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Il premio Ikea

di Marcello Veneziani - 12/10/2025

Il premio Ikea

Fonte: Marcello Veneziani

Sul Premio Nobel per la Letteratura, e sulla sua credibilità, vorrei tornare su un mio chiodo fisso. Se vediamo l'elenco dei premiati dal 1901 a oggi, scopriamo decine di autori premiati ignorati dai posteri, dimenticati dalla Letteratura, irrilevanti o di secondo piano. Ma quel che è peggio, il Premio più prestigioso del mondo, ha dimenticato o rimosso quasi tutto il Grande Novecento Letterario. Vi faccio alcuni nomi. Vi dice niente uno come Marcel Proust o come Franz Kafka, o come James Joyce oppure Oscar Wilde? Il Nobel li ha ignorati. La stessa sorte, la stessa omertà, ha colpito giganti come Eugéne Ionesco e Aldous Huxley, Paul Valéry e G.K. Chesterton, George Orwell ed Ezra Pound, Ernst Junger e Louis-Ferdinande Céline. Niente Nobel. Per non dire di Leon Bloy ed Henri de Monterlhant, Fernando Pessoa e Yukio Mishima, Emil Cioran e Gottried Benn, George Bernanos e Stefan Zweig, Karl Kraus e Hugo von Hofmannsthal, e Lev Tolstoj fino a J.R.Tolkien.... L'elenco potrebbe continuare tra i vertici della letteratura mondiale negati a Stoccolma. Non è stata risparmiata nemmeno la Letteratura italiana, dove il Nobel ha dimenticato i due poeti italiani più amati e imitati al mondo, Gabriele D'Annunzio e F.T. Marinetti. Prima di loro il Nobel ha trascurato Giovanni Pascoli e poi Giuseppe Ungaretti; andando random, non c'è traccia di Curzio Malaparte e Cesare Pavese, Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini, Giovannino Guareschi e Dino Buzzati e tanti altri. Sorprendono invece i premiati: da Grazia Deledda a Dario Fo, poi un po' meglio con Salvatore Quasimodo e soprattutto con Eugenio Montale e per fortuna o per errore ci sono pure i nostri Giosuè Carducci e Luigi Pirandello. Ma i quattro quinti della nostra grande letteratura sono stati ignorati dagli svedesi. Curiosi pure i filosofi premiati col Nobel: un trittico, Bertrand Russell, Henri Bergson e Jean-Paul Sartre (che rigettò il premio), ma parlando di letteratura filosofica perché escludere scrittori di filosofia come Benedetto Croce, George Bataille, Roger Callois, José Ortega y Gasset, Miguel de Unamuno, Gabriel Marcel. Prescindo dai filosofi teoretici, meno leggibili.
Insomma il Nobel è una strage di letteratura, un premio ignorante, abbagliante ma ricco di abbagli. In molti casi di assegnazione o di non assegnazione, ha contato il politically correct se consideriamo che quasi nessun grande autore scomodo è stato premiato, se non prima del tempo in cui si è reso imperdonabile (penso a Knut Hamsun o a W.B.Yeats e a Aleksandr Solzenicyn, prima che attaccasse il materialismo occidentale) e la stragrande maggioranza dei grandi non premiati e da me citati non erano certo progressisti, liberal, dem e marxisti. In compenso si sono dati premi di genere o etnici (del tipo quest'anno si premia una donna, magari femminista, o si dà un premio terzomondista all'autore di un paese povero). Insomma la presa per i fondelli del Nobel è cominciata molto prima del palpatore Jean-Claude Arnault.
I verdetti, emessi dai giurati svedesi, decretano da più di un secolo i falsi destini della Letteratura e proclamano i presunti Grandi salvo poi essere smentiti dai lettori, dal tempo che è galantuomo e dai critici. In realtà il Nobel è importante non per la letteratura ma per l'entità economica e dunque per i diretti interessati, a cui cambia la vita: un sacco di soldi, celebrità, conferenze e traduzioni... Con tutto il rispetto per l'intelligenza svedese,  al posto del Nobel funzionerebbe meglio il Premio Ikea, con versi smontabili e testi ricomponibili direttamente a casa vostra.