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La disinformazione e la menzogna

di Andrea Marcigliano - 28/09/2023

La disinformazione e la menzogna

Fonte: Andrea Marcigliano

C’è una differenza, e una differenza profonda, tra disinformazione e menzogna. La prima non è altro che uno strumento bellico. Né più né meno di un mitra, o di un carrarmato. Solo… più micidiale. Come tale, la si utilizza necessariamente. Serve a combattere. A offendere e difendersi.
La seconda, invece, ha a che fare con qualcosa decisamente di più intimo. Con l’anima di chi mente. Che è un uomo (o un popolo), e come tale non dovrebbe vivere nella menzogna. Non dovrebbe lasciarsene dominare.
Chi pratica la disinformazione è, in certo qual modo, un “tecnico”. Fa il suo lavoro… è un lavoro sporco, ma, come si dice, qualcuno lo deve pur fare…
Ma chi mente espone a rischio la propria coscienza. Perché, a furia di mentire, finisce col credere vere le sue stesse menzogne. E questo è, semplicemente, inescusabile. Perché castra l’anima. La deteriora. Per ricorrere ad un detto evangelico, tutti i peccati possono essere perdonati, tranne quelli contro lo Spirito Santo. Che è lo Spirito di Verità.
E noi, oggi, viviamo nella società della menzogna trionfante. Perché è, indubbiamente, vero che stiamo attraversando un periodo di guerra. E che in questa guerra siamo coinvolti. Ci piaccia o meno.
In guerra la disinformazione è arma necessaria. Utilizzata da tutte le parti in causa. Per confondere il nemico. Sorprenderlo. Attirarlo nei tranelli.
Storia vecchia… nonostante si tenda ad attribuire l’arte della disinformazione al KGB sovietico – che sicuramente la praticò in modo tanto massiccio quanto raffinato – questa è decisamente molto più antica. La possiamo ritrovare già in Sun Zu.
Però quella a cui stiamo assistendo, e che stiamo subendo oggi, non è disinformazione. È altro. È menzogna. E menzogna che non serve a confondere il nemico. Ma ad illudere, ingannare noi stessi.
Rifletteteci un po’ sopra. A che serve raccontare dei grandi successi della controffensiva Ucraina, quando questa è, palesemente, un tragico fallimento? Quando ha avuto, in pratica, l’unico risultato di portare al macello, nel tritacarne russo, decine di migliaia di uomini?
Spacciare questo per un risultato positivo non porta alcun danno ai russi. Che conoscono bene il risultato sul campo. E, certo, non credono alle narrazioni dei tg e dei talk show italiani. Anzi, se li ascoltano, probabilmente se la ridono di gusto.
E allora perché tanto impegno, così perseverante, nel raccontare quella che è, solo, una fola? A chi fa danno? Quali risultati porta?
L’unico risultato è di ingannare noi stessi. Convincerci che siamo dalla parte giusta, quella vincente, vista la mentalità italiana di correre sempre in soccorso del vincitore. E cullarci nella beata illusione che tutto andrà, sempre, per il meglio.
Ma non è così. Ci stanno, e soprattutto ci stiamo ingannando. Stiamo sprecando risorse, che potrebbero servire a ben altro, per una causa non solo persa, ma anche, sostanzialmente, sbagliata.
Stiamo abdicando agli ultimi scampoli di sovranità nazionale. E giochiamo, addirittura, a fare i primi della classe, i più zelanti/zeloti. Le cheerleader. Senza rendersi conto che gli altri, compresi i nostri “mentori”, stanno già cercando di defilarsi. Di chiamarsi fuori. Di trovare una qualche via d’uscita… perché la loro propaganda è, appunto, disinformazione. La nostra… menzogna. Che raccontiamo a noi stessi. E che ci porta incontro al disastro.
Perché tutto, alla fine, sarà ricomposto. Perdonato. Dimenticato.
Ma non il peccato contro lo Spirito di Verità.
E noi italiani, purtroppo, non è la prima volta, dal 1945 ad oggi, che mentiano a noi stessi.
E se errare è umano, perseverare…