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La foresta è sacra

di Federico Pulcinelli - 28/08/2019

La foresta è sacra

Fonte: Federico Pulcinelli

La deforestazione di foreste vecchie come il mondo; l'avanzata senza sosta della società industrial-tecnologica, che non possiede né limiti né confini, che tutto divora, che tutto vuole conquistare e rendere omologato ai suoi bisogni di produzione, vendita e consumo; il genocidio di antiche popolazioni che della foresta hanno fatto la loro Patria, la terra dei loro culti, la dimora della loro tradizione.
Sembra la trama di un film bellissimo: "La foresta di smeraldo" di John Boorman. Anche lì tutto sembrava perduto. Il "Popolo invisibile" sembrava destinato a scomparire assieme agli alberi, alla vegetazione, al canto degli uccelli. Nella finzione cinematografica, quel popolo dimostrava ciò che oggi i tanti popoli, che abitano l'Amazzonia, ci dimostrano nonostante la guerra sembra vederli costantemente sconfitti: difesa della terra natia; un rapporto con essa basato sulla sacralità, dove alberi, animali, fiumi e laghi, sono vissuti come qualcosa di più di semplice flora e fauna, essi sono l'incarnazione o la dimensione "visibile" degli spiriti che animano il creato e diretta manifestazione del divino. Nella realtà - così come nella finzione - questi popoli vengono scacciati, subiscono violenze, incarcerazioni e omicidi! Tutto questo perché non vogliono rinunciare a ciò che hanno di più sacro, non vogliono veder sorgere alti camini fumanti al posto dei secolari alberi, non vogliono la folle droga chiamata "consumismo". In sostanza, non vogliono essere "civilizzati" come noi.
Quando tutto sembrava ormai volgere al peggio, quando la tribù aveva subito una pesante strage, gli ultimi superstiti compiono un rituale e intonano una preghiera, invocano i loro antenati e gli spiriti della foresta ancora una volta. E le forze che abitano il sovra-sensibile li ascolteranno. La potenza della natura, tramite la pioggia, spazzerà via il mostro divoratore, ed esso con le sue armi, la sua potenza elettronica, tecnologica e industriale niente potrà fare. Un degno finale per un altrettanto degno popolo che, nella realtà così come nella finzione, dimostra ai popoli "moderni e civili" - imbevuti di Coca-cola, drogati di velocità e luci, ormai privi di ogni dimensione del sacro, e gonfi di boria "intellettuale" che li porta a definire "selvaggi e primitivi" questi esseri umani che rifiutano le vittorie e i benefici del dio "progresso" - che nonostante la pericolosità e la voracità del loro mondo, tutto questo in verità è solo una finzione. Una grande finzione che può essere, prima o poi, scacciata da chiunque abbia un profondo e sacro amore per la propria terra.