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Intelligenza Artificiale Stupida?

di Roberto Pecchioli - 02/12/2025

Intelligenza Artificiale Stupida?

Fonte: ilperchecuiprodest

Il potenziale trasformativo dell’I.A. priva di “pensiero meditante” ha effetti fortissimi, ma cambiamento non è sempre sinonimo di progresso, specie se riproduce non l’intera intelligenza umana, ma solo la parte strumentale, dislocata nell’emisfero cerebrale sinistro, l’unica che interessa i suoi padroni.

Milioni di parole sono già state scritte sulla rivoluzione tecnologica digitale e sul fenomeno dell’Intelligenza Artificiale. Moltissime altre se ne scriveranno, comprese quelle sul  crescente sviluppo dei cosiddetti LLM, large linguage models, i grandi modelli linguistici utilizzati dall’ Intelligenza Artificiale Generativa (AGI), addestrati  su enormi quantità di dati testuali a comprendere, generare e analizzare il linguaggio in modo simile a un essere umano. L’impatto sulla nostra vita, sull’economia, sulla stessa antropologia, sulla visione dell’uomo, della sua natura e del suo ruolo nel mondo, è immenso e cresce di giorno in giorno.

Poiché questa rivoluzione epocale interessa ogni aspetto dell’esistenza sino a modificare il significato di termini come cervello, intelligenza, coscienza, e cambiare irreversibilmente  la mappa dell’economia, del potere, della stessa condizione umana, ogni ramo della conoscenza umana guarda al fenomeno dell’Intelligenza Artificiale dal proprio specifico punto di vista. Non si tratta di frenarne la corsa – sarebbe come voler  bloccare con una mano la piena di un fiume –  ma di comprenderla e valutarla come strumento, non come  fine o tremendo meccanismo di potere.

Partiamo dalla definizione: si chiama Intelligenza Artificiale la capacità di una macchina di esibire facoltà umane come ragionamento, apprendimento, pianificazione, elaborazione e risoluzione di problemi in maniera autonoma. L’IA permette alle macchine di analizzare dati per prendere decisioni, formulare previsioni, agire ed interagire con l’ambiente, automatizzando  processi “umani”. Il pericolo che ci sovrasta riguarda la possibilità che la macchina non solo sostituisca funzioni umane, ma finisca per affievolire, ridurre, far scomparire molte nostre capacità. C’è chi segnala che l’IA non imita tutte le facoltà del nostro cervello, ma solo quelle di uno dei due emisferi da cui esso è composto, il sinistro.

Intelligenza Artificiale: Stupida?

Tecnologi e informatici hanno studiato con grande attenzione la struttura neurologica e il funzionamento del cervello umano. L’’I.A. diventa l’onnipotente interfaccia tecnologica delle idee dominanti della contemporaneità, la cui preferenza per il pensiero analitico, strumentale, meccanico, tassonomico è evidente. Dal punto di visto neurologico, si tratta della vittoria del cervello sinistro. E’ la tesi – ovviamente estranea all’I.A. – del filosofo, psichiatra e neuro scienziato scozzese Iain McGilchcrist, espressa nel monumentale trattato Il padrone e il suo emissario (2009), il cui sottotitolo è I due emisferi del cervello e la formazione dell’Occidente. La riprende per metterla in relazione con l’I.A. un influente giornalista economico, Greg Ip, firma di punta del Wall Street Journal. Secondo McGilchrist, l’uomo occidentale è dominato dalla versione del mondo creata dall’emisfero sinistro e ha dimenticato le intuizioni prodotte dal destro. Abbiamo bisogno di entrambi gli emisferi, ma soprattutto, sostiene Mc Gilchrist, che l’emisfero sinistro (l’ emissario) operi al servizio del destro (il padrone).

Ciascun emisfero cerebrale decifra la realtà in modo coerente, ma incompatibile con l’altro. L’emisfero destro esperisce il mondo nella sua interezza, complessità e organicità tralasciando i dettagli, mentre l’emisfero sinistro è più analitico e quindi frammentario. I segni di questo confronto interno sono visibili nella storia della nostra civiltà. Nel mondo disincarnato dominato dalle tecnologie digitali, l’emisfero sinistro prende pericolosamente il sopravvento su quello destro, forse cambiando per sempre il nostro modo di pensare e comprendere la realtà. L’Occidente avrebbe vissuto una oscillazione tra le due modalità: certi periodi sarebbero stati influenzati dall’emisfero destro, per esempio Rinascimento e Romanticismo, altri dal sinistro, la Controriforma o l’Illuminismo. Il salto dalla biologia alla cultura si sostiene su due argomenti: la mimesi e l’epigenetica. L’attitudine mimetica è osservabile fin dalla tenera età: i bambini imitano il comportamento degli adulti; l’imitazione di un modello sviluppa l’individualità, oltre a produrre l’inculturazione. L’ermeneutica dominante nella contemporaneità registra il trionfo dell’emisfero sinistro sul destro, che astrae i significati dal contesto ed avanza nevroticamente con irrefrenabile ottimismo, tipico dell’emisfero sinistro.

Questo ragiona per coppie di opposti, vero, falso, bianco, nero e così via. Il destro è consapevole della complessità, delle sfumature, della coesistenza degli opposti; ama vedere il tutto organicamente più che sezionarlo. Nel linguaggio informatico, è il continuo di fronte al discreto. L’emisfero sinistro è un brillante emissario, capace di ricostruire logicamente, passo per passo, i salti intuitivi del destro, ma non può sostituirsi a esso. L’intelligenza artificiale ha assunto la modalità cognitiva del solo emisfero sinistro, mutilando il modello di metà dell’ intelligenza naturale umana. Il rischio è la semplificazione, la riduzione del tutto a segmenti, infinite sequenze di zero e uno, aperto e chiuso, strutturalmente incapaci di cogliere l’intero, la complessità, l’infinita gamma di colori della tavolozza umana.

