Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Intermarium

Intermarium

di Daniele Perra - 28/07/2022

Intermarium

Fonte: Daniele Perra

È di qualche giorno fa la notizia che il governo di Volodymyr Zelensky avrebbe revocato la cittadinanza ucraina all'oligarca Igor Kolomoisky (principale sostenitore dello stesso presidente ucraino nella sua pregressa carriera televisiva e nella successiva scalata al potere politico, nonché socio in affari di molti membri del Partito Servitore del Popolo e finanziatore di alcuni gruppi paramilitari inseriti all'interno della Guardia Nazionale, tra cui i tristemente noti Azov e Aidar). 
Ufficialmente, secondo “Ukrainska Pravda” e “Kyiv Indipendent”, il provvedimento (nel quale, secondo le fonti, non apparirebbe ancora la firma del presidente) sarebbe dovuto al fatto che la legge ucraina non consente di possedere doppia cittadinanza (nel caso di Kolomoisky sono addirittura tre: ucraina, israeliana e cipriota). Se così fosse, è curioso notare come il socio di Kolomoisky in Privat Bank, Gennadiy Bogolyubov, noto anche per aver finanziato scavi sotto il quartiere musulmano e la moschea di al-Aqsa a Gerusalemme, non rientri nel provvedimento, visto che si vanta di essere cittadino ucraino, britannico, israeliano e cipriota. 
Rientrano invece Igor Vasylkovsky e Gennadiy Korban: entrambi cittadini ucraini e israeliani, con il primo ex membro di Servitore del Popolo ed il secondo patrono della comunità ebraica di Dnipro e legato sempre a doppio filo sempre Kolomoisky. 
A proposito di Kolomoisky, è bene ricordare che nel 2020 venne accusato dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di corruzione e riciclaggio insieme al già citato Bogolyubov, Mordechai Korf e Uri Laber. Gli ultimi due, in particolar modo, utilizzavano il denaro riciclato per finanziare “fondazioni caritatevoli”ed istituti educativi ebraici tradizionali (yeshivas) a New York. Uri Laber, inoltre, risulta membro del consiglio di amministrazione della Jewish Educational Media: organizzazione “non profit” legata al movimento messianico Chabad Lubavitcher del grande rabbino Menachem Schneerson (nato in Ucraina) di cui anche Korf risulta seguace. I suoi genitori, infatti, vennero invitati dal rabbino a costruire una comunità Lubavitcher a Miami.  
Da notare che Kolomoisky rientra nel novero di quegli oligarchi ucraini che controllano settori chiave dell'economia del Paese dell'Europa orientale. Questo, infatti, ha enormi interessi nella compagnia ucraina del gas Burisma (alla quale si collega anche il figlio di Joe Biden, Hunter, inserito nel consiglio di amministrazione con stipendio da 50.000 dollari al mese nel 2014). A ciò si aggiunga che sempre Kolomoisky utilizzò i gruppi paramilitari da lui finanziati per prendere il controllo di una raffineria petrolifera di proprietà russa a Dnipropetrovsk, sempre nel 2014. 
Nel 2021 è stato vietato a Kolomoisky l'ingresso negli Stati Uniti direttamente da Antony Blinken che, in riferimento al caso, parlò di “significativa corruzione”. 
Ciò a cui si assiste questi in questi giorni, di fatto, è una lotta di potere (e sopravvivenza) all'interno della stessa ucraina tra oligarchi e la cerchia immediata di Zelensky che deve tutte le sue “fortune” al conflitto in corso. 
Appare evidente come Zelensky stia facendo di tutto per assecondare i desideri di Washington e garantirsi la sopravvivenza politica. In questo contesto rientra il maggiore favore riservato ad un altro oligarca ucraino rivale diretto di Kolomoisky e nelle grazie degli Stati Uniti. Si tratta di Viktor Pinchuk; colui che venne definito come “l'oligarca ebreo capace di costruire il ponte tra Kiev e l'Occidente”. Pinchuk, suocero del secondo presidente dell'Ucraina indipendente Leonid Kuchma e socio in affari di Rinat Akhmetov (altro oligarca con interessi nel settore metallurgico, minerario e proprietario dello Shaktar Donetsk), è a capo della “più grande fondazione filantropica ucraina”: la Viktor Pinchuk Foundation. Questa lavora a stretto contatto con un'altra organizzazione legata all'oligarca, la Yalta European Strategy creata per favorire l'integrazione del Paese nell'Unione Europea, e collabora attivamente con la Clinton Global Initiative, la Tony Blair Foundation, il Brookings Institution, la Renaissance Foundation di George Soros e l'Aspen Institute al quale si collega la Kyiv School of Economics (altra creatura di Pinchuk). Non di poco rilievo, inoltre, sono i legami dell'oligarca con il Forum Economico di Davos del quale è attivo partecipante ed all'interno del quale ha favorito l'intervento in videoconferenza di Zelensky. 
Infine, a parziale sostegno della tesi secondo la quale il provvedimento “restrittivo” di Zelensky sia una evidente forzatura (o meglio una scelta di campo), sarà utile ricordare che nel corso del 2019 l'attuale governo entrò in contrasto con il movimento azovita perché questo richiedeva con forza la concessione della cittadinanza ucraina a tutti i combattenti stranieri inseriti all'interno del battaglione nel corso del conflitto in Donbass. 
Lo stesso Zelensky concesse la cittadinanza al russo Nikita Makeev membro dell'organizzazione “Centro Russo” legata a militanti ultranazionalisti russi in esilio. Ad essa si collega un altro russo in attesa di cittadinanza ucraina: Alexei Levkin. Questo, ospite fisso della “Casa dei Cosacchi” (il quartier generale di Azov a Kiev), è l'organizzatore del festival musicale neonazista Asgardsrei (“la corsa di Asgard” in novergese) che in passato si teneva a Mosca, ed ora, dopo la sua espulsione dal territorio russo, a Kiev insieme alla marcia “Fuhrernight”. Levkin, già veterano di Azov, è anche l'ideologo politico del gruppo Wotanjugend (noto per la condivisione del manifesto dell'assalitore alla moschea di Christchurch in Nuova Zelanda) e risulta in ottimi rapporti con i gruppi estremisti nordamericani RAM (Rise Above Movement) e Atomwaffen Division, noti anche per la simpatia dimostrata nei confronti delle azioni di al-Qaeda e ISIS. Uno dei membri di Atomwaffen, Andrew Oneschuk, ha invitato a più riprese gli estremisti USA a recarsi in Ucraina per acquisire esperienza di combattimento. Mentre già nel 2018, la segreteria internazionale di Azov si augurava di stabilire contatti diretti con i militari americani.
Non sorprendentemente, la responsabile della segreteria internazionale del Corpo Nazionale (l'ala politica del movimento guidata da Andriy Biletsky) Olena Semenyaka ha affermato che la progettualità geopolitica del gruppo (oltre alla necessità di fare lobby negli Stati Uniti) è rivolta alla costruzione di un blocco “intermarium” (un cordone sanitario ai confini della Russia tra Mar Baltico e Mar Nero) che ricalca alla perfezione l'Iniziativa Tre Mari patrocinata dal Pentagono.