giusta.

La scorsa settimana, Angela Merkel ha confermato ciò che molti analisti dicevano da anni, ovvero che le relazioni ostili tra Washington e la Russia – che risalgono a più di un secolo fa – non hanno nulla a che fare con l’ideologia, il “cattivo comportamento” o la presunta “aggressione non provocata.” Lo sgarbo principale commesso dalla Russia è quello di occupare un’area strategica del mondo che contiene vaste risorse naturali e che è fondamentale per il “perno sull’Asia” di Washington. Il vero crimine della Russia è che la sua sola esistenza costituisce una minaccia al progetto globalista di diffondere le basi militari statunitensi in Asia centrale, accerchiare la Cina e diventare l’egemone regionale nella regione più prospera e popolosa del mondo.

L’attenzione si è talmente concentrata sulle dichiarazioni della Merkel in merito al Trattato di Minsk, che le sue osservazioni più allarmanti sono state completamente ignorate. Ecco un breve estratto da una recente intervista rilasciata dalla Merkel ad un quotidiano italiano:

Gli accordi di Minsk del 2014 erano stati un tentativo per dare tempo all’Ucraina. L’Ucraina aveva usato questo periodo per diventare più forte, come si vede oggi. Il Paese del 2014/15 non è il Paese di oggi….

Sapevamo tutti che si trattava di un conflitto congelato, che il problema non era risolto, ma era stato proprio questo a dare all’Ucraina tempo prezioso.” (“Angela Merkel: Kohl si approfittava di voce e corporatura,” Corriere Della Sera)

La Merkel ammette candidamente di aver partecipato ad una frode durata 7 anni e finalizzata ad ingannare la leadership russa, facendole credere che [l’Occidente] volesse davvero la pace, ma non era stato così. In realtà, le potenze occidentali avevano deliberatamente sabotato il trattato al fine di guadagnare tempo per armare e addestrare un esercito ucraino che sarebbe stato utilizzato in una guerra contro la Russia.

Ma questa è una notizia vecchia. Ciò che riteniamo più interessante è ciò che la Merkel ha detto dopo i suoi commenti su Minsk. Ecco la frase più importante:

Voglio parlarvi di un aspetto che mi fa riflettere. Si tratta del fatto che la Guerra Fredda non è mai veramente finita, perché, alla fine, la Russia non è mai stata pacificata. Quando Putin aveva invaso la Crimea, nel 2014, era stato escluso dal G8. Inoltre, la NATO aveva dispiegato truppe nella regione baltica, per dimostrare la propria disponibilità ad intervenire. E anche noi avevamo deciso di destinare il 2% del PIL alle spese militari per la difesa. La CDU e la CSU erano stati gli unici due partiti ad aver mantenuto [questa percentuale di spesa] nel programma di governo. Ma anche noi avremmo dovuto reagire più rapidamente all’aggressività della Russia. (“Angela Merkel: Kohl si approfittava di voce e corporatura,” Corriere Della Sera)

Si tratta di un’ammissione sorprendente. La Merkel sta dicendo che “la Guerra Fredda non è mai finita” perché non è stato raggiunto l’obiettivo primario di indebolire (“pacificare”) la Russia, al punto da impedirle di difendere i propri interessi vitali o di proiettare il proprio potere oltre i confini. La Merkel sta insinuando che l’obiettivo principale della Guerra Fredda non era quello di sconfiggere il comunismo (come ci è sempre stato detto), ma di creare una colonia russa compiacente che permettesse al progetto globalista di andare avanti senza ostacoli. Come possiamo vedere in Ucraina, questo obiettivo non è stato raggiunto; e il motivo per cui non è stato raggiunto è che la Russia è abbastanza potente da bloccare l’espansione della NATO verso est. In breve, la Russia è diventata il più grande ostacolo alla strategia globalista per il dominio del mondo.

Vale la pena notare che, come problema principale, la Merkel non menziona mai la presunta “aggressione non provocata” della Russia all’Ucraina. In realtà, non fa alcun tentativo di difendere questa affermazione spuria. Il vero problema, secondo la Merkel, è che la Russia non è stata “pacificata.” Pensateci. Questo fa capire che la giustificazione di questa guerra è diversa da quella promossa dai media. Ciò implica che il conflitto è guidato da obiettivi geopolitici nascosti dietro la cortina di fumo dell'”invasione.” I commenti della Merkel chiariscono questo aspetto e identificano il vero obiettivo: la pacificazione della Russia.