Poiché il modello artificiale si sta sovrapponendo all’originale sino a sostituirlo, il rischio è una mutazione epigenetica che restringe l’umano depotenziando le funzioni dell’emisfero destro. L’esito potrebbe essere un’umanità a misura di Intelligenza Artificiale. Il mondo al contrario anche nell’ambito della tecnologia. L’I.A. sostituirà l’intelligenza umana, cedendo il passo alla tirannia delle macchine. L’economia si dirige verso una sostituzione senza precedenti del lavoro umano, portando a disoccupazione di massa e gravi conflitti sociali. Sono le giuste obiezioni che segnano l’avvento dell’I.A. Una conseguenza ulteriore è che la prevalenza del modello artificiale ci porti alla stagnazione intellettuale. I modelli linguistici come ChatGPT, Google Gemini e Claude di Anthropic sono molto efficaci nel localizzare e connettere la conoscenza. Ma non aggiungono nulla al corpus delle conoscenze. In altre parole, non sono curiosi. Mancano di senso della meraviglia, di stupore, di umana astrazione. Per questo motivo, l’architettura dell’I.A. potrebbe non essere preparata a scoprire nuove conoscenze.

Per usare il lessico di McGilchrist, l’I.A. sarebbe la parte sinistra del cervello umano trasferita alla macchina. Calcolatrice, analitica e riduttiva, tratta il mondo come un gigantesco magazzino di dati. L’elaborazione può fornirci un potente miglioramento tecnologico rispetto all’esistente. Ma il ragionamento dell’emisfero sinistro è incapace di analogie, immaginazione, pensiero emotivo. Forse una “vera” intelligenza artificiale avrebbe bisogno di un pulsante dell’umore in grado di passare da uno stato di concentrazione iperattiva a uno di meditazione. Difficile che un interruttore possa attivare nell’I.A. uno stato di concentrazione su una questione apparentemente irrilevante, uno stato mentale che spesso innesca il processo creativo. Il genetista James Watson spiegò che intuì giocando a tennis la struttura a doppia elica del DNA. Dovremmo considerare l’I.A. un aiuto prezioso che permette all’utente umano di concentrarsi su questioni che richiedono la fantasia, il salto logico e cognitivo della mente, oppure fungere da emissaria del padrone, l’emisfero destro del cervello con la sua capacità di intuizione, creatività e analogia.

Il potenziale trasformativo dell’I.A. priva di “pensiero meditante” ha effetti fortissimi, ma cambiamento non è sempre sinonimo di progresso, specie se riproduce non l’intera intelligenza umana, ma solo la parte strumentale, dislocata nell’emisfero cerebrale sinistro, l’unica che interessa i suoi padroni.

Affidarsi all’I.A. atrofizza il pensiero critico proprio come affidarsi al GPS indebolisce la memoria spaziale. Evidenze statistiche attestano che le funzioni cognitive negli esseri umani diminuiscono in modo direttamente proporzionale all’affidamento all’I.A. e alle capacità di ricerca su Internet. Gli insegnanti lo sanno per esperienza quotidiana: osservano il calo della capacità di attenzione, l’indebolimento mnemonico, la crisi del pensiero critico, la mancanza di curiosità. L’I.A. porterà progressi in alcuni ambiti, tuttavia a lungo termine il risultato potrebbe essere la stagnazione scientifica: assisteremo a un affinamento delle conoscenze esistenti e a uno sfruttamento accelerato del loro potenziale, ma potrebbero esserci sempre meno nuove conoscenze. L’intelligenza artificiale potrebbe altresì accelerare anche il declino della verità che già sperimentiamo con sconcerto. Un editor di Wikipedia ha descritto in dettaglio di avere introdotto informazioni deliberatamente parziali nell’enciclopedia digitale, la Bibbia della contemporaneità. Gli LLM incoraggiano operazioni  simili su scala molto più ampia. Un esempio è il rapporto di Google Gemini su Matthew Shepard. “Era uno studente universitario gay che è stato brutalmente picchiato e abbandonato alla sua sorte in un assassinio motivato dall’odio a Laramie, Wyoming, nel 1998”. L’ indagine dimostrò che il suo omicidio non fu motivato dall’odio per la sua condizione sessuale. Ma è così che la propaganda pro-gay  presentò l’omicidio di Shepard per anni. Considerata l’enorme quantità di testi pubblicati da attivisti e da soggetti fuorviati dalla propaganda, i modelli LLM di Intelligenza Artificiale tenderanno a riprendere questa narrazione, ampiamente diffusa ma falsa. La fiducia cieca nell’I.A. rende verità incontrovertibili le sue affermazioni: lo dice la tecnologia!

Movimenti organizzati, governi e altri centri di potere lavorano per immettere in rete materiale ideologicamente distorto o falso al fine di plasmare le elaborazioni degli LLM, che poi presenteranno la narrativa come fatto accertato. Manovre che determinano e sempre più determineranno la contaminazione dei contenuti, poiché enormi quantità di testi generati dall’intelligenza artificiale- progettati per influenzarne i risultati- inonderanno il web. Il risultato sarà un degrado della conoscenza che farà impallidire i danni provocati dalla televisione e dai social media. Il potenziale trasformativo dell’I.A. ha effetti fortissimi, ma cambiamento non è sempre sinonimo di progresso. Specie se riproduce – estendendola indefinitamente – non l’intera intelligenza umana, ma solo la parte strumentale, dislocata nell’emisfero cerebrale sinistro, l’unica che interessa i suoi padroni. Intelligenza Artificiale stupida priva di pensiero meditante.