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La Francia realtà residuale

di Paolo Desogus - 07/10/2025

La Francia realtà residuale

Fonte: Paolo Desogus

La Francia somiglia sempre più all'Italia dei primi anni Novanta. Non farà la nostra fine. Sul breve periodo assisteremo a forti tensioni, dovute principalmente alla perdita di legittimità politica dell'Eliseo. Di fatto Macron è il rappresentante di una minoranza. Il suo partito, privo di strutture, dunque più prossimo al comitato elettorale che a una vera organizzazione politica, è fuori dalla contesa elettorale. Si tratta del resto di una formazione personalistica, il cui scopo è quello di giustificare l'operato di Macron. Non è invece quello di dare rappresentanza e voce ai gruppi sociali di riferimento che non siano i grandi poteri economici che hanno dato forma e sostanza alle politiche macroniane.
Per il breve periodo la soluzione migliore per la Francia sono le dimissioni del presidente. È lui il maggior responsabile della situazione attuale. Macron ha tentato invano di trasformare la crisi politica del suo mandato in una crisi istituzionale che ha prodotto le elezioni anticipate del parlamento e la nomina di alcuni governi balneari. Per legittimarsi, Macron ha in altre parole fatto leva sulla frammentazione del campo politico e sulle difficoltà di trovare la quadra tra i partiti. Mettendo il parlamento e il governo nelle condizioni di non funzionare pensava di salvare se stesso e gli interessi economici che fanno capo a lui.
Il gioco non gli è riuscito. E i risultati sono disastrosi.
Staremo a vedere. Ho dei dubbi circa la possibilità che Macron si dimetta. Ma in ogni caso, prima o dopo, verranno al pettine i nodi politici di un paese che da anni sta accumulando alcune grandi contraddizioni, la principale della quale riguarda la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi in un contesto di impoverimento dei salari e di crisi della domanda interna. A questo si aggiungono alcune altre questioni centrali In primo luogo, la Francia ha perso terreno in molti paesi africani dove sino a pochi anni fa aveva esteso la propria egemonia. In secondo, la sua potenza militare, spesso usata come carta da giocare nei tavoli negoziali, è un bluff: l'esercito è grande, tecnologico, ma non è realmente operativo, e questo per ragioni sia economiche e sia di consenso.
Da qui una conseguenza dirimente: sul piano internazionale la Francia ha perso molto prestigio. È un paese declassato i cui margini di manovra geopolitica sono sempre più residuali. L'arsenale atomico e la posizione di forza nel Consiglio di sicurezza dell'Onu non consentono più alla Francia di stare all'altezza delle grandi potenza. Per carità, da molti anni la Francia non è una grande potenza, ma sino a poco tempo fa faceva comodo far finta che lo fosse. Faceva comodo in particolare agli Usa e alla Germania. Ora il velo si è strappato. La statura della Francia non è di molto superiore a quella dell'Italia o della Spagna. È cioè una potenza residuale che deve sbrigarsi a ridisegnare il proprio campo politico iniziando a sbarazzarsi del proprio presidente.