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La devitalizzazione mentale

di Pierluigi Fagan - 22/06/2025

La devitalizzazione mentale

Fonte: Pierluigi Fagan

La nostra mente è la funzione dell’organo detto cervello, il quale è la centrale del sistema nervoso ramificato. Il cervello è fatto di molte cellule non interconnesse che ancora non abbiamo del tutto capito quali funzioni presiedono e di un sistema fortemente interconnesso di cellule che si scambiano impulsi chimici ed elettrici. Il tipo e grado di interconnessione cerebrale fa un cervello più abile in alcuni compiti piuttosto che altri. In linea generale, meno interconnessioni, più limitata l’attività mentale, più limitato il comportamento del soggetto e sue capacità.
Il MIT ha fatto un esperimento sul funzionamento cerebro-mentale di tre gruppi diversi. Si trattava di scrivere un breve componimento a soggetto. Un gruppo doveva usare solo le proprie capacità mentali, il secondo poteva usare Internet e Google, il terzo si affidava ai sistemi automatici di scrittura. Monitorati nello svolgimento dell’esperimento, quelli del secondo gruppo hanno mostrato una connettività cerebrale inferiore di circa il 40% rispetto al primo. Il terzo del 55%. 
Storicamente, sappiamo che poiché la biologia si fonda sul principio dell’uso e riuso di certe strutture e funzioni, meno le si usa meno saranno efficienti ed infine scompariranno. In pratica, tutto il nostro progresso nel sollevarci dalle fatiche funzionali del dover far qualcosa, modifica la nostra stessa complessione biologica. 
La questione, in termini mentali, era nota nel passaggio dalle culture orali che necessitavano di enormi capacità mnemoniche e quelle col supporto esterno (scrittura archiviabile) che le hanno atrofizzate guadagnando però spazio mentale per altre funzioni. 
Ora però, i supporti digitali di conoscenza e soprattutto quelli di scrittura stanno impattando le funzioni proprie del mentale: immaginazione, creatività, integrazione dei significati, generazione di pensiero, pianificazione, verifica e correzione e la cruciale funzione di automonitoraggio che la mente fa su sé stessa. Ne discende passività mentale, assenza di pensiero autonomo e critico, automatismi, assenza di assorbimento del prodotto dell’attività mentale quindi memoria profonda.
L’Intelligenza Artificiale (A.I.), ammesso ed assai poco concesso si possa definire “intelligenza” è direttamente responsabile dell’impoverimento dell’intelligenza naturale. 
Questa limitata questione è solo il gancio per un discorso più ampio. 
La forma generale della conoscenza nella nostra civiltà è appiattita ad una sola dimensione che va in direzione della iperspecializzazione, la quale produce, com’è noto, alienazione poiché priva la mente umana del contatto con l’intero. 
La formazione professionale non ha alcun riverbero positivo sulla formazione di cittadinanza. 
La propaganda, negli ultimi decenni, sta devastando le funzioni mentali individuali e di gruppo. 
Il pluralismo informativo è ormai ai minimi termini. 
L’istruzione pubblica è sabotata in vantaggio a quella privata. 
Non c’è mai tempo per coltivare almeno volenterosi processi di auto-formazione, si sono perse le occasioni di pubblico dibattito in cui non solo si ascolta ma si prova a dire, a discutere, a provare di convincere rischiando di esser a nostra volta convinti di altro, verificare la nostra effettiva capacità di argomentare. 
La funzione intellettuale esercitata da cittadini impegnati in questa attività (individualmente o come impresa), non può che avere a che fare con grado e capacità di ricezione generale dei pensieri e delle idee. Si attiva quindi un circolo di rinforzo per cui più è devitalizzata la capacità mentale individuale e generale, più si scriveranno e pubblicheranno cose, idee e pensieri al livello di possibile ricezione. 
Ogni civiltà, alla fine del suo ciclo, produce le ragioni che la faranno collassare. 
La nostra sta seguendo senza indugio questa regola aurea che in realtà non produce nulla di prezioso ed anzi, intacca irrimediabilmente il fondamento esistenziale dell’umano: la dignità.
[Sull'esperimento del MIT: https://www.corriere.it/.../chatgpt-cervello-risultati...]