Tra poco dimostreremo che la guerra è stata scatenata da “obiettivi geopolitici” e non dalla presunta “aggressione” della Russia, ma prima dobbiamo rivedere le idee che alimentano la spinta alla guerra. Il principale corpo di principi su cui poggia la politica estera americana è la Dottrina Wolfowitz, la cui prima bozza era stata presentata nella Defense Planning Guidance del 1992. Eccone un breve estratto:

Il nostro primo obiettivo è prevenire il riemergere di un nuovo rivale, sul territorio dell’ex Unione Sovietica o altrove, che rappresenti una minaccia dell’ordine di quella rappresentata in passato dall’Unione Sovietica. Questa è una considerazione dominante alla base della nuova strategia di difesa regionale e richiederà tutti i nostri sforzi per impedire a qualsiasi potenza ostile di dominare una regione le cui risorse, sotto un controllo consolidato, sarebbero sufficienti a generare un potere globale.

È scritto nero su bianco: la priorità assoluta della politica estera degli Stati Uniti “è impedire il riemergere di un nuovo rivale, sul territorio dell’ex Unione Sovietica o altrove, che rappresenti una minaccia dell’ordine di quella rappresentata in passato dall’Unione Sovietica.” Questo dimostra l’importanza che Washington e i suoi alleati attribuiscono al territorio occupato dalla Federazione Russa. E dimostra anche la determinazione dei leader occidentali ad impedire a qualsiasi Stato sovrano di controllare un’area di cui gli Stati Uniti hanno bisogno per attuare la loro grande strategia.

Non ci vuole un genio per capire che la trasformazione della Russia in uno Stato forte e indipendente non solo l’ha messa nel mirino di Washington, ma ha anche aumentato notevolmente le possibilità di un confronto diretto. In poche parole, il ritorno della Russia tra le grandi potenze l’ha inserita nella “lista dei nemici” di Washington facendola diventare il logico obiettivo dell’aggressione statunitense.

Cosa c’entra tutto questo con la Merkel?

Nei commenti della Merkel è implicito il fatto che la dissoluzione dello Stato comunista e il crollo dell’economia russa non erano stati sufficienti a “pacificare” la Russia. La Merkel sta infatti esprimendo il suo sostegno a misure più estreme. E sa bene quali saranno queste misure: un cambio di regime seguito da una violenta spaccatura del Paese.

Putin è ben consapevole di questo piano maligno e ne ha discusso apertamente in molte occasioni. Date un’occhiata a questo video di 2 minuti di una riunione presieduta da Putin poche settimane fa:

“L’obiettivo dei nostri nemici è quello di indebolire e disgregare il nostro Paese. È così da secoli… Credono che il nostro Paese sia troppo grande e rappresenti una minaccia (per loro), per questo deve essere indebolito e diviso. Da parte nostra, abbiamo sempre perseguito un approccio diverso; abbiamo sempre voluto far parte del cosiddetto “mondo civile (occidentale).” E, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, pensavamo che finalmente saremmo entrati a far parte di quel “mondo.” Ma, come si è scoperto, non eravamo i benvenuti, nonostante tutti i nostri sforzi. I nostri tentativi di entrare a far parte di quel mondo sono stati respinti. Invece, hanno fatto tutto il possibile – compresa l’assistenza ai terroristi nel Caucaso – per dare il colpo di grazia alla Russia e disgregare la Federazione Russa.Vladimir Putin

Ciò che vogliamo dire è che le opinioni della Merkel si allineano perfettamente con quelle dei neoconservatori. Sono anche in linea con quelle dell’intero establishment politico occidentale che ha unanimemente appoggiato il confronto con la Russia. Inoltre, la Strategia di sicurezza nazionale, la Strategia di difesa nazionale e l’ultimo rapporto del Congressional Research Service hanno spostato l’attenzione dalla guerra contro il terrorismo internazionale alla “competizione tra grandi potenze” con Russia e Cina. Non sorprende che i documenti abbiano poco a che fare con la “competizione,” al contrario, forniscono una giustificazione ideologica per le ostilità verso la Russia. In altre parole, gli Stati Uniti hanno gettato le basi per un confronto diretto con la più grande superpotenza nucleare del mondo.

