L’attacco ai bombardieri russi porterà a una nuova vendetta di Putin
di Alessandro Orsini - 03/06/2025
Fonte: Alessandro Orsini
L’Ucraina ha danneggiato o distrutto alcuni bombardieri di Putin usando un centinaio di droni lungamente nascosti in territorio russo. La grande stampa italiana ritrae questa nuova impresa di Zelensky come un successo straordinario che ha inflitto una grande umiliazione alla Russia. Putin – questa è la valutazione ottimistica – sarà più incline ad accettare le condizioni dell’Occidente che prevedono la militarizzazione integrale dell’Ucraina con le armi più avanzate della Nato. Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha appena firmato un accordo con Zelensky per produrre, in territorio ucraino, centinaia di missili con una gittata superiore ai 2.000 km. Se assumiamo il dovuto distacco emotivo, l’attacco ucraino contro gli aerei russi apparirà in una luce più realistica. Zelensky ha impiegato un anno e mezzo per realizzare un’impresa che Putin realizza in un solo giorno.
Le conseguenze prevedibili di questo nuovo attacco sul territorio russo sono tre. La prima è che l’Ucraina perderà nuovi territori: l’offensiva russa diventerà ancora più aggressiva e impetuosa. La seconda è la crescita del consenso, in tutti gli strati della popolazione russa, alla prosecuzione della guerra fino alla resa senza condizioni dell’Ucraina. La radicalizzazione dei russi crescerà, aumentando il sostegno popolare verso Putin. La seconda conseguenza è che ogni ipotesi di tregua sfumerà nei fatti, rimanendo viva soltanto a parole. La terza conseguenza è che Zelensky sarà costretto a trattare da una posizione sempre più debole. La regolarità empirica in cui si svolge questa guerra non cambierà: “Per ogni passo avanti, l’Ucraina farà due passi indietro”. È ciò che questa rubrica scrisse il 6 agosto 2024, quando l’Ucraina invase la regione di Kursk. In quel giorno, spiegai che i russi avrebbero spazzato via gli ucraini da Kursk e invaso Sumy per creare una zona cuscinetto a protezione del territorio nazionale. In queste ore, i generali ucraini fanno sapere che Putin sta ammassando circa 50.000 soldati per sfondare a Sumy. I passi indietro della sortita a Kursk rischiano di essere addirittura tre: perdita di soldati ucraini a Kursk; perdita delle roccaforti in Donbass; perdita di Sumy. Questa situazione è determinata da una serie di ragioni ricavabili dallo studio della storia e dall’osservazione dei fatti del momento. Quanto alla storia, quando i russi combattono una guerra esistenziale, sono disposti ad accettare persino la morte di 27 milioni di connazionali, com’è accaduto contro Hitler. È appena il caso di notare che, finora, Putin ha impiegato moltissimi russi che si arruolano volontariamente. Ha ancora 27 milioni di morti da sacrificare in Ucraina. Ad aggravare la situazione rispetto alla Seconda guerra mondiale, ci sono 5.500 testate nucleari. Il che fornisce una misura precisa dell’intelligenza dei falchi d’Europa: Merz, più radicale di Scholz, aggrava i problemi.
Quanto all’osservazione dei fatti del momento, la Russia, intesa come sistema-Paese, regge il costo umano, economico e militare della guerra. I vertici del Pentagono e dell’esercito ucraino hanno la certezza che, se i combattimenti proseguiranno a questo ritmo, a un certo punto l’Ucraina collasserà. Questo spiega l’urgenza con cui Trump e Zelensky cercano una tregua. E spiega anche perché Putin la rifiuti. È impossibile che questa guerra finisca con un’Ucraina più armata e temibile di prima. È doloroso dirlo, ma l’Europa non è ancora riuscita a capirlo.