Guardate questa breve clip tratta dal rapporto del Congressional Research Service intitolato La rinnovata competizione tra grandi potenze: implicazioni per la Difesa – Domande per il Congresso:

L’obiettivo degli Stati Uniti di prevenire l’emergere di egemoni regionali in Eurasia… è una scelta politica che riflette due giudizi: (1) data la quantità di persone, risorse e attività economiche in Eurasia, un egemone regionale in Eurasia rappresenterebbe una concentrazione di potere abbastanza grande da poter minacciare gli interessi vitali degli Stati Uniti e (2) l’Eurasia non è in grado di autoregolarsi in modo affidabile per prevenire l’emergere di egemoni regionali, il che significa che non si può contare sul fatto che i Paesi dell’Eurasia siano in grado di prevenire, attraverso le proprie azioni, l’emergere di egemoni regionali e che potrebbero aver bisogno dell’assistenza di uno o più Paesi al di fuori dell’Eurasia per poterlo fare in modo affidabile”…..

Dal punto di vista della grande strategia e della geopolitica degli Stati Uniti, si può notare che la maggior parte delle persone, delle risorse e delle attività economiche del mondo non si trova nella regione occidentale ma nell’altro emisfero, in particolare in Eurasia. In risposta a questa caratteristica fondamentale della geografia mondiale, negli ultimi decenni i politici statunitensi hanno scelto di perseguire, come elemento chiave della strategia nazionale, l’obiettivo di prevenire l’emergere di egemoni regionali in Eurasia. Sebbene i politici statunitensi non dichiarino spesso esplicitamente in pubblico l’obiettivo di prevenire l’emergere di egemoni regionali in Eurasia, le operazioni militari statunitensi degli ultimi decenni – sia le operazioni belliche che quelle di normale amministrazione – sembrano essere state condotte in gran parte a sostegno di questo obiettivo.” (“Renewed Great Power Competition: Implications for Defense—Issues for Congress,” US Congress)

Sembra molto simile alla Dottrina Wolfowitz, non è vero? (Il che suggerisce che il Congresso si è trasferito nel campo dei neoconservatori).

Ci sono alcune cose che vale la pena considerare in questo breve estratto:

1. “L’obiettivo degli Stati Uniti di prevenire l’emergere di egemoni regionali in Eurasia” non ha nulla a che fare con la difesa nazionale. Si tratta di una chiara dichiarazione di guerra a qualsiasi nazione che utilizzi con successo il libero mercato per far crescere la propria economia. È particolarmente inquietante che la Cina sia sulla lista dei bersagli di Washington, visto che è stato prorio l’outsourcing e l’offshoring delle imprese statunitensi ad aver contribuito in modo così rilevante al successo della Cina. Le industrie statunitensi avevano trasferito le loro attività in Cina proprio per poter pagare salari da schiavitù. La Cina deve essere incolpata di questo?

2. Il fatto che l’Eurasia abbia più “persone, risorse e attività economiche” dell’America non costituisce una “minaccia” alla sicurezza nazionale statunitense. Rappresenta solo una minaccia alle ambizioni delle élite occidentali che vogliono usare l’esercito statunitense per perseguire la propria agenda geopolitica.

3. Infine: Si noti come l’autore riconosca che il governo inganna deliberatamente il pubblico sui suoi reali obiettivi in Asia centrale. Dice: “Sebbene i politici statunitensi non dichiarino spesso esplicitamente in pubblico l’obiettivo di prevenire l’emergere di egemoni regionali in Eurasia, le operazioni militari statunitensi degli ultimi decenni – sia le operazioni belliche che quelle di normale amministrazione – sembrano essere state condotte in gran parte a sostegno di questo obiettivo.” In altre parole, tutti gli sproloqui sulla “libertà e la democrazia” sono solo una sciocchezza per le masse. I veri obiettivi sono “risorse, attività economiche” e potere.

La Strategia di sicurezza nazionale e la Strategia di difesa nazionale sono altrettanto esplicite nell’identificare la Russia come un nemico di fatto degli Stati Uniti. Questo è quanto emerge dalla NSS:

La Russia rappresenta una minaccia immediata e continua per l’ordine di sicurezza regionale in Europa ed è una fonte di disordine e instabilità a livello globale…

Attualmente, la Russia rappresenta una minaccia immediata e persistente alla pace e alla stabilità internazionale….

La Russia, ignorando sconsideratamente le leggi fondamentali dell’ordine internazionale, rappresenta una minaccia immediata al sistema internazionale libero e aperto… Questo decennio sarà decisivo per stabilire i termini della… gestione dell’acuta minaccia posta dalla Russia.” (“The 2022 National Security Strategy,” White House)

Infine, anche la Strategia di Difesa Nazionale 2022 ribadisce gli stessi temi: Russia e Cina rappresentano una minaccia senza precedenti all'”ordine basato sulle regole.” Ecco un breve riassunto tratto da un articolo del World Socialist Web Site:

La Strategia di Difesa Nazionale 2022… chiarisce che gli Stati Uniti …. vedono l’assoggettamento della Russia come un importante trampolino di lancio verso il conflitto con la Cina.… L’esplosione dell’imperialismo americano… sta prendendo sempre più direttamente di mira la Russia e la Cina, che gli Stati Uniti vedono come i principali ostacoli al dominio incontrastato del mondo. Gli strateghi statunitensi hanno a lungo considerato il dominio della terraferma eurasiatica, con le sue vaste risorse naturali, come la chiave per il dominio globale.” (“Pentagon national strategy document targets China,” Andres Damon, World Socialist Web Site)

Questi tre documenti strategici dimostrano che i cervelloni di Washington stavano preparando le basi ideologiche per una guerra con la Russia molto prima che venisse sparato il primo colpo in Ucraina. Questa guerra è ora in corso, anche se l’esito è tutt’altro che certo.

La strategia futura sembra essere una versione del Piano Cheney, che raccomandava la disgregazione della Russia stessa, “in modo che non potesse mai più essere una minaccia per il resto del mondo.” Ecco altre informazioni tratte da un articolo di Ben Norton:

“L’ex vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney, uno dei principali artefici della guerra in Iraq, non solo voleva smantellare l’Unione Sovietica, ma anche la stessa Russia, per impedirle di risorgere come potenza politica significativa… Il fatto che una figura alla guida del governo degli Stati Uniti avesse cercato non tanto segretamente la dissoluzione permanente della Russia come Paese, e l’avesse comunicato apertamente a colleghi come Robert Gates, spiega in parte l’atteggiamento aggressivo che Washington ha assunto nei confronti della Federazione Russa fin dalla disgregazione dell’URSS.

La realtà è che l’impero statunitense non permetterà mai alla Russia di sfidare il suo dominio unilaterale sull’Eurasia, nonostante il governo di Mosca abbia ripristinato il capitalismo. Per questo non sorprende che Washington abbia ignorato completamente le preoccupazioni della Russia in materia di sicurezza, violando la promessa di non espandere la NATO “di un solo centimetro verso est” dopo la riunificazione tedesca, circondando Mosca con avversari militarizzati e decisi a destabilizzarla.” (“Ex VP Dick Cheney confirmed US goal is to break up Russia, not just USSR”, Ben Norton, Multipolarista)

Lo smembramento della Russia in diversi piccoli staterelli è stato a lungo il sogno dei neoconservatori. La differenza ora è che questo stesso sogno è condiviso dai leader politici di tutto l’Occidente. I recenti commenti di Angela Merkel sottolineano il fatto che i leader occidentali sono ora impegnati a raggiungere gli obiettivi irrealizzati della Guerra Fredda. Intendono usare il confronto militare per ottenere il risultato politico che cercano: una Russia notevolmente indebolita e incapace di bloccare la proiezione di potere di Washington in Asia centrale. È difficile immaginare una strategia più pericolosa.

Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/mwhitney/the-plan-to-carve-up-russia/
